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TOSCANA, CIMOP IN CAMPO CONTRO IL COVID. OCCHIONI: “MA LA POLITICA COSA FA PER IL NOSTRO DISAGIO?”

 

“La CIMOP in campo anche in Toscana: ma la politica cosa fa per il nostro disagio?”. Così il Segretario Regionale Toscano della Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata, dott. Antonio Occhioni che mette l’accento sulle numerose criticità che non riguardano solo l’emergenza sanitaria in sé, ma toccano anche il mancato rinnovo contrattuale per i medici della sanità privata da parte di Aiop.

“Mi corre l’obbligo di rappresentare il disagio e la protesta dei colleghi della Toscana ed in particolare dei medici dipendenti delle strutture Aiop, delusi per un contratto mai arrivato a soluzione definitiva con la firma delle parti, ma contemporaneamente si esprime anche piena soddisfazione per quello firmato con la controparte Aris, a suggello di lavori che datano ormai da circa 4 anni. Lo stato di frustrazione è dettato dai modi decisamente scorretti dell’Aiop non tanto nel corso delle pur annose e difficili trattative, ma alla fine delle stesse allorchè ai loro delegati avevano già concordato una preintesa con la Cimop, salvo rinnegare dopo pochi giorni ciò che loro stessi avevano solennemente accettato davanti alle delegazioni al completo. Siamo stufi, inoltre, di dover continuare ad assistere ad inutili teatrini politici e alle farlocche promesse di esponenti governativi sull’aumento contrattuale.”

E aggiunge: “La crescente spinta a fare di più con meno e l’incentivazione alla produttività basata sul volume, (problemi maggiormente evidenti nelle strutture private) nonchè i regolamenti complicati, generano nei medici tensioni etiche tra il dovere di servire il malato ed essere contemporaneamente amministratori responsabili delle risorse sanitarie. La dissonanza diviene costante e può culminare in alti livelli di stress lavorativo ed erodere anche il benessere professionale del medico più resiliente. Con la pandemia i medici hanno preso piena consapevolezza del valore di un’organizzazione efficace, di cui è un esempio l’importanza data alla gestione del rischio infettivo. Inoltre denunciamo uno stato di malessere generale che viene espresso dai medici dipendenti delle Case di Cura della nostra Regione, rappresentato oltre che dai suddetti problemi, dalla non efficiente, in molte le strutture sanitarie, ed adeguata prevenzione alle infezioni Covid. Il nostro appello – sottolinea – è quello di considerare per il personale medico e l’intera filiera sanitaria interna alle cliniche private uno screening continuativo con lo scopo di sottoporli a tampone periodicamente (con non meno di 1 tampone ogni 15 giorni), in modo tale da consentire un contenimento del contagio all’interno ed all’esterno delle strutture sanitarie ed assicurare, quindi, una adeguata prevenzione sanitaria.Tutelare i medici, anche con la dotazione di tutti i dpi necessari; ciò non rappresenta solo una forma di garanzia per loro stessi ma anche una tutela della salute di tutti i pazienti. Cambiamo passo, questo chiediamo alle strutture private in Toscana, invece di riempirci di chiacchiere, lavoriamo a testa bassa ma con adeguate azioni preventive di difesa, cioè tamponi periodici e Dpi.”

E conclude: “Ricordo inoltre che il budget dedicato alle strutture private accreditate in Toscana rappresenta meno del 4% dell’intero budget regionale dedicato alla Sanità. La situazione in atto presenta attualmente delle punte di criticità come in passato ed a cui, come sindacato, e come medici dobbiamo farvi nuovamente fronte. Critica inoltre è la nostra posizione verso le Istituzioni Regionali che ad oggi non hanno ancora attribuito i nuovi finanziamenti concordati ed elargiti dallo Stato con la legge finanziaria 2020 con interventi relativi alle tariffe e ai budget come da indicazioni della Conferenza Stato Regioni. Come potremo affrontare una tale nuova criticità? Le Case di Cura e le Istituzioni stanno pensando di riaprire nuovi reparti Covid: a chi chiederanno questo nuovo sforzo? Sicuramente ai medici che assolveranno ai loro doveri mentre la controparte datoriale si è dileguata con disonore al momento di assolvere ai suoi, peraltro già concordati. La classe medica è sempre in attesa, da troppo tempo, che venga riconosciuta la professionalità, la dedizione e l’altruismo ben evidente in occasione della prima crisi pandemica. Non riteniamo accettabile che i medici della sanità privata Toscana continuino a essere trattati come figli di un dio minore. E questo lo dico anche alle Istituzioni regionali, sanitarie e non, della Toscana, i cui rappresentanti si sono riempiti la bocca ringraziandoci e adulandoci, ma che a tutt’oggi non hanno fatto nulla per spingere sull’acceleratore affinché fosse facilitata una conclusione soddisfacente del nostro contratto.”

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