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Il rinnovamento delle sanzioni contro il regime iraniano è una richiesta nazionale

La scorsa settimana, un tribunale del regime iraniano ha condannato quattro uomini all’amputazione per presunto furto. Nel frattempo, i funzionari del regime, tra cui il leader supremo Alì Khamenei, hanno saccheggiato centinaia di miliardi di dollari di beni del popolo iraniano, provocando la miseria di milioni di iraniani e la distruzione dell’ intero paese.
Tuttavia, i funzionari del regime identificano nelle sanzioni internazionali la causa principale della critica situazione economica, che si è venuta a creare nel paese.
Il 12 settembre il presidente, Hassan Rouhani, ha affermato:” Non ci consente di utilizzare il nostro denaro per acquistare medicinali”, cercando di attribuire tutti i problemi alle sanzioni.
Il giorno dopo, la fazione rivale di Rouhani ha attaccato il presidente in Parlamento sostenendo che la radice di tutti i mali risiedeva a Pasteur Avenue, cioè il luogo dove si trova il palazzo presidenziale.
Indipendentemente dalle infamanti accuse dei mullah, il popolo iraniano ha etichettato le affermazioni di Rouhani come menzognere e ingannevoli. La gente, infatti, sa bene che non esistono sanzioni su prodotti alimentari, medicinali, attrezzature mediche e prodotti agricoli. Eppure il regime continua, quotidianamente, a fare ricadere tutto il disagio che la gente soffre, solo ed esclusivamente sulle sanzioni.
Un buon indicatore dell’atmosfera pubblica dell’Iran è che negli ultimi due anni, tutte le proteste  generate dalla grave crisi economica, erano dirette contro l’intero regime: nessuno dei manifestanti era contro le sanzioni.
La gente, ormai, sa bene che il loro malessere economico e sociale è il risultato di decenni di corruzione e di saccheggi da parte dei mullah.
Esaminiamo ora alcuni esempi di corruzione e appropriazione dei beni pubblici da parte dei funzionari del regime. Tali esempi sono stati segnalati dai media di stato.
L’agenzia ufficiale ILNA il 29 novembre 2018 riferiva:” 30 miliardi di dollari sono andati perduti nella rete bancaria solo negli ultimi 10 mesi”.
Eshagh Jahangiri, vicepresidente del regime, il 23 ottobre 2019 sosteneva:” Hanno impiegato 22 miliardi di risorse in valuta estera a Dubai e ad Istanbul per ridurre il prezzo del cambio, ma il destino di questo denaro è sconosciuto”.
L’Aftab- e Yazd gestito dallo stato, in un articolo dell’11 novembre 2019 ha scritto che circa 18 miliardi di dollari sono scomparsi. ” Il governo ha stanziato la maggior parte di questi 18 miliardi ad alcuni individui, che hanno investito sul mercato i soldi senza però importare beni, hanno cioè ricavato solo enormi profitti personali”.
Il sito web Bahar gestito dallo stato, citando Hossain Raghfar, uno degli economisti del regime, il 17 aprile 2020 ha scritto:”Quei 20 miliardi di dollari sono scomparsi dal paese in un grande scandalo di corruzione; oggi chiediamo alla Banca mondiale di darci 5 miliardi di dollari, eppure nessuno è responsabile di ciò”.
Il 2 maggio 2020 Sharq, gestito dallo stato ha riferito che Mohammad Javad Zarif, ministro degli esteri del regime, ha detto:” Abbiamo dato 35 miliardi di dollari ad alcuni individui, ma non è chiaro come hanno sprecato questo denaro e dove lo hanno preso”.
L’agenzia di informazione Mehr, sempre gestita dallo stato, il 2 giugno 2020, citando Javad Karimi Qodosi, membro del Parlamento, ha riferito che, per ordine di Rouhani, ” sono stati consegnati più di 36 miliardi di dollari alla banca tra beni, valuta e traffico di droga”.
L’agenzia di stampa statale Tabnak del 14 luglio, citando Abdolnaser Hemati, capo della Banca centrale del regime, ha scritto:” Negli ultimi due anni, sono stati forniti 27 miliardi di dollari in valuta estera agli esportatori e non abbiamo importato né beni né valuta in cambio”.
Il 21 luglio 2020 Khabar Online, sempre alle dipendenze dello stato, riporta che i familiari di Mohamad- Reza Nematzadeh, ex ministro dell’industria e del commercio, hanno sottratto, con espedienti, 6 milioni di euro all’industria petrolchimica iraniana.
Il sito web statale 90- e Eghtesadi il 26 agosto 2020, riferendo le parole di un altro economista del regime, Saeed Leylaz, scriveva:”La distribuzione di dollari al tasso di 420.000 di crescita, ha causato la perdita di 30 miliardi di dollari e 80 tonnellate di oro”.
Queste sono solo alcune vicende riferite dai media statali. Se solo si sommano tali cifre, si evince che negli ultimi due o tre anni almeno 50-60 miliardi di dollari sono stati depredati dai funzionari del regime. Con la stessa cifra si sarebbe potuto rifornire di carne l’intero popolo iraniano per ben sette anni. Con cifre simili si sarebbe potuto assicurare il consumo di grano agli iraniani per 18 anni e si sarebbero potuti creare due milioni di posti di lavoro, conformi agli standard internazionali. Con tutto questo denaro si sarebbero potuti avere più di due milioni di letti ospedalieri e cinque milioni di aule attrezzate e moderne. Infine il denaro in questione equivale al bilancio nazionale di un paese con una popolazione di 30-40 milioni di abitanti.
Attualmente l’economia Iraniana è controllata dalle mafie di stato. In questo modo, i cosiddetti ” Re” di monete, valuta,mine, semi oleosi, carne, selvaggina, asfalto e tombe controllano l’economia Iraniana e il sostentamento di un intero popolo è nei loro artigli.
Ovviamente tutte le ” ruberie” fanno capo al padrino del saccheggio e della mafia, Khamenei, il leader supremo del regime.
Alla luce di quanto abbiamo preso in esame, le sanzioni contro il regime dei mullah che saccheggiano la proprietà del popolo iraniano e tagliano le mani agli indigenti per avere rubato un pezzo di pane, devono continuare, perché il regime criminale userebbe ogni singolo dollaro per la ricchezza personale e per continuare a reprimere nel sangue gli iraniani.

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