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Ligabue torna il 4 dicembre con l’album di inediti “7” e la raccolta “77+7”

 

Correggio. «Sono uno che conosce la solitudine, che è diverso dal sentirsi solo».

È la riflessione di Luciano Ligabue, collegato in videoconferenza digitale, alla presentazione del disco di inediti “7” e della raccolta “77+7”, in uscita venerdì 4 dicembre.

«In questo anno particolare non abbiamo potuto festeggiare i miei 30 anni con la musica – ha precisato – Il concerto alla RCF Arena di Reggio Emilia non l’abbiamo potuto fare e così abbiamo pensato di guardare al passato con il box “77+7”, il libro “È andata così”: forse è troppo ma guardo sempre avanti a testa bassa perché non mi sono mai soffermato su quello che ho fatto. Per il covid ho avuto la voglia di raccontare questa storia attraverso i miei occhi con un libro ed è stato quasi magico vedere che ogni 5 mesi è uscito un mio singolo, e sono 77, e spuntano anche 7 canzoni nuove che vengono dal passato».

Il 7 è ricorrente per Ligabue e dopo i 7 concerti nel 2007 a Roma e i 7 a Milano ora arriva “77+7” con i 77 singoli che hanno fatto la sua storia, rimasterizzati nel 2020, oltre ai 7 brani inediti.

«Il 7 è stato sempre il mio numero preferito – ha fatto notare – Anni fa mi arrivarono per posta due lettere scritte a mano di due numerologhi in cui evidenziavano che avevo un 7 che cammina, il mio nome è di 7 lettere, lo stesso per il cognome, le mie iniziali sono due 7 capovolte, il mio primo concerto fu nel 1977, le tracce di successo numero 7 sono ricorrenti nei miei album come è appunto “Certe notti”, e potrei continuare: un po’ per gioco e un po’ per pretesto questa volta ho adottato “77+7”».

Fra i brani di “7” spicca il nuovo singolo “Volente o nolente” cantato con Elisa.

«15 anni fa scrissi “Gli ostacoli del cuore” che vedevo cantata da qualcun altro e pensai ad Elisa: ha a che fare con me e sono permaloso – ha confidato – Preparai anche il provino di quest’altra canzone, registrammo le ‘demo’ e quando ho riaperto questo cassetto della memoria ho capito che le persone che sono costrette a stare separate una dall’altra c’entrano con la problematica di questo periodo. La performance di Elisa risale a 15 anni fa, e si sente».

Fra i brani di “77” spicca per attualità “Niente paura”.

«Oggi è quasi sfacciato ma dobbiamo essere preoccupati e gestire questa emergenza – ha accennato – È importante non essere contagiati dal virus, non dobbiamo averne paura più di tanto perché il futuro non ci deve fare paura; arriveranno i vaccini, siamo solo spettatori e incrociamo le dita: questa è una specie di guerra che dobbiamo vincere».

La creatività è alla base de lavoro di un cantautore.

«La creatività è legata agli stati d’animo di ognuno di noi, sono diversi ogni giorno e a volte destano preoccupazione – ha confessato – Io scrivo moltissimo ed è uno scotto psicologico perché la creatività è condizionata dal tuo umore, muoversi con un sentimento di speranza: le canzoni non possono risolvere le crisi delle persone ma sono una mano sulla spalla e possono tenere compagnia».

Il 19 giugno 2021 Luciano Ligabue tornerà dal vivo con “30 anni in un (nuovo) giorno”, l’evento in data unica, già “sold out” con 100.000 biglietti venduti in prevendita, che inaugurerà la RCF Arena di Reggio Emilia a Campovolo nel segno della sua straordinaria carriera.

«Non mi ci sto preparando perché sono in una fase di estrema frustrazione – ha sottolineato – Oggi ho voglia, la rabbia, e sono una pentola a pressione colma di sentimenti: sarà una festa meritata per chi ha comprato i biglietti e sono convinto che la frustrazione da sfogare andrà oltre al concerto. Fare un concerto per me è avere davanti qualcuno da cui carpire le emozioni, vedere i corpi ballare: non riesco a pensare che i concerti si possono ridurre a un corrispettivo di una sala prova, essere guardato su uno schermo in streaming; non sappiamo niente del futuro ma ai concerti lavorano tante persone che ora aspettano: per il bene della musica non dobbiamo arrivare allo streaming».

Il Liga ai 60 anni di età ha avuto alti e bassi in 30 anni di carriera.

«I miei 60 anni si dividono in 30 in cui non ho fatto il musicista e in 30 che l’ho fatto – ha riflettuto – L’intensità la si paga e a volte ho perso me stesso; nel 1999 avevo meditato di smettere ma dopo 20 anni sono ancora qui: non ero preparato a quella mole di successo, avevo fatto tutto, l’album “Buon compleanno Elvis” aveva superato il milione di copie, con “Certe Notti” mi aggiudicai la Targa Tenco come canzone dell’anno, la raccolta “Su e giù da un palco” fu l’album ‘live’ più venduto di sempre in Italia con oltre un milione di copie, nel tempio del calcio e del rock di San Siro nell’estate del 1997 tenni due concerti da 110.000 spettatori, mi esibii in un singolare duetto con Luciano Pavarotti sul palco del Pavarotti & Friends; durante gli anni successivi avevo meditato che tanta popolarità ti pone davanti a un bivio».

Sul festival di Sanremo il Liga è stato molto cauto.

«Non credo proprio che lo farò – ha apostrofato – Si terrà sicuramente ma al momento non so niente: c’è grande attesa perché è la massima manifestazione canora ancora esistente in Italia».

Franco Gigante

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