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Nonviolenza per l’attuazione del bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica – Nonviolence for the implementation of bioregionalism, deep ecology and lay spirituality

 In previsione delle celebrazioni del 4 novembre come invito alla Nonviolenza

Affresco di Carlo Monopoli

L’ecologia profonda analizza l’organismo, le componenti vitali e geomorfologiche, le loro correlazioni e funzionamento organico ed il bioregionalismo riconosce gli ambiti territoriali (bioregioni) in cui tali processi si manifestano in forma qualificata di “organi” territoriali e culturali. Come terzo elemento componente c’è “l’osservatore”, cioè l’Intelligenza Coscienza che anima il processo conoscitivo, da me definita “spiritualità laica”. Ovvero la capacità e lo stimolo di ricerca e comprensione della vita che analizza se stessa. E soprattutto la sua messa in pratica.

E dal punto di vista della pratica non varrebbe la pena di risalire all’inventore del termine “bioregionalismo” poiché, come in effetti è per l’ecologia e per la spiritualità, è qualcosa che è sempre esistita, in quanto espressione della vita, perciò nelle diverse epoche storiche questi processi hanno ricevuto nomi diversi: panteismo, spiritus loci, animismo, etc. Ed in ogni caso questi tre modi descrittivi sono indivisibili l’uno dall’altro, come è indivisibile l’esistenza. Diceva un grande saggio: “Noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati” (Nisargadatta Maharaj).

Il mondo è un grande laboratorio bioregionale. Forse non abbiamo bisogno di ricorrere alla Storia che con le interpretazioni di chi riporta, narra, commenta, fatti e comportamenti umani, non ci fa vivere o rivivere esperienze aderenti alla realtà dei tempi. Forse ci dobbiamo rivolgere a quel grande laboratorio che è il mondo oggi. Di fatto, in questo momento possiamo entrare nella storia, possiamo guardare a tutte quelle popolazioni presenti oggi nel mondo, che sono rappresentative di realtà che vanno da uno stato che non si discosta molto da quello primordiale a quello che rappresenta lo stato più avanzato della tecnologia. Questo gioco della natura ci consente un’osservazione diretta di sistemi di aggregazione sociale, culturale ed economica, di interpretarli e di cercare di capire che cosa fare per superare le vecchie e le nuove miserie e di essere attori entusiasti nel progetto di costruzione di un mondo equo, solidale, felice, e quindi con un futuro.

L’approccio “nonviolento” nei confronti dei viventi, della  politica e dell’economia,   è la semplice conseguenza della consapevolezza di partecipare ad un tutto inscindibile in cui l’altro e noi stessi siamo un’unica entità. In questo senso la  “nonviolenza” assume un significato più profondo, non è semplice astensione dal praticare atti offensivi bensì la comprensione che qualsiasi azione “violenta” è comunque rivolta a se stessi. Quindi l’uso della “violenza”, nel senso di determinazione, è limitato alle sole azioni propedeutiche alla crescita, mai al soddisfacimento di vantaggi egoistici o di punizione e vendetta gratuita.

Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana

Fonte: https://bioregionalismo.blogspot.com/2020/10/nonviolence-for-implementation-of.html

Testo Inglese:

Deep ecology analyzes the organism, the vital and geomorphological components, their correlations and organic functioning and bioregionalism recognizes the territorial areas (bioregions) in which these processes manifest themselves in the form of qualified territorial and cultural “organs”. As a third component element there is “the observer”, that is the Intelligence Consciousness that animates the cognitive process, which I define as “lay spirituality”. That is the ability and the stimulus of research and understanding of life that analyzes itself. And above all its implementation.

And from the point of view of practice it would not be worth going back to the inventor of the term “bioregionalism” because, as indeed it is for deep ecology and lay spirituality,  for it is something that has always existed, as an expression of life, therefore in different historical periods these processes have received different names: pantheism, spiritus loci, animism, etc. And in any case, these three descriptive modes are indivisible from each other, just as existence is indivisible. A great sage used to say: “We cannot be anything other than an integral part of the total manifestation and total functioning and in no way can we be separated from it” (Nisargadatta Maharaj).

The world is a large bioregional laboratory. Perhaps we do not need to resort to history which, with the interpretations of those who report, narrate, comment on human facts and behaviors, does not make us live or relive experiences that adhere to the reality of the times. Perhaps we need to turn to that great laboratory that is the world today. In fact, at this moment we can enter history, we can look at all those populations present in the world today, which are representative of realities ranging from a state that does not differ much from the primordial one to one that represents the most advanced state of technology. . This game of nature allows us to directly observe systems of social, cultural and economic aggregation, to interpret them and to try to understand what to do to overcome old and new miseries and to be enthusiastic actors in the project of building a world. fair, supportive, happy, and therefore with a future.

The “nonviolent” approach towards the living, politics and the economy is the simple consequence of the awareness of participating in an inseparable whole in which the other and ourselves are one entity. In this sense, the word “nonviolence” takes on a deeper meaning, it is not a simple abstention from practicing offensive acts but the understanding that any “violent” action is still aimed at oneself. So the use of “violence”, in the sense of determination, is limited only to preparatory actions for growth, never to the satisfaction of selfish advantages or free punishment and revenge.

Paolo D’Arpini – Italian Bioregional Network

Paolo D'Arpini nasce a Roma il 23 giugno 1944. Nel 1970/71 fonda a Verona il Circolo culturale "Ex" e scrive il suo primo libro Ten poems and ten reflections (Rummonds Editore). Nel 1976, a Calcata, fonda Annapurna la prima azienda italiana a occuparsi di alimentazione integrale e vegetariana. Nel 1984 fonda a Calcata il Circolo vegetariano VV.TT , e di lì a poco anche il Comitato per la Spiritualità Laica, pubblica i libri "Calcata. racconti dalla città invisibile" e "Incontri con i santi" (Edizione VV.TT.). Nel 1996, ad Acquapendente, partecipa alla fondazione della Rete Bioregionale Italiana, di cui diventa coordinatore nel 2009. Nel 2010 si trasferisce a Treia, nelle Marche, e pubblica "Vita senza tempo" assieme a Caterina Regazzi (Edizioni Vivere Altrimenti), "Riciclaggio della memoria, appunti su Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica", "Treia: storie di vita bioregionale" (Edizioni Tracce), "Compagni di viaggio" (Edizioni OM). Collabora regolarmente con la rivista laica "Non Credo" (Edizioni Religion Free) e con diversi blog ecologisti, tra cui Terra Nuova, Long Term Economy, Politicamente Corretto

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