Siria: Save the Children, più di 125 bambini sono stati uccisi o feriti a causa delle frequenti violenze nel Nord-Ovest della Siria

 

A ottobre registrato il più alto numero di vittime tra i minori dall’inizio del cessate il fuoco nel marzo scorso. L’Organizzazione denuncia una situazione divenuta intollerabile e invita tutte le parti in conflitto a rispettare le leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani

Almeno 43 bambini sono stati uccisi e altri 84 feriti nel nord-ovest della Siria dall’inizio del cessate il fuoco nel marzo 2020, secondo l’analisi dei dati di Save the Children[1], l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Ottobre è stato di gran lunga il mese peggiore, con 27 bambini uccisi o feriti, pari a un quarto del numero totale di vittime tra i minori. La situazione della sicurezza si è deteriorata a Idlib, Aleppo e Hama nel nord-ovest della Siria, con segnalazioni di ordigni esplosivi improvvisati (IED), bombardamenti e colpi di artiglieria in tutta la regione.

Nonostante il cessate il fuoco concordato a marzo tra le parti in guerra, i dati analizzati da Save the Children mostrano che nel nord-ovest del Paese si sono verificate frequenti violenze che hanno devastato la vita dei bambini e delle loro famiglie, colpendo case, ospedali e scuole. Da marzo, 273 civili sono stati uccisi e 875 feriti nelle tre province nord-occidentali di Idlib, Hama e Aleppo. Si tratta di una media di 143 morti o feriti al mese.

In tutto il nord-ovest, a settembre e ottobre sono stati circa 45 gli episodi di violenza contro i civili[2]. Solo all’inizio di novembre, quattro bambini sono stati uccisi durante intensi bombardamenti su diversi villaggi a Idlib.

Sami *, 10 anni, ha perso sua madre e suo fratello durante un attacco a Maarat Al Numan, a sud di Idlib. “Non mangerò mai più il gelato. Non mi piace più. È a causa del gelato che mia madre e mio fratello sono morti. Ho chiesto loro di portarmi a prendere un gelato. L’aereo ha colpito il negozio quando erano lì e sono morti” ha affermato.

Majda *, 8 anni, ha perso il braccio durante i bombardamenti ad Ariha. “Ridammi il braccio e ti prometto che non darò filo da torcere a mia madre” ha detto.

Queste le parole strazianti di Fouad *, padre di tre figli: “Il momento più difficile del bombardamento arriva quando i tuoi bambini ti guardano negli occhi e vengono a nascondere il loro volto sulle tue ginocchia. Pensano che tu come padre puoi proteggerli quando non puoi proteggere neanche te stesso”.

“Nonostante il cessate il fuoco di marzo, il conflitto in Siria continua a uccidere bambini e le loro famiglie in tutto il Paese. La situazione è sempre più intollerabile. Questi numeri ci ricordano come siano soprattutto i minori a sopportare il peso di questa guerra. Anche in periodi senza una grave escalation militare, vengono uccisi e mutilati. I bambini nel nord-ovest della Siria vivono in costante pericolo. Devono fuggire dalle proprie case a causa del conflitto, cercando allo stesso tempo protezione dalla mortale pandemia di coronavirus. Vanno a dormire affamati perché le loro famiglie non riescono a trovare cibo a sufficienza” ha dichiarato Sonia Khush, Direttrice dell’Emergenza di Save the Children in Siria.

Secondo un recente rapporto di Save the Children negli ultimi mesi 700.000 minori in più stanno soffrendo la fame in Siria a causa dell’economia gravemente danneggiata, della violenza e dell’impatto delle restrizioni dovute al COVID-19. I dati delle Nazioni Unite mostrano che il numero di contagi confermati del virus è aumentato di 20 volte tra la seconda settimana di settembre e la metà di ottobre[3].

I bambini sono particolarmente esposti all’impatto delle armi esplosive. Save the Children invia tutte le parti in conflitto a proteggere meglio i ragazzi e le loro famiglie, salvaguardare infrastrutture vitali come scuole e ospedali, e a rispettare le leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani.

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