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Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian. Le minacce armene di estendono fino all’Ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia

Non bastava che l’Armenia, paese occupante dei territori dell’Azerbaigian e causa di 1 milione di profughi azerbaigiani, tentasse di espandere la sua occupazione verso altri territori dell’Azerbaigian, attaccasse con bombe a grappolo i civili azerbaigiani, inondasse il mondo di fake news sull’Azerbaigian: dagli inesistenti jihadisti nell’esercito azerbaigiano, al tentativo di dare una connotazione religiosa al conflitto, alle armi al fosforo, che invece è proprio l’Armenia ad utilizzare. Non si ferma la macchina del fango da parte di gruppi radicali armeni, pseudo pagine social o singoli personaggi molto probabilmente armeni con pseudonimi italiani, e investe anche i singoli, non più soltanto l’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia e altri organi istituzionali. E quindi è la volta di giornalisti italiani che scrivono articoli sul conflitto, che spesso hanno anche dato ampia voce alla parte armena: non è concesso intervistare la controparte azerbaigiana, ma possono dilagare le interviste a esponenti armeni. I giornalisti che tentano di visitare l’altra zona del fronte, quella azerbaigiana, e di fare un reportage imparziale o interviste giuste, vengono investiti da offese, intimidazioni e accuse di svendita della propria professionalità.
Ora ad essere colpito dall’odio è anche direttamente l’Ambasciatore dell’Azerbaigian in italia. Sui social spunta infatti l’hashtag:
#PrayfortheambassadorofAzinItaly, un’evidente minaccia personale, che va ad aggiungersi alle molte manifestazioni di disprezzo, che l’Azerbaigian continua a denunciare e sulle quali chiede la sensibilizzazione della comunità internazionale.

Sulla questione è intervenuto anche l’On. Paolo Grimoldi (Lega), che ha espresso solidarietà all’Ambasciatore, twittando che “Attacchi personali e minacce non sono mai accettabili, tanto più se riferiti ad un ambasciatore che presta servizio nel nostro paese. Occorre contribuire a portare la pace dove c’è guerra e non guerre altrui in Italia”.
L’Ambasciata dell’Azerbaigian ha denunciato tutto l’accaduto, tramite i canali ufficiali, e ha richiesto una doverosa indagine su tutti questi atti minacciosi.
Ci appelliamo al pubblico italiano, ai mezzi di comunicazione e al mondo politico, perché non restino indifferenti di fronte a simili intimidazioni e alzino la propria voce per condannare tutte le radicalizzazioni.

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