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Neo-paganesimo, sciamanesimo e animismo nel filone bioregionale

La rivalutazione del neo-paganesimo, o delle religioni sciamaniche e magiche dei popoli nativi,  è una delle caratteristiche portanti del filone bioregionale. Spesso, qui al Circolo vegetariano di Treia,  durante le feste da noi organizzate, soprattutto quelle in concomitanza con i solstizi o gli equinozi o per la luna piena e nuova, alcuni adepti  “neo-pagani” vengono a condividere il nostro spirito  ed oltre alle cerimonie già da noi predisposte aggiungono  riti diversi  ed offerte alle divinità della natura e fate dei boschi. Io li lasc

La rivalutazione del neo-paganesimo, o delle religioni sciamaniche e magiche dei popoli nativi,  è una delle caratteristiche portanti del filone bioregionale. Spesso, qui al Circolo vegetariano di Treia,  durante le feste da noi organizzate, soprattutto quelle in concomitanza con i solstizi o gli equinozi o per la luna piena e nuova, alcuni adepti  “neo-pagani” vengono a condividere il nostro spirito  ed oltre alle cerimonie già da noi predisposte aggiungono  riti diversi  ed offerte alle divinità della natura e fate dei boschi. Io li lascio fare perché in fondo il riconoscere la sacralità della natura in tutte le sue forme è uno degli aspetti della spiritualità laica e dell’ecologia profonda.  

In effetti la spiritualità della natura è un aspetto riconosciuto anche nella fede cristiana, soprattutto nel misticismo (sia in quello primitivo che in quello francescano)  in cui prevale  la consuetudine di ritirarsi in grotte, boschi e deserti in stretta comunione con gli elementi naturali e con il mondo animale.  In questo modo viene riconosciuta la bellezza del creato e la grandezza del Creatore.  Aspetti pagani erano presenti persino nella religione ebraica, sia pur talvolta condannati come ad esempio l’adorazione della vacca sacra durante la traversata del Sinai,  oppure  riconosciuti e facenti parte della tradizione  come  avvenne presso la setta degli Esseni che vivevano in strettissima simbiosi con la natura e con  i suoi aspetti magici, avendo sviluppato anche la capacità di trarre il loro nutrimento dal deserto, un grande miracolo questo considerando  che erano persino vegetariani….

 Il rispetto e l’adorazione  della natura, definito dalla chiesa cattolica (un po’ dispregiativamente) “panteismo” è uno degli stimoli da sempre presenti nell’uomo,   tra l’altro questo sentimento panteista è  alla base dell’exursus evolutivo della specie. 

 Ciò  mi fa  ricordare di una storiella,  che amo spesso raccontare,     sull’origine della specie umana.  Ormai è certo che ci fu una “prima donna”, un’Eva primordiale. L’analisi   del patrimonio genetico femminile presente nelle ossa lo dimostra inequivocabilmente… Mi sono così immaginato una donna, la prima donna, che avendo raggiunto l’auto-consapevolezza (la caratteristica più evidente dell’intelligenza) ed avendo a disposizione solo “scimmie” (tali erano i maschi a quel tempo)  dovette compiere una opera di selezione certosina per decidere con chi accoppiarsi in modo da poter avere le migliori chance di trasmissione genetica di quell’aspetto evolutivo. E così avvenne conseguentemente  nelle generazioni successive ed è in questo modo che pian piano dalla cernita nell’accoppiamento sono   divenute rilevanti qualità come: la sensibilità verso l’habitat, l’empatia,  la pazienza,  la capacità di adattamento e di gentilezza del maschio verso la prole e la comunità, etc. etc.  Pregi che hanno  portato la specie  verso la condizione “intelligente” che conosciamo (o conosceremmo se nel frattempo non fosse subentrata una spinta involutiva).

 Purtroppo in questo momento storico, in seguito all’astrazione dal contesto vitale e alla manifestazione della spiritualità in senso religioso metafisico (proiettata ad un aldilà ed ad uno spirito separato dalla materia) molto di quel rispetto (e considerazione) verso la natura e l’ambiente e la comunità è andato scemando,  sino al punto che si predilige la virtualizzazione invece della sacralità vissuta nel quotidiano. Ed in questo buona parte della responsabilità è da addebitarsi ai credo monoteisti. Ma quello che era stato scacciato dalla porta ora rientra dalla finestra, infatti la scienza sta riscoprendo i miti, le leggende e le divinità della natura descrivendole in forma di “archetipi”.

