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Furto binari tratta Gioia del Colle -Rocchetta

Un nuovo saccheggio sulla tratta ferroviaria Gioia del Colle – Rocchetta Sant’Antonio nel territorio di Spinazzola.

La prima segnalazione – denuncia è partita dal gruppo social di facebook “Sei Murgiano – Le città del Parco Alta Murgia” che annovera 12.733 iscritti, dall’amministratore Raffaele Barone: “Sono senza parole. Foto inviatemi poco fa … Sono state asportate e trafugate altre rotaie nei pressi di Ventuno ponti in agro di Spinazzola, e precisamente nel tratto che inizia dal ponte della strada provinciale n. 7 in direzione del Cavone (Alta Murgia)”.

Come dargli torto, gli scatti nella loro eloquenza  hanno immediatamente suscitato sdegno.

La Gioia del Colle- Rocchetta Sant’Antonio gestita da Rete Ferroviaria Italiana è stata dismessa nel 2011 per favorire il trasporto su gomma. Nel 2016 Trenitalia in un laconico comunicato dichiarò la soppressione definitiva in conseguenza del mancato rinnovo del contratto di servizio da parte della Regione Puglia..

Questa ferrovia è tra le più antiche d’Italia, lunga 140 chilometri, venne inaugurata il 1 agosto 1891 dal lucano meridionalista, storico e politico Giustino Fortunato, il quale fortemente sostenne la sua realizzazione per consentire all’entroterra murgiana e lucana di uscire dall’isolamento.

L’ignobile furto questa volta perpetrato nelle vicinanze di una delle opere più importanti e conosciute della tratta, detta dei “Ventuno ponti”, in contrada Macchia nel territorio di Spinazzola. Un’opera di ingegneria ferroviaria dell’ottocento annoverata tra i 40 ponti più importanti della Regione Puglia.

La tratta entra nel cuore della fascia pedemurgiana, agli inizi degli anni ’60 dello scorso secolo, fu scenario del controspionaggio sovietico, quando a Spinazzola come in altre nove località murgiane vennero piazzati tre missili Jupiter a testata nucleare puntati contro i russi, smantellati dopo la crisi della Baia dei Porci di Cuba.

Il disinteresse della Regione Puglia, guidata da Michele Emiliano e suoi assessori, cozza le aspettative delle popolazioni che vorrebbero questa tratta ferroviaria riqualificata e destinata al turismo, per permettere di mettere in evidenza le peculiarità del territorio sotto il profilo paesaggistico, storico, ambientale.

Vero è che risulta concluso lo studio di fattibilità presentato al Governo, seguito come per la qualificazione del tracciato della via Appia dal parlamentare Nunzio Angiola il quale solo nel febbraio 2020 annunciava che la Gioia del Colle-Rocchetta sarebbe tornata a vivere.

E mentre tutto questo rappresenta i buoni propositi la ferrovia viene smembrata con atti di continuo sciacallaggio.

Nessuna tutela, nessuna sorveglianza, in piena emergenza Covid 19 mentre tutti sono costretti a restare in casa ecco perpetrare lo smontaggio e il trafugare i binari.

Le domande che accompagnano lo sgomento sono tante. Come è possibile assistere al silenzio della Soprintendenza su di un’opera di oltre 130 anni che è Storia del territorio. Come è possibile il silenzio delle amministrazioni comunali attraversate dalla ferrovia che all’epoca fortemente la vollero e che oggi potrebbe essere il volano della loro crescita. Come è possibile assistere, nonostante le varie segnalazioni pubbliche, che ad ogni effetto di legge rappresentano notizia di reato, che non risulti nessuna azione della magistratura e delle forze dell’ordine. Cosa nasconde il grosso telo fotografato da alcuni cittadini nella cavità nei pressi di dove i binari sono stati asportati. Chi i sono ladri, chi i ricettatori?

La difesa del territorio passa dal non abbandono e protezione delle sue infrastrutture.  La Regione Puglia anche per i futuri possibili investimenti è chiamata ad esercitare il dovere di salvaguardia.

Questo furto è un cazzotto nello stomaco immeritato. Biasimare il gesto non basta.

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