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Continua la campagna di falsità scatenata dalla parte armena contro l’Azerbaigian

Presa dall’angoscia per l’andamento degli scontri in corso nei territori occupati dell’Azerbaigian, la parte armena e i circoli sotto la sua influenza hanno intensificato la campagna di falsità contro l’Azerbaigian, con l’obiettivo di condurre intenzionalmente in errore la comunità internazionale.

Innanzitutto, facendo riferimento alla dichiarazione del Ministero della Difesa dell’Azerbaigian, si informa che la distruzione della chiesa di Shusha durante gli scontri non ha nulla a che fare con le attività dell’esercito dell’Azerbaigian. A differenza delle forze armate dell’Armenia, che, durante il bombardamento di Ganja il 4 ottobre, hanno danneggiato obiettivi civili, edifici residenziali, nonché il complesso di Imamzade, monumento dell’architettura religiosa, le forze armate dell’Azerbaigian non prendono di mira edifici e monumenti storici, culturali, in particolare religiosi.

Come già dichiaro, le rivendicazioni su combattenti stranieri dalla parte dell’Azerbaigian sono prive di alcun fondamento. Non è politica azerbaigiana fare uso di mercenari. L’esercito dell’Azerbaigian è sufficientemente preparato e addrestrato per garantire la protezione del suo popolo e del suo territorio. L’Azerbaigian ha una riserva di mobilitazione molto ampia, con i suoi 10 milioni di abitanti, a fronte dei 2 milioni dell’Armenia e non ha bisogno di risorse umane.

L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia denuncia invece, come già stato fatto prima dell’inizio degli attuali scontri e come confermato da questi combattimenti, l’insediamento illegale da parte dell’Armenia, nei territori occupati dell’Azerbaigian, di persone provenienti dalla Siria e dal Libano, allo scopo di utilizzarli come mercenari. Inoltre, in questi giorni il presidente dell’Armenia Armen Sarkisian, in un’intervista al canale Al-Jazeera, ha confermato che foreign figthers stanno combattendo dalla parte dell’Armenia: “Sono di etnia armena e non c’è niente di sbagliato nel fatto che, nonostante siano cittadini di paesi diversi, stanno combattendo nel Nagorno Karabakh. Ammettiamo la partecipazione di armeni di diversi paesi alle ostilità”, ha sottolineato il capo di stato dell’Armenia. Tali affermazioni del presidente dell’Armenia non hanno bisogno di commenti e lasciano senza parole, e sorprende che non abbiano trovato la degna condanna internazionale. Alcuni di questi foreign fighters sono membri di organizzazioni terroristiche consolidate come ASALA – Esercito segreto armeno per la liberazione dell’Armenia, fondato in Medio Oriente. ASALA, conosciuta internazionalmente come organizzazione terroristica, sta portando le persone a combattere contro le forze armate dell’Azerbaigian.

Inoltre, si ricorda che questo è un conflitto tra l’Armenia e l’Azerbaigian, uniche due parti in causa, mentre l’Armenia tenta di presentarlo diversamente, per coinvolgere parti terze nel conflitto.

Da più di 30 anni, la parte armena ha cercato di nascondere la sua aggressione, dietro la campagna di falsità scatenata contro l’Azerbaigian. È arrivato il momento in cui,  piuttosto che perdere tempo per divulgare menzogne contro l’Azerbaigian, sarebbe meglio che la parte armena si concentrasse sulla preparazione di un programma per ritirare le forze militari dell’Armenia dai territori occupati, la cui presentazione può portare alla fine delle attuali ostilità e alla ripresa del dialogo.

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