 All’inizio della  civilizzazione umana, nel periodo paleolitico e neolitico matristico, la sacralità era incarnata massimamente in chiave femminea, poi con il riconoscimento della funzione maschile nella procreazione tale sacralità assunse forme miste  maschili e femminili, successivamente con i monoteismi patriarcali fu il maschile che divenne preponderante. Ora è tempo di riportare queste energie al loro giusto posto e su un totale piano paritario.  Anche se già in una antica civiltà, quella Vedica,  questa parità era stata indicata, come nel caso della denominazione(maschile) “Surya” che sta ad indicare l’identità del sole in quanto ente,  che  viene completato dall’aspetto femminile “Savitri”  che è la  capacità irradiativa dell’energia solare. E noi sappiamo che fra il fuoco e la  capacità di ardere sua propria non vi è alcuna differenza. 

 Paolo D’Arpini  

Fonte: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2020/12/19/neo-paganesimo-sciamanesimo-e-animismo-nel-filone-bioregionale/comment-page-1/#comment-498

Canto pagano di chi viaggia verso il Sé.  

Ascoltatemi spiriti del Vento, essenze immortali  che abitate nelle pieghe nascoste  dell’aria, delle rocce, delle acque. Oso invocarvi e presentarmi dinanzi a voi per compiere il mio passaggio a cui mi preparo  nel cielo di una notte d’estate, investito dal caldo mormorio dei grilli, inumidito dalla rugiada che bagna il muschio, stremato nel desiderio di correre verso un destino che mi avvolgerà come un non visto mantello…..  da vincitore o da vinto io non so.  Vorrò però essere ricordato come un uomo che ha provato a parlare con voi e da ciò apprendere la poca o molta saggezza che si può richiedere  a un sorso d’acqua gelida,  al fuoco notturno degli amici, al pianto solitario di un bimbo che accende la pianura di suoni che non le appartengono, ma che grata accetta, come il passo silenzioso del viandante che la rende sacra con l’amore del suo andare.     (Simone Sutra)

io fare perché in fondo il riconoscere la sacralità della natura in tutte le sue forme è uno degli aspetti della spiritualità laica e dell’ecologia profonda.  

In effetti la spiritualità della natura è un aspetto riconosciuto anche nella fede cristiana, soprattutto nel misticismo (sia in quello primitivo che in quello francescano)  in cui prevale  la consuetudine di ritirarsi in grotte, boschi e deserti in stretta comunione con gli elementi naturali e con il mondo animale.  In questo modo viene riconosciuta la bellezza del creato e la grandezza del Creatore.  Aspetti pagani erano presenti persino nella religione ebraica, sia pur talvolta condannati come ad esempio l’adorazione della vacca sacra durante la traversata del Sinai,  oppure  riconosciuti e facenti parte della tradizione  come  avvenne presso la setta degli Esseni che vivevano in strettissima simbiosi con la natura e con  i suoi aspetti magici, avendo sviluppato anche la capacità di trarre il loro nutrimento dal deserto, un grande miracolo questo considerando  che erano persino vegetariani….

 Il rispetto e l’adorazione  della natura, definito dalla chiesa cattolica (un po’ dispregiativamente) “panteismo” è uno degli stimoli da sempre presenti nell’uomo,   tra l’altro questo sentimento panteista è  alla base dell’exursus evolutivo della specie. 

 Ciò  mi fa  ricordare di una storiella,  che amo spesso raccontare,     sull’origine della specie umana.  Ormai è certo che ci fu una “prima donna”, un’Eva primordiale. L’analisi   del patrimonio genetico femminile presente nelle ossa lo dimostra inequivocabilmente… Mi sono così immaginato una donna, la prima donna, che avendo raggiunto l’auto-consapevolezza (la caratteristica più evidente dell’intelligenza) ed avendo a disposizione solo “scimmie” (tali erano i maschi a quel tempo)  dovette compiere una opera di selezione certosina per decidere con chi accoppiarsi in modo da poter avere le migliori chance di trasmissione genetica di quell’aspetto evolutivo. E così avvenne conseguentemente  nelle generazioni successive ed è in questo modo che pian piano dalla cernita nell’accoppiamento sono   divenute rilevanti qualità come: la sensibilità verso l’habitat, l’empatia,  la pazienza,  la capacità di adattamento e di gentilezza del maschio verso la prole e la comunità, etc. etc.  Pregi che hanno  portato la specie  verso la condizione “intelligente” che conosciamo (o conosceremmo se nel frattempo non fosse subentrata una spinta involutiva).

