Da tempo sostengo, trascurato da certa stampa, che l’attuale governatore del Veneto non ha praticamente nulla da condividere con la…ex-Lega dei suoi “amici” Bossi, Maroni, Borghezio, quelli di “Roma-Ladrona” e, da ultimo, Salvini, per cui esiste una certa difficoltà, in particolare per la Regione Veneto, a dare una precisa connotazione politica al governatore del Veneto, tanto che il logo Lista Zaia costituisce senz’altro una sorta di escamotage attraverso il quale operare dei “distinguo”, senza urtare gli “amici”.. Ma a questo siamo ormai abituati in quanto, anche in altri contesti, le liste sono diventate un escamotage, non solo per chì non viene nemmeno considerato dal partito di appartenenza e quindi non gli resta altro che uscirne, ma anche per chi, viceversa, dissente in silenzio rispetto agli altri, ma ha forza per “lavorare” per conto suo. E mi pare che in quest’ultima opzione, Zaia ci stia dentro tutto. Esattamente come ho scritto ieri anche su questo giornale.
Personalmente preferisco la sinistra rispetto alle destre, almeno per come queste ultime sono oggi concepite in Italia, tuttavia devo accettare che il Paese, pur essendo governato dalla sinistra, 15 regioni su 20 sono tuttavia in mano alle destre che non governano, avendo esse come unico obiettivo solo di attaccare senza fare serie proposte degne di questo nome.
Anomalia quest’ultima che dimostra ancora una volta che la democrazia non è rappresentativa in funzione dell’espressione popolare, ma costituisce il prodotto di chi, con la forza muscolare, ha gli strumenti per dirottare pro pancia sua detta espressione, purtroppo anche con grande efficacia, e cioè da quella miriade di marpioni della politica che in Italia, sostenuti da potentati economici, possono ancora dettar legge, anche se sono rimbambiti, arteriosclerotici ecc., però capaci di soggiogare le nuove leve, spesso oneste ed ingenue, prive di esperienza, se vuoi anche carenti di una certa preparazione come succede a tutti nella vita ..
L’altro ieri Grillo, conversando con Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, ha detto praticamente di non credere più al parlamento e quindi alla democrazia parlamentare, apprezzando di più il referendum popolare, dicendo testualmente quanto segue :
“quando lo usiamo, usiamo il massimo dell’espressione democratica . Per me che ho contribuito alla democrazia diretta, quindi non credo assolutamente più in una forma di rappresentanza parlamentare ma nella democrazia diretta, fatta dai cittadini attraverso i referendum, andare a votare sì o no alla diminuzione dei parlamentari è come se chiedi a un pacifista ‘sei a favore o no della guerra?’”. E ancora: “Alle elezioni ormai ci va meno del 50 per cento, è una democrazia zoppicante. Si cominciano a prospettare scenari come l’estrazione a sorte, perché no? Perché non posso selezionare una persona con certe caratteristiche” ecc. ecc.
Prospettiva ovviamente inattuabile quella di Grillo che dimostra però come la democrazia non può più funzionare in presenza di siffatte anomalie, essendo talmente malata da non poter più esprimersi attraverso una genuina volontà popolare.
Oggi infatti i risultati elettorali non esprimono più la volontà pulita del singolo cittadino, ma costituiscono il prodotto di spinte interessate, in funzione dell’interesse dei grandi dell’economia e della politica esistente, contro i quali non è possibile una reazione democratica. E tutto ciò, favorisce quella gente che, impreparata al massimo, pretende di governare facendosi largo a “gomitate” ed impedendo all’elettore, spesso ingannandolo, di essere asettico rispetto alle sue idee. E ciò succede nella stramaggioranza dei casi per cui la cosiddetta “democrazia” produce frutti malati, nell’interesse dei citati marpioni, fatte salve alcune eccezioni. E chi, in buona fede, tenta una qualche onesta reazione, viene messo subito fuori gioco…non mi è piaciuto a questo proposito l’ing. De Benedetti ieri sera nella trasmissione Piazzapulita…, anche se politicamente sono dalla sua parte.
Purtroppo, non c’è altro di meglio rispetto alla democrazia, ma per farla funzionare è necessario cambiarne i meccanismi di funzionamento, impedendo che “cani e porci” possano entrare in parlamento dopo aver raccattato voti a… spintoni e gomitate, trasformandolo spesso in un rifugio per mariuoli. Come diceva anche Indro Montanelli.
Oggi infatti, per dirla brutalmente, anche se purtroppo è davvero così, è sufficiente avere spudoratezza e coraggio di infastidire gli elettori per ottenere il consenso; e chi possiede maggiormente dette “risorse”, non certamente riconducibili alla dovuta etica politica, finisce sugli scranni parlamentari per governarci senza conoscere nemmeno un articolo della Costituzione.
Per questo sostengo da molto tempo che, coloro che hanno voglia