Lo scopo di questo scritto è quello di mettere in chiaro alcuni concetti base su ciò che io chiamo “Spiritualità Laica” che non è certo una nuova filosofia, assolutamente no! Semplicemente è un modo di esprimere qualcosa che c’era già, nella via personalizzata del ritorno a casa.
Per una sorta di simpatia che percepisco verso tutte le persone con le quali riesco a condividere emozioni e sentimenti ho pensato che potesse essere utile (per me e per loro) chiarire alcuni aspetti dell’auto conoscenza che ancora si rivolgono alla persona. Poiché (comunque) dalla persona dobbiamo partire in quanto depositaria della prima scintilla di Coscienza dalla quale tutto deriva. Non voglio perciò sminuire il valore di questa persona, e come “questa” anche tutte le altre che pazientemente seguono e precedono.
Conoscere le caratteristiche incarnate, saper individuare le pulsioni che contraddistinguono la nostra persona, è sicuramente utile per non farci imbrogliare dalla mente, per non cadere nella trappola della falsa identità. Infatti tutto ciò che può essere descritto non può essere “noi” ma solo la struttura funzionale del corpo/mente (nella quale ci riconosciamo). Questo apparato psico-fisico è il risultato della commistione di forze naturali (od elementi) e di qualità psichiche (che degli elementi sono espressione). Nella multiforme interconnessione di queste energie gli infiniti esseri prendono forma…. Anche se –in verità- non si tratta di “forze” né di “esseri” bensì di una singola forza e di un solo essere che assume vari aspetti durante il suo svolgersi nello spazio-tempo.
Ma qui occorre descrivere la “capacità separativa” (maya – yin e yang) che produce l’illusione della diversità. Essa è il primo concetto che si forma nella mente (in effetti è la mente stessa) contemporaneamente all’apparire del pensiero “io”. Attenzione non si tratta dell’Io Assoluto, l’Essere ed esserne coscienti aldilà di ogni identificazione, si tratta invece del primo riflesso cosciente (di tale Io) nella mente e che consente l’oggettivazione e la percezione dell’esteriorità attraverso i sensi. In tal modo si attua il meccanismo dissociativo di “io sono questo” e quel che viene osservato “è altro”. Così il dualismo assume una sembianza di realtà e viene corroborato dalla causalità consequenziale alle trasformazioni che si srotolano nello spazio/tempo. Il processo formativo duale è di facile individuazione da parte dell’accorto intelletto (nel senso di attento) ma questa considerazione è ancora all’interno del riflesso speculare della mente, per cui dal punto di vista della Conoscenza Assoluta anche questa spiegazione (o comprensione) è futile, forse innecessaria e magari addirittura fuorviante… (a causa della tendenza appropriativa del pensiero speculare) e qui ritorno alla necessità di conoscere la propria mente per non rimanere ingannati dalle sue elucubrazioni empiriche, tese cioè a dimostrare una realtà oggettiva.
Qualcuno potrebbe chiedersi a questo punto: “…Allora perché scrivere tutto ciò? Perché leggerlo?” – Ma la risposta è banale, talvolta prima di gettare l’immondizia sentiamo il bisogno di esaminarla in ogni particolare in modo da non aver poi rimpianti… Purtroppo in anni ed anni di volo basso abbiamo sviluppato un forte attaccamento alla zavorra…!
Paolo D’Arpini
Post Scriptum.
La coscienza individuale è in costante movimento ed evoluzione, seguendo i diversi modi di sviluppo della società od i periodi storici nei quali si manifestano le vicende umane. Ogni transizione assomiglia al superamento di un livello d’apprendimento, un po’ come succede nella spirale del DNA. La coscienza, in questo caso meglio definirla mente, si muove dalle espressioni più semplici a quelle più complesse. Una sorta di testimonianza-memoria dei vari processi sofisticati della vita.
Fonte: https://bioregionalismo.blogspot.com/2019/12/short-essay-on-lay-spirituality-breve.html
Testo Inglese:
The purpose of this paper is to make clear some basic concepts about what I call “Lay Spirituality” which is certainly not a new philosophy, absolutely not! It is simply a way of expressing something that was already there, in the personalized way back home.
For a kind of sympathy that I perceive towards all the people with whom I can share emotions and feelings, I thought it could be useful (for me and for them) to clarify some aspects of self-knowledge that still appeal to the person. Since (in any case) from the person we must start as a depository of the first spark of Consciousness from which everything derives. I do not want therefore to diminish the value of this person, and like “this” also all the others that patiently follow and precede.
Knowing the embodied characteristics, knowing how to identify the impulses that distinguish our person, is certainly useful so as not to be fooled by the mind, so as not to fall into the trap of false identity. In fact all that can be described cannot be “we” but only the functional structure of the body / mind (in which we recognize ourselves). This psycho-physical apparatus is the result of the mixture of natural forces (or elements) and psychic qualities (which are elements of expression). In the multiform interconnection of these energies the infinite beings take shape … Although – in truth – we are not dealing with “forces” or “beings” but with a single force and a single being that assumes various aspects during its unfolding in space-time.
But here it is necessary to describe the “separative capacity” (maya – yin and yang) which produces the illusion of diversity. It is the first concept that is formed in the mind (in fact it is the mind itself) simultaneously with the appearance of the thought “I”. Attention it is not the Absolute Ego, Being and being aware of it beyond any identification, it is instead the first conscious reflection (of this Ego) in the mind and that allows the objectification and perception of exteriority through the senses. In this way the dissociative mechanism of “I am this” is implemented and what is observed “is other”. Thus dualism takes on a semblance of reality and is corroborated by the consequential causality of the transformations that unfold in space / time. The dual formative process is easy to identify by the shrewd intellect (in the sense of attentive) but this consideration is still within the mirror reflection of the mind, so from the point of view of the Absolute Knowledge also this explanation (or understanding) it is futile, perhaps unnecessary and perhaps even misleading … (due to the appropriating tendency of specular thinking) and here I return to the need to know one’s own mind in order not to be deceived by its empirical ruminations, that is, aimed at demonstrating an objective reality.
At this point someone might ask: “… So why write all this? Why read it? “- But the answer is trivial, sometimes before throwing the garbage we feel the need to examine it in every detail so as not to have regrets … Unfortunately in years and years of low flight we have developed a strong attachment to the ballast … !
Paolo D’Arpini