I sogni degli altri c’interessano poco o non c’interessano per niente, ma questo è brevissimo e serve a far capire come questo virus pur non essendo entrato per fortuna e almeno sino ad ora, nel mio corpo, sia entrato profondo nella mia mente. Da un po’ di tempo ho preso a sognare persone con la mascherina, sogno alle volte di uscire di casa e di aver dimenticato la mascherina, e la notte scorsa ho sognato che dovevo scrivere una relazione su un uomo che era finito in prigione, colpevole d’essersi preso il virus bevendo vino. Io ci tengo ad un bicchiere di vino e questo nel sogno ha forse simboleggiato le piccole privazioni conseguenti alle restrizioni: non sono più andato in un bar a prendere un caffè, sebbene mi piacesse andarci; non sono più entrato in un ristorante. Aspetto l’estate quando si può mangiare all’aperto. La prigione ha forse simboleggiato il pericolo di dover finire in ospedale in questo periodo. Perlomeno immagino sia così. Questo virus non ci ha fatto venire la paura di sora morte corporale, giacché quella l’abbiamo sempre, perlomeno io ce l’ho essendo parecchio avanti negli anni, ci ha fatto venire la paura di una brutta morte, di una morte cattiva. E nella solitudine.
Renato Pierri