Una massiccia campagna di disinformazione ha accompagnato l’attacco azero di questa mattina contro la popolazione civile del Nagorno Karabakh-Artsakh.
Oltre alle consuete “bugie” di propaganda bellica (come la conquista di sei villaggi armeni…) gli azeri si sono prodotti nella classica strategia di ribaltare contro l’avversario le accuse a loro rivolte.
Ed ecco che, all’improvviso, da aggressori si trasformano in aggrediti e giustificano le loro azioni solo come una risposta all’azione del nemico.
La grancassa turca dà loro manforte. Purtroppo, anche alcuni media, poco attenti e conoscitori della materia, riprendono il motivetto che tanto piace a Baku.
Smontiamo allora questa ennesima fake news di Aliyev:
- In primo luogo, evidenziamo che l’attacco è avvenuto di domenica mattina. Anche lo scorso 12 luglio (giorno nel quale sono iniziati gli scontri sul confine nord-orientale dell’Armenia) era domenica. Un giorno festivo per gli armeni cristiani. Anche se sulla linea di contatto la tensione è sempre massima, molti funzionari amministrativi e ufficiali dell’esercito sono in riposo e trascorrono la giornata con le proprie famiglie. In tutta la settimana, la domenica è insomma il giorno migliore per tentare di cogliere di sorpresa gli armeni
- Le prime notizie internazionali da corrispondenti ben informati e conoscitori della situazione sud caucasica hanno parlato questa mattina di bombardamenti azeri lungo la linea di contatto e insediamenti civili. Se gli azeri fossero stati davvero vittime della fantomatica “aggressione armena”, prima ancora della controffensiva ne avrebbero dato immediatamente notizia. “Ehi mondo, siamo stati attaccati dagli armeni cattivi; ecco chi provoca la tensione nella regione!”. E invece sono stati zitti, le notizie sono arrivate per i bombardamenti su Stepanakert. O la comunicazione delle ff.aa. azere è affidata a degli sprovveduti oppure… (buona la seconda)
- Il bilancio degli scontri ancora una volta è sfavorevole agli azeri. Solitamente chi attacca subisce il maggior numero di perdite. Se davvero è stata una controffensiva come vogliono farci credere, allora vuol dire che la prontezza all’attacco nemico da parte dei soldatini di Aliyev è davvero scarsa…
- La controffensiva sarebbe stata attuata – secondo Baku – per il lancio di alcune granate da parte armena contro il territorio azero; normale attività sulla linea di contatto, dobbiamo purtroppo rilevare, nel corso di trenta anni di guerra; non certo tale da giustificare una offensiva con forze terrestri e aeree.
- La premeditazione, visto lo schieramento di mezzi da parte delle forze azere, è fin troppo evidente; aggiungiamo che nei giorni scorsi si sono registrati invii di uomini e mezzi militari dalla Turchia all’Azerbaigian oltre a manovre congiunte provocatoriamente vicine al confine con l’Armenia
- L’Artasakh non ha alcun interesse ad alimentare la tensione lungo la linea di contatto; dispone di meno uomini e mezzi, sa che la difesa del confine ha un caro prezzo. Da mesi si registra una situazione di relativa calma, non ha senso attaccare il nemico al solo scopo di provocarlo.
Attenzione dunque alle fake news azere.
Grazie per l’attenzione. buon lavoro
INIZIATIVA ITALIANA PER IL KARABAKH
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