 Purtroppo in questo momento storico, in seguito all’astrazione dal contesto vitale e alla manifestazione della spiritualità in senso religioso metafisico (proiettata ad un aldilà ed ad uno spirito separato dalla materia) molto di quel rispetto (e considerazione) verso la natura e l’ambiente e la comunità è andato scemando,  sino al punto che si predilige la virtualizzazione invece della sacralità vissuta nel quotidiano. Ed in questo buona parte della responsabilità è da addebitarsi ai credo monoteisti. Ma quello che era stato scacciato dalla porta ora rientra dalla finestra, infatti la scienza sta riscoprendo i miti, le leggende e le divinità della natura descrivendole in forma di “archetipi”.

 All’inizio della  civilizzazione umana, nel periodo paleolitico e neolitico matristico, la sacralità era incarnata massimamente in chiave femminea, poi con il riconoscimento della funzione maschile nella procreazione tale sacralità assunse forme miste  maschili e femminili, successivamente con i monoteismi patriarcali fu il maschile che divenne preponderante. Ora è tempo di riportare queste energie al loro giusto posto e su un totale piano paritario.  Anche se già in una antica civiltà, quella Vedica,  questa parità era stata indicata, come nel caso della denominazione(maschile) “Surya” che sta ad indicare l’identità del sole in quanto ente,  che  viene completato dall’aspetto femminile “Savitri”  che è la  capacità irradiativa dell’energia solare. E noi sappiamo che fra il fuoco e la  capacità di ardere sua propria non vi è alcuna differenza. 

 Paolo D’Arpini  

Fonte: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2020/12/19/neo-paganesimo-sciamanesimo-e-animismo-nel-filone-bioregionale/comment-page-1/#comment-498

Canto pagano di chi viaggia verso il Sé.  

Ascoltatemi spiriti del Vento, essenze immortali  che abitate nelle pieghe nascoste  dell’aria, delle rocce, delle acque. Oso invocarvi e presentarmi dinanzi a voi per compiere il mio passaggio a cui mi preparo  nel cielo di una notte d’estate, investito dal caldo mormorio dei grilli, inumidito dalla rugiada che bagna il muschio, stremato nel desiderio di correre verso un destino che mi avvolgerà come un non visto mantello…..  da vincitore o da vinto io non so.  Vorrò però essere ricordato come un uomo che ha provato a parlare con voi e da ciò apprendere la poca o molta saggezza che si può richiedere  a un sorso d’acqua gelida,  al fuoco notturno degli amici, al pianto solitario di un bimbo che accende la pianura di suoni che non le appartengono, ma che grata accetta, come il passo silenzioso del viandante che la rende sacra con l’amore del suo andare.     (Simone Sutra)

Paolo D'Arpini nasce a Roma il 23 giugno 1944. Nel 1970/71 fonda a Verona il Circolo culturale "Ex" e scrive il suo primo libro Ten poems and ten reflections (Rummonds Editore). Nel 1976, a Calcata, fonda Annapurna la prima azienda italiana a occuparsi di alimentazione integrale e vegetariana. Nel 1984 fonda a Calcata il Circolo vegetariano VV.TT , e di lì a poco anche il Comitato per la Spiritualità Laica, pubblica i libri "Calcata. racconti dalla città invisibile" e "Incontri con i santi" (Edizione VV.TT.). Nel 1996, ad Acquapendente, partecipa alla fondazione della Rete Bioregionale Italiana, di cui diventa coordinatore nel 2009. Nel 2010 si trasferisce a Treia, nelle Marche, e pubblica "Vita senza tempo" assieme a Caterina Regazzi (Edizioni Vivere Altrimenti), "Riciclaggio della memoria, appunti su Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica", "Treia: storie di vita bioregionale" (Edizioni Tracce), "Compagni di viaggio" (Edizioni OM). Collabora regolarmente con la rivista laica "Non Credo" (Edizioni Religion Free) e con diversi blog ecologisti, tra cui Terra Nuova, Long Term Economy, Politicamente Corretto

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