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Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian, 11 ottobre 2020

 

 

 

Nonostante l’accordo raggiunto durante la riunione dei Ministri degli Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian e della Repubblica d’Armenia a Mosca con la mediazione della Federazione Russa, per osservare un cessate il fuoco umanitario dalle ore 12:00 del 10 ottobre 2020, le forze armate dell’Armenia continuano a violare gravemente l’accordo.

Immediatamente dopo l’istituzione di un cessate il fuoco umanitario, le forze armate dell’Armenia hanno sparato sui distretti di Agdam e Tartar dell’Azerbaigian.  Poche ore dopo, le forze armate dell’Armenia hanno tentato di attaccare in direzione di Hadrut e Jabrayil.

Un operatore sanitario è rimasto gravemente ferito a seguito della sparatoria da parte delle forze armate dell’Armenia su un veicolo sanitario, chiaramente contrassegnato da una bandiera bianca, che raccoglieva i corpi dei soldati armeni nella zona di Sugovshan.

La notte dell’11 ottobre, Ganja, la seconda città più grande dell’Azerbaigian, collocata ben oltre la linea del fronte, è stata colpita dai razzi delle forze armate dell’Armenia.  L’attacco ha ucciso sette civili e ne ha feriti altri 39, inclusi minori.

Il bombardamento di civili e città da parte delle forze armate dell’Armenia dopo l’accordo di cessate il fuoco umanitario è un altro chiaro esempio di barbarie e mostra che gli appelli al cessate il fuoco della leadership dell’Armenia non sono altro che ipocrisia.

Il deliberato fuoco dell’Armenia su civili, case, oggetti civili e personale medico come parte della sua politica di aggressione contro l’Azerbaigian, dimostra ancora una volta il disprezzo dell’Armenia per le norme e i principi fondamentali del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni di Ginevra, oltre a dimostrare che sta chiaramente violando i suoi obblighi ed è lontano dai principi di umanità.

Condanniamo fermamente questi atti di aggressione da parte dell’Armenia e chiediamo alla comunità internazionale di adottare misure decisive per costringere l’aggressore Armenia a rispettare il diritto internazionale e i suoi obblighi internazionali.

La piena responsabilità della situazione nella regione ricade sulla leadership politica e militare armena.

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