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Caro Diego auguri.

Auguri con l’affetto vero di chi ti ha seguito con le lacrime agli occhi quando toccavi il pallone. Auguri e grazie per aver regalato al popolo napoletano tifoso e non il resoconto della rivalsa, della ribellione ad un nord che rovina e spacca questa terra sempre di più ogni giorno.

Grande Diego ma come hai fatto?

Tu sei la leggenda di te stesso. Tu non hai mai smesso di giocare a pallone e, per tutto questo tempo sei stato presente nei nostri cuori, nelle nostre urla di gioia, nella certezza che con te avremmo vinto. Vinto sempre. Sei stato e sarai sempre presente nelle nostre librerie, nei video che i nipoti dei nostri nipoti vedranno all’infinito.

Tu sei destinato, predestinato a vivere in eterno e tu e te stesso sono veramente due cose diverse. Tu hai sempre parlato in terza persona di te stesso” Maradona oggi non ha giocato bene…” Neanche tu sai il confine ed il perimetro di te stesso meravigliato ed impressionato da questo fenomeno.

Caro Diego non ne nasceranno più come te questo è sicuro. Il mito ha superato anche l’enfasi lirica di un poema perché il calcio è un gioco ma tu lo hai assurto a magia, armonia a musica, sinfonia.

Caro Diego grazie per avermi fatto vivere momenti indimenticabili. Grazie perché io ti ho visto e vissuto dal vivo, perché ancora oggi cammino impettito perché la mia squadra del cuore aveva te ed avrà per sempre te e solo te al numero dieci del Napoli calcio.

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