Ultimamente mi capita abbastanza spesso di fare questa affermazione : “ Beati coloro che non capiscono un…..e quindi non soffrono”. Confesso infatti, pur non essendo niente dal punto di vista culturale o, tanto per non buttarmi già del tutto, ritenendo di avere una cultura solo necessaria per potermi destreggiare da solo anche in contesti socio-politici che richiedono un po’ di conoscenza ed impegno, mi par di poter dire che abbiamo imboccato una strada sbagliata all’inizio di questa nuova era: si parla troppo e si conclude ancora meno. E ciò, da ogni cattedra-pulpito, soprattutto sanitari.
Fino ad oggi, o meglio fino a ieri, pareva che tutto fosse a portata di clic per poi arrenderci quando abbiamo scoperto che non è affatto così: Covip docet ! Ed allora, la “scienza” si è premurata di dare una giustificazione alla sua impotenza terapeutica eccependo che il virus in atto costituisce un fatto nuovo, sconosciuto sul quale bisogna capirne la sua eziologia. Lo studio a questo proposito, dopo una miriade di iniziative sbagliate, come l’accentramento delle strutture sanitarie e ossigenazione ai polmoni in presenza di trombi ai vari vasi polmonari, realtà che sicuramente ha provocato molte morti per colpa della scienza, io penso di non parlare con il senno di poi affermando che il vaccino anti-covid esiste già senza fare ulteriori ricerche sul come trovarlo, e quindi sconfiggerlo, e ciò sulla base degli antidoti che si adoperano già da anni per altre infezioni, senza correre il rischio di complicare le cose semplici: io non sono medico, ma osservo e leggo che, praticamente, almeno fino ad ora, si è cercato di fronteggiare la pandemia elaborando vari inibitori antivirali già in essere, promettendo un vaccino che, posto che arrivi e funzioni davvero, forse, e me lo auguro tanto, potrebbe non aver più senso in quanto, come ripeto da sempre, qualsiasi virus, nasce, si propaga alimentandosi per diverse ragioni, soprattutto ambientali, per poi perdere la sua carica, come pare oggi stia già avvenendo. Tamponi e terapie intensive non dicono niente rispetto al problema generale che sta investendo tutti, in percentuali diverse, sia da noi che all’estero.
E’ chiaro però che, se si continua ad alimentarlo, il rischio rimane. E’ superfluo specificare come viene alimentato, atteso che a questo riguardo se ne parla ogni giorno.
Al deficit terapeutico si aggiunge poi, a mio avviso, il troppo blaterare anche scientifico, realtà che, di fronte ad un target impreparato sotto questo specifico aspetto, al quale faccio parte anch’io in prima persona, si sta creando una nuova malattia originata dall’ansia, dalla paura, aspetti tutti che determinano sfiducia e mancanza di voglia di intraprendere qualsiasi azione che non sia estremamente necessaria per sopravvivere a questo status pandemico che nessuno si sarebbe mai aspettato di tale portata, non sottacendo che, all’interno di tante abitazioni, anche i sani e/o asintomatici, in aggiunta a coloro che sono ricoverati, pullulano ormai malattie di altra natura, il cui “psicosomatismo” si sta trasformando in vere e proprie malattie organiche che richiederebbero un ricovero negli ospedali, realtà che però viene scartata per paura di contrarre il coronavirus, realtà che ormai sta tradendo nelle diagnosi ogni operatore sanitario: chissà, ma questa è forse una mia cattiveria, se il coronavirus c’entri sempre, o non sia piuttosto determinato anche da una scienza che blatera troppo finendo per “contagiare psicologicamente” gli stessi medici dei P.S. o quelli di base ?
Non è una novità che oggi, quando andiamo in farmacia, al pronto soccorso magari per una storta alla caviglia, ed in qualsiasi altra struttura pubblica o privata, la domanda che ci fa il nostro interlocutore è sempre legata al coronavirus…
Di certo, così non si potrà continuare per troppo tempo, ad evitare non solo che non ci siano più posti in (passatemi il termine) in manicomio, ma che non ci siano più neanche gli operatori sanitari allo scopo, come oggi succede per anestesisti, pneumologi, medici in generale…
Voglio spararne una a naso: penso che per il vaccino le cose non andranno come si “blatera” quanto a tempi ed efficacia e che si debba operare con pazienza, ma soprattutto intelligenza, sulle strategie per attenuarne gli effetti fino a quando avremo ragione su di esso. E ciò anche sulla base delle considerazione fatte dianzi, riguardanti nascita, alimentazione e scomparsa del virus, magari portandocelo appresso per lungo tempo, considerandolo una patologia che regredisce da sola per esaurimento della sua carica virale.
Mi auguro di sbagliare, nel qual caso, rivaluterò anche…l’ OMS.
Arnaldo De Porti
Belluno-Feltre