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Crisi di governo, Italia dei Diritti accoglie con ottimismo la fiducia a Conte

Carlo Spinelli responsabile per la politica interna del movimento fondato e presieduto da Antonello De Pierro si dice soddisfatto per la fiducia accordata al governo Conte seppure ottenuta al Senato con una maggioranza relativa e spera che l’esecutivo duri almeno fino alla fine dell’emergenza da Covid-19

Roma: Come si prevedeva anche al Senato Giuseppe Conte ottiene la fiducia, seppur  senza ottenere la maggioranza assoluta, e va avanti con il suo governo intraprendendo comunque una strada difficile e irta di difficoltà come ci dice Carlo Spinelli responsabile per la politica interna del movimento Italia dei Diritti:” Non sarà certo facile per Giuseppe Conte gestire questa fase di governo visto che al Senato non potrà contare sulla maggioranza dei senatori ma dovrà di volta in volta trovare i voti necessari tra i senatori cosiddetti responsabili, è fuori discussione però che il tentativo di evitare una crisi al buio che  porti a bloccare i lavori parlamentari in questa fase delicata va fatto sperando che la caduta dell’esecutivo non sia solo rimandata e che possa gestire fino in fondo l’emergenza pandemica in atto. Quello che non capisco ancora  – continua Spinelli – è l’incoerenza di Matteo Renzi che prima ritira le proprie ministre dal governo, attacca duramente l’esecutivo e poi si astiene dalla votazione consentendo a Conte di proseguire con la sua azione di governo sia pure con molta più difficoltà. Cosa vuole il politico fiorentino solo apparire sotto i riflettori ed essere al centro dell’attenzione? Vuole tenere in pugno il Premier chiedendo di volta in volta qualcosa? Certo è che Renzi spesso si è reso protagonista nella sua carriera politica di azioni criticabili e criticate che lo hanno visto prendere il potere all’interno del PD, diventare Primo Ministro senza neanche essere stato eletto come parlamentare, dichiarare l’abbandono della scena politica in caso di sconfitta al referendum ( la sconfitta c’è stata ma lui ancora è protagonista principale nel panorama politico nazionale ) e prendere questa decisione di abbandonare il governo Conte bis senza però prendersi la responsabilità fino in fondo di farlo cadere. Forse perché gli ultimi sondaggi lo danno ampiamente sotto il fatidico muro del 3% che gli impedirebbe di entrare col suo partito in parlamento in caso di nuove elezioni? Sta di fatto – va avanti ancora l’esponente IDD – che il governo, per buona pace di Renzi e del centro destra che sperava nella sua caduta, prosegue il proprio cammino sollevando molte polemiche tra le file dell’opposizione con Salvini che citando Grillo fa un’uscita infelice sui senatori a vita per poi riprendersi, una volta ammonito dalla presidente del Senato Alberti Casellati, dichiarando che  visto che quelle frasi erano state pronunciate a suo tempo dal leader carismatico dei Cinque Stelle Beppe Grillo, le scuse le avrebbe dovute porgere per quell’affermazione il senatore pentastellato che avrebbe parlato dopo di lui, la Meloni che ritiene che il PD si sente un partito che sta al di sopra delle regole ( ma la regola al Senato è stata rispettata vista che la fiducia al governo è stata sancita dai voti dei senatori presenti ) e con Forza Italia che da questa votazione esce con una deputata ( Renata Polverini ) e due senatori in meno. Comunque il governo va avanti e noi del movimento Italia dei Diritti ne prendiamo atto e ne siamo contenti visto che già alla vigilia di questa due giorni politica convulsa ne avevamo tessuto le lodi definendo l’operato di Conte e del suo esecutivo positivo sia pure con qualche critica, nella gestione dell’emergenza dovuta al Covid-19 e speriamo che riesca a proseguire nel proprio lavoro  almeno fino alla fine dell’emergenza da Coronavirus quando poi – conclude Spinelli – il responso del popolo italiano attraverso nuove elezioni politiche crediamo sia necessario con una legge elettorale che permetta di dare all’Italia un governo solido e capace di portare avanti il proprio mandato fino alla fine naturale della legislatura come succede nella maggior parte delle democrazie mondiali”.

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