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Urgente, Sanità e Covid19: lettera aperta al Presidente Conte e ai ministri Lamorgese e Speranza dal Movimento NOI

MOVIMENTO NOI – RETE UMANA

La questione Sanità nell’Ospedale Civile di Cosenza preoccupa cittadini, medici, infermieri e oss per l’aumento esponenziale dei casi di Covid19 e per come si chiede a tutti di fronteggiare l’emergenza nel caos e senza attrezzature e percorsi necessari. Anche la recente ispezione dei NAS conferma le preoccupazioni di tutti che oggi sfociano in una lettera aperta inviata dal Movimento NOI al Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al ministro della Salute Roberto Speranza. Il Movimento NOI che recentemente ha sollecitato la Magistratura di Cosenza con un esposto molto dettagliato, nel totale e incomprensibile silenzio della politica regionale e locale, facendosi carico del lamento di molti, chiede al Governo immediati provvedimenti non solo rivolti a sanare l’emergenza Covid, ma la stessa organizzazione sanitaria dell’Ospedale Civile di Cosenza che nel suo Pronto Soccorso e in alcuni reparti, vede l’acuirsi dell’incapacità politica locale di provvedere alla soluzione di problemi endemici, che devono necessariamente trovare una soluzione definitiva nell’assunzione del personale mancante, nella messa in sicurezza del Pronto Soccorso e dei Reparti, della costruzione di nuovi ed efficienti Ospedali pubblici, adeguati alle esigenze della medicina moderna. La situazione di stallo provocata dal Covid19 pesa, inoltre, su tutti quanti non riescono a curare altre gravissime patologie che vedono diluiti in un tempo incredibilmente eccessivo terapie e interventi, a rischio della vita di molti.

La lettera aperta

Oggetto: Condizioni emergenziali della sanità calabrese con precipuo riferimento al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza “Annunziata-Santa Barbara-Mariano Santo”. Richiesta di intervento urgente.

Le ben note difficoltà che affliggono la sanità calabrese, pur in costanza della gestione commissariale, protrattasi da oltre un decennio, hanno ormai assunto i connotati del disastro assistenziale ed organizzativo.

Il che, peraltro, avviene nel corso di una congiuntura storica eccezionalmente sfavorevole che, oltre al quotidiano acuirsi delle difficoltà legate alla recrudescenza dell’epidemia da Covid-19, ha visto la Regione Calabria subire in breve tempo vuoti incolmabili di governance, sia per le dichiarate dimissioni del Commissario Regionale ad acta per il piano di rientro, Generale Saverio Cotticelli, sia, da ultimo, per la prematura quanto drammatica scomparsa della Governatrice regionale On.le Jole Santelli.

Le odierne vicende, unitamente alle pregresse quanto endemiche carenze sistemiche della sanità regionale, rischiano di degenerare in autentiche spirali di sfiducia collettiva e di disaffezione dei cittadini al senso delle istituzioni.

L’estrinsecazione di tali gravissime evenienze costituisce quotidianamente l’autentico dramma vissuto in prima persona dai sanitari del Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, un Ospedale HUB, il maggiore della regione Calabria, che più di ogni altro soffre per la prolungata carenza di medici, infermieri ed oss, soprattutto in reparti chiave come il Pronto Soccorso ed il reparto di Malattie Infettive.

In particolare l’Unità Operativa Complessa di Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Emergenza soffre una particolare condizione di carenza di personale medico tanto da costituire un campione del tutto eccezionale di insufficienza nell’erogazione del servizio sanitario basilare per i cittadini.

Al fine di circostanziare quanto sin qui esposto è da considerare che, assumendo a base le linee guida della SIMEU, stilate sul rapporto medici-accessi annui in Pronto Soccorso, un HUB come quello di Cosenza dovrebbe avere tra i 18 ed i 20 medici in organico, mentre ve ne sono attualmente in servizio effettivo soltanto 9.

 Né si tratta di un’eccezionale carenza dovuta a speciali quanto temporanee congiunture storiche, posto che da molti mesi l’Azienda Ospedaliera, pur in periodo di massimo contenimento degli effetti della pandemia, ha omesso di approntare qualsivoglia concreta iniziativa volta al reintegro di un numero di medici adeguati al Pronto Soccorso di un Hub di primo livello.

Altrettanto drammatica è la carenza di posti letto nei reparti, tanto da costringere i pazienti a lunghe permanenze all’interno dei locali del Pronto Soccorso, in condizioni che definire precarie è riduttivo.

Se si considera che le gravissime contingenze sanitarie dell’attuale fase storica imporrebbero una maggiore cautela, anche nel distanziamento tra i pazienti affetti da Covid-19 ed i portatori di altre patologie, è agevole comprendere la preoccupazione dei sanitari in servizio presso il Pronto Soccorso, avuto riguardo del fatto che, al momento, non è in funzione alcun “reparto covid”, né tendostrutture esterne, finalizzate alle operazioni di pre-triage e permanenza dei pazienti positivi.

Ne deriva l’istaurarsi di una pericolosa condizione di promiscuità all’interno degli ambulatori del Pronto Soccorso, con potenziali ma non improbabili rischi di contagio per l’utenza e gli operatori.

Com’è noto tali pericoli si possono prevenire unicamente mediante l’adozione di idonei “percorsi” differenziati tra pazienti positivi al virus e pazienti affetti da altre patologie, di modo che la presenza o il transito dei primi non arrechi nocumento ai secondi, né al personale sanitario preposto all’accettazione e cura di questi ultimi.

Si pensi, a titolo esemplificativo, all’aggravamento delle condizioni di salute che potrebbe ricadere su quei pazienti oncologici i quali assiduamente ricorrono all’assistenza del Pronto Soccorso, qualora dovessero contrarre il virus in ambiente sanitario, così determinandone irreversibili degenerazioni del complessivo stato di salute e, financo, esiti prematuramente infausti.

Il che, oltre alla violazione di norme di legge in tema di sicurezza e salubrità dei luoghi nosocomiali, comporterebbe altresì gravissime conseguenze di ordine legale, in relazione al contenzioso che finirebbe per abbattersi sullo Stato in termini di onerose richieste risarcitorie da parte di eventuali pazienti lesi o deceduti per via del contagio.

E’, pertanto, improcrastinabile l’organizzazione di un ospedale precipuamente dedicato alla cura dei pazienti affetti dal Coronavirus, avente sede distaccate e/o isolata rispetto al nosocomio destinato alla generalità dell’utenza e per patologie diverse.

Nelle more della realizzazione del suddetto presidio ospedaliero ad hoc necessita con indefettibile urgenza la predisposizione di una corsia preferenziale per i pazienti positivi, interdetta alla permanenza ed al transito di operatori ed utenti affetti da altri patologie.

Inoltre è d’uopo attribuire primaria rilevanza alla ben nota problematica dell’insufficienza di spazi ove collocare idoneamente i sospetti covid in attesa di tampone, avuto anche riguardo dell’incipiente stagione invernale che, com’è noto, richiede la predisposizione di soluzioni interne alla struttura ospedaliera atte ad evitare l’impatto degli agenti atmosferici.

A tale ultima problematica si riconnette l’inadeguatezza strutturale dei locali ove ha sede il Pronto Soccorso che, senz’altro, in attesa della realizzazione del nuovo ospedale, deve essere allocato altrove e poter disporre di ambulatori che garantiscano il diritto alla privacy dei pazienti ed il distanziamento previsto anche dalle vigenti normative in materia di contenimento del contagio.

E’, in ultimo, necessario ricostituire le condizioni minime di sicurezza anche sotto il profilo dell’incolumità degli operatori sanitari del Pronto Soccorso i quali quotidianamente subiscono atti lesivi, percosse, ingiurie, minacce e condotte intimidatorie da parte dell’utenza che, probabilmente a causa del disservizio patito, dà libero sfogo ad aggressività e violenza.

Al fine di ristabilire idonee condizioni di sicurezza ed ordine pubblico ed evitare che tali esecrabili condotte possano sfociare in delitti ai danni delle persone e del patrimonio dell’ente, non vi è altra strada percorribile che non sia il ripristino di una postazione stabile di Pubblica Sicurezza.

In definitiva, confidando, nel provvidenziale quanto urgente intervento delle On.li Signorie Loro, restiamo a disposizione ai fini di qualsivoglia ulteriore costruttivo confronto od approfondimenti e rivolgiamo i nostri più deferenti saluti.

 

Il Presidente

Fabio Gallo

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