IL PUNTO n. 798 del 15 gennaio  2020 di MARCO ZACCHERA 

SOMMARIO:  REALISMO – IN ONDA LA VERGOGNA – ROMANO MISSERVILLE – CHI CENSURA LA CENSURA – AUTO ELETTRICHE – LA STORIA A TELE VCO

REALISMO

Mentre impazza la “crisi di governo a metà” e sono in corso tutti i traffici possibili per intruppare senatori al posto dei renziani e permettere così a Conte di mantenersi a galla, credo che la decisione più seria e sensata – ma soprattutto rispettosa degli italiani – sarebbe che il presidente Mattarella fissi senza indugio nuove elezioni per la fine della primavera.

In attesa del voto la politica dimostri realismo e concretezza favorendo la formazione di un nuovo governo affidato ad un tecnico di provate capacità internazionali che – con obbligo morale di non candidarsi alle elezioni – raccolga un esecutivo con rappresentanti di TUTTI i partiti e con l’obiettivo di gestire la pandemia ed il Recovery Plan.

Non è possibile pensare che i prossimi dieci anni vengano decisi da un governo che – se otterrà la fiducia – avrà fatto evidenti pateracchi o assoldato truppe cammellate (da Mastella al MAIE) senza che il piano sul futuro dell’Italia sia condiviso con le regioni, le categorie produttive e i sindacati.

Ma come è possibile che venga tutto imposto a tavolino ed in segreto, con “schede” teoriche ed incomprensibili, soggette ad ogni tipo di interpretazione futura? Ammesso che l’Europa ci finanzi “al buio” (e non ne sarei così sicuro), chi pagherà il deficit che si è creato nel 2020 e che a metà gennaio sta già richiedendo un ulteriore scostamento di bilancio, finanziato con altri debiti senza copertura?

Capisco le ambizioni personali di Conte, le paure elettorali del M5S e i traffici in corso nel PD, ma il presidente Mattarella ha il dovere morale di intervenire non solo come spento “notaio” della crisi, ma con un guizzo di autorevolezza e decisione.

REPORT: IN ONDA LA VERGOGNA

Non so quanti lettori de “IL PUNTO” abbiano seguito la trasmissione “Report” di lunedì sera su Rai 3 dedicata al super commissario Domenico Arcuri e all’acquisto di decine di milioni di mascherine Covid. Incredibile apprendere (aspetti solo in parte già emersi nei mesi scorsi ) che la Protezione Civile ha comprato le mascherine in Cina – mettendo in crisi le aziende produttrici italiane – pagandole molto di più del loro valore di mercato (fino al 300% dei costi correnti), che una mega-commessa di 600 MILIONI di Euro che è stata assegnata ad una società fantasma fondata 5 GIORNI prima della fornitura svoltasi a trattativa privata, società peraltro collegata a faccendieri italiani – guidati da Mario Benotti, già consulente alla Presidenza del consiglio con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni  – che per “commissioni” hanno ricevuto 60 MILIONI di euro.

Uno si aspetta che il giorno dopo questa trasmissione-scandalo ne parli tutta Italia, che le notizie vengano smentite, oppure che i TG vi dedichino ampio spazio, mentre solerti Magistrati annunciano inchieste e  fioccano le interrogazioni parlamentare per l’evidente cattiva gestione dei fondi pubblici… Macchè, tutto è finito sotto silenzio.

Alla domanda (censurata) di un giornalista di Report ad Arcuri per avere chiarimenti, con voce scocciata e monocorde l’Arcuri dichiara di non voler rispondere “perché sono in corso indagini della Magistratura”

Davvero sono in corso indagini? Quindi Arcuri ha ricevuto un avviso di garanzia, altrimenti come potrebbe saperlo? E come mai allora non ne parla nessuno? Eppure il “mediatore” Benotti sembra aver scambiato ben 1200 (!) tra telefonate e SMS proprio con Domenico Arcuri.

Dalle mascherine si passa poi alla fornitura dei banchi girevoli inutilizzati ed inutilizzabili  (ma costati altre decine di milioni di euro) con acquisti sempre gestiti riservatamente da Arcuri, così come il sistema “Immuni” che non funziona e non ha mai funzionato.

Cose inaudite, eppure l’ineffabile supercommissario Arcuri è sempre lì, incollato ai vertici della Protezione Civile senza che nessuno nel mondo politico chieda chiarimenti, dati, circostanze o ne chieda magari le dimissioni.

Uno schifo colossale nel disinteresse generale, ma questa è l’Italia di oggi, con un governo (almeno fino a ieri) che copre (o favorisce?) questi scandali vergognosi.

RICORDO DI ROMANO MISSERVILLE

Pochi – anche a destra – possono ricordarlo, ma è morto a 86 anni Romano Misserville, “storico” senatore del MSI-DN per 4 legislature ed avvocato di fama. Negli anni ’80 fu sindaco del suo paese, Filettino, quando i sindaci di destra si contavano sul palmo di poche mani, ma soprattutto era una persona per bene, coerente e stimata da tutti, un grande signore e un vero amico.

Lo ricordo nell’autunno del 1993 quando – allora ero consigliere regionale – lo incontrai per caso davanti a Montecitorio e lui mi disse “Marco, con questa nuova legge elettorale l’anno prossimo vinceremo le elezioni e saremo al governo”.

Mi sembrava un’ ipotesi assurda e invece aveva proprio ragione…

CHI CENSURA LA CENSURA

Premesso che Trump è quindi pazzo, provocatore, fascista (ovviamente) ecc.ecc. restano alcuni gravi dubbi che dovrebbero crescere nei pensieri di chi non ha completamente perso un minimo di equilibrio. Alludo alla censura “preventiva” che i gestori di Twitter e Facebook hanno imposto all’ (ex) presidente americano.

Credo che in una democrazia si debba poter criticare l’opinione dell’avversario eventualmente dissentendo, ma se lo si chiude “preventivamente” (e pur con 88 milioni di contatti, oltre che 75 milioni di voti) si fa semplicemente della censura.

Allo stesso modo perché i vertici di quelli reti hanno poi silenziato Trump e non le decine di dittatori  o criminali di ogni tipo che impuniti imperversano nel mondo “virtuale”? Chi ha il diritto di decidere se e quando cancellare dalla rete le opinioni altrui, giuste o sbagliate che siano?

Anche perché viene censurato Trump e – per esempio – nulla si dice e si fa quando l’ayatollah iraniano Khamenei, nel cui Paese continuano le impiccagioni di dissidenti e le persecuzioni contro le donne, scrive «Israele è un cancro maligno in Medio Oriente che va rimosso e sradicato» e non ci vuole molta fantasia per immaginare come dovrebbe realizzarsi questo «sradicamento».

Mi piacerebbe sapere in proposito l’opinione di Gad Lerner, di nota famiglia ebrea, che ha tanto esultato proprio per la censura imposta a Trump, un personaggio che, andando avanti cos,ì per milioni di americani diventerà perfino un martire, il che non mi sembra un colpo di genio

AUTO ELETTRICHE: SARA’ VERA GLORIA ?

Sull’ambiente ci sono diverse questioni che mi piacerebbe verificare più seriamente, per esempio la questione delle auto elettriche.

Da anni ci dicono che il futuro del pianeta sta nella riduzione della CO2 e quindi delle auto elettriche, più “ecologiche” rispetto a diesel e benzina. Eppure l’elettrico non decolla, anche per costo esorbitante dei modelli.

E’ ora però di chiedersi se davvero la scelta sia la più sensata, perché un conto è l’ ibrido, un altro milioni di veicoli per uso generalista solo con l’energia elettrica che qualcuno deve produrre e tenuto conto che la gran parte dell’energia elettrica nel mondo – visto che i verdi non vogliono il nucleare – è tuttora prodotta da centrali termiche, ovvero bruciando carbone, gas e gasolio.

Non solo: produrre batterie costa e inquina, smaltirle e distruggerle è anche peggio ed anche questo è (e sempre di più sarà) un costo ambientale spaventoso.

C’è poi un ulteriore problema, di cui non si parla: le materie prime per costruire le batterie (cobalto, nichel, litio) sono quasi tutte in mano alla Cina che ha in concessione quasi il 90% dei giacimenti mondiali e controlla anche il know how del processo industriale.

Pechino ha silenziosamente colonizzato anche il Congo (Zaire), che è il più grande produttore di cobalto al mondo, ed ha strappato contratti decennali di sfruttamento anche in Sud America.

Si è portata avanti con l’elettrico perché – non avendo grandi produttori di automobili e dovendo ridurre l’inquinamento nelle grandi megalopoli cresciute a dismisura per effetto delle transizioni demografiche dalle campagne – ha puntato da subito sullo sviluppo dell’elettrico.

Da anni i cinesi investono d’altronde anche sulle batterie per la domanda di prodotti di elettronica di largo consumo – smartphone, tablet, pc – di cui è diventata la fabbrica del mondo. La Foxconn, con sede a Shenzhen è lo storico fornitore di Apple, Amazon, Hp, Microsoft, Sony, BlackBerry.

Perché nessuno approfondisce queste tematiche e ci spiega un po’ meglio il guaio in cui – sulle onde dell’ entusiasmo “verde” – stiamo andando a cacciarci?

LA STORIA A TELE VCO

Per chi ama la storia ricordo che dopo il successo dell’anno scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming ) ogni martedì  alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale – in collaborazione con UNI3 Arona – con repliche alle ore 15.30-16.30 e 22.00 e il sabato pomeriggio.

UN SALUTO E BUONA SETTIMANA  A TUTTI                         MARCO ZACCHERA

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