Spett. redazione,
oggi possiamo ritenerci soddisfatti. Non certo per la guerra scatenata dall’Azerbaigian che sta provocando migliaia di vittime anche fra la popolazione civile; purtroppo, le forze armate azere continuano a bombardare insediamenti pacifici colpendo obiettivi senza alcun valore militare o strategico come il mercato di Stepanakert ieri.
D’altronde lo avevamo detto sin dall’inizio dell’attacco che l’obiettivo del regime di Aliyev non era quello di conquistare l’Artsakh (Nagorno Karabakh) ma di portare a termine un’operazione di pulizia etnica eliminando la popolazione armena. Le convenzioni internazionali d’altronde possono anche attendere…
Però, nella drammaticità di queste settimane qualche piccola soddisfazione finalmente arriva.
Dobbiamo con piacere prendere atto che l’ambasciata azera, o chi scrive per essa dimenticando peraltro la buona etichetta diplomatica, dà ragione alle nostre tesi.
Riguardo l’ultimo intervento di “Azerbaigian Italia Unione” (?) che arriva a considerare diffamatoria la pubblicazione di mail di minaccia pervenute al protocollo del Comune di Asolo ‘colpevole’ di aver votato una mozione di solidarietà all’Artsakh, ecco che gli azeri danno il meglio di loro, di fatto dando ragione alle nostre considerazioni.
Accusano gli armeni di minacce (?) ma poi avvertono che “è un peccato per chi le ha pubblicate e per chi ha scelto di crederci”; per poi aggiungere che “ciò che la comunità Azerbaigiana fa in questi giorni è informare le rispettive istituzioni italiane sulla verità della questione e metterle in guardia”(sic!) che è poi un modo soft per dire che gli azeri stanno facendo pressione sulle istituzioni italiane come attestano le ingenti … spese postali sostenute in queste settimane dalla sede diplomatica di Baku.
Ma a parte tali scaramucce dialettiche, annotiamo con piacere – e la condividiamo appieno – la considerazione dei nostri interlocutori azeri allorchè affermano che “la questione del Nagorno Karabakh è tra Armenia ed Azerbaigian, e solo queste due parti possono risolverla. Coinvolgere terze parti è inutile.”
È vero che abbiamo sempre sostenuto la necessità che al tavolo negoziale negli anni passati venisse fatto sedere anche un rappresentante della repubblica di Artsakh, soggetto principale del contenzioso; ma, in questo frangente non possiamo che concordare con l’affermazione azera.
Quindi preghiamo l’Azerbaigian di estromettere la Turchia dalla guerra rinunciando al supporto logistico e militare di Ankara e dei mercenari jihadisti turcomanni mandati da Siria e Libia a combattere per gli azeri.
Rinunci l’Azerbaigian ai droni turchi da combattimento Bayraktar, agli F16 turchi con i quali bombarda i villaggi della regione.
L’Azerbaigian estrometta – sì, siamo d’accordo con voi! – questo terzo soggetto e vediamo come va a finire.
La verità è che Aliyev è diventato un vassallo di Erdogan (d’altronde fra dittatori si intendono) e ha rinunciato alla propria sovranità.
Allora, cari azeri, li mandate via i turchi dalla guerra?
CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA