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WOMEN FOR ONCOLOGY INCONTRA IL MINISTERO DELLA SALUTE

 

L’APPELLO: UN TAVOLO DI LAVORO INTERMINISTERIALE PER CONTRASTARE IL GENDER GAP DELLE DONNE IN SANITÀ, SPECIALMENTE IN ONCOLOGIA E CHIRURGIA

 

In Italia solo 3 donne in tutta Italia ricoprono una posizione di Professore ordinario e una sola dirige la di Scuola di Specializzazione in Oncologia.

Nell’ambito della chirurgia rappresentano il 2.5% dei Direttori di Dipartimento e il 4.9% dei Direttori delle Scuole di Specialità.

 

Roma, 16 ottobre – La sanità è donna ma non nella leadership. Per questo motivo è fondamentale riconoscere l’esistenza di un gender gap e promuovere un tavolo interministeriale per permettere alle donne di avere le stesse opportunità di carriera dei colleghi maschi. Queste le richieste e le proposte presentate da una delegazione di Women For Oncology Italia – spin off del gruppo europeo nato all’interno dell’Esmo – e Women in Surgery, durante l’incontro con la Sottosegretaria al Ministero della Salute Sandra Zampa.

Durante l’incontro, tenutosi il 15 ottobre, la delegazione formata da Marina Garassino (Presidente di Women For Oncology e responsabile dell’unità di oncologia toracica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano), Domenica Lorusso (Responsabile UO programmazione ricerca clinica, Direzione scientifica e ginecologia oncologica, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma) e Gaya Spolverato (Presidente di Women in Surgery), ha chiesto che venga svolta, sotto l’egida del Ministero della Salute, un’indagine nazionale conoscitiva e un monitoraggio dell’attuale situazione sul gender gap in sanità; venga creato quanto prima un tavolo interministeriale guidato dal Ministero della Salute che, insieme al Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero delle Pari Opportunità, partendo dai dati a disposizione e valutando le esperienze internazionali, proponga strumenti e soluzioni per ridurre il gender gap in sanità, creando regole che permettano alle donne di avere le stesse opportunità dei loro colleghi maschi; infine vengano promosse azioni di sensibilizzazione, coinvolgendo tutti i partner che hanno presentato queste proposte, producendo anche linee guida insieme alla Conferenza delle Regioni e all’Ordine dei Medici.

Le proposte infatti sono state condivise e sottoscritte, in un precedente incontro, anche da CittadinanzAttiva, Dateci Voce, Women in Surgery, ANAAO-ASSOMED, FNOMCeo, FIASO.

L’incontro è stato anche l’occasione per Women for Oncology Italia e Women in Surgery per presentare alcuni importanti dati sullo scenario italiano. Il 75% degli iscritti al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia è donna, è quindi ragionevole pensare che nei prossimi anni la professione del medico sarà fortemente sbilanciata verso una predominanza femminile.

“L’esistenza di un gender gap nasce dalla preesistenza di stereotipi, radicati nella nostra cultura, secondo i quali la figura della donna è associata esclusivamente al ruolo del caregiver, riservando all’uomo il compito del medico, del professore e del leader. Questi condizionamenti non permettono alle donne un avanzamento di carriera o il raggiungimento di ruoli di responsabilità nella Sanità italiana, specialmente in quegli ambiti ritenuti ancora oggi “maschili” come l’oncologia e la chirurgia – spiega Marina Garassino Presidente di W4O ItalyÈ per questo motivo che riteniamo fondamentale promuovere a livello istituzionale nuovi percorsi e regole che diano alle donne le stesse opportunità di carriera dei colleghi maschi”

Attualmente in Italia solo 45 donne medico su 169 ricoprono la posizione di Direttore di struttura semplice, dipartimentale o di struttura complessa. Solo a tre donne è stato assegnato il ruolo di Professore ordinario in Oncologia e una sola dirige la di Scuola di Specializzazione. In chirurgia, professione maschile per tradizione, la situazione è addirittura peggiore: a fronte di un progressivo aumento delle iscritte alle scuole di specialità chirurgiche non si assiste ad un’adeguata ridistribuzione per genere delle cariche apicali. Solo il 2,5% è nominata Direttore di Dipartimento di Chirurgia e solo il 4,9% è Direttore delle Scuole di Specialità.

Inoltre, secondo 7 medici su 10 esiste un gender gap delle donne rispetto agli uomini nella crescita professionale in ambito medico e nello specifico in oncologia. Un problema particolarmente sentito e di cui sono più consapevoli le donne – 8 su 10 – rispetto ad una minoranza degli uomini – meno di 4 su 10. Questi i dati della prima indagine sulla percezione della discriminazione di genere, condotta da Women 4 Oncology.

“Altri Paesi hanno avviato politiche di genere più equilibrate ed efficaci nel breve termine, tanto da progredire più rapidamente dell’Italia nella riduzione del Gender Gap, come riportato dal GGG Report 2020. In Italia, al contrario, non esiste alcun percorso in sanità volto a migliorare lo sbilanciamento di genere, soprattutto in branche come la chirurgia e l’oncologia – spiega Gaya Spolverato, Presidente di WISLa persistenza di questo divario, continuando a prediligere nelle figure apicali non le capacità del medico ma il suo genere, porterebbe ad un problema serio di sostenibilità del sistema sanitario. Infatti, la maggioranza della forza lavoro non sarebbe reclutata a ricoprire posizioni di leadership, comportando ad una minore qualità di erogazione dei servizi”.

Sull’incontro la delegazione delle associazioni si dice fiduciosa. “È stato un incontro importante, quello con la Sottosegretaria al Ministero della Salute, perché crediamo che possa essere un primo passo verso una collaborazione proficua tra istituzioni e associazioni. Anche la politica spesso non ha riconosciuto il problema, ne sono un esempio la nomina di tavoli tecnici, solo pochi mesi fa, quasi tutti al maschile. Questa è un’occasione in più per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica su questa tematica ancora poco riconosciuta. Sempre più associazioni in questi giorni, anche di fronte al Presidente della Repubblica, hanno richiesto che si trovino soluzioni al gender balance in sanità e in ogni professione. Adesso è il momento di agire”. conclude Marina Garassino.

Flavia Testorio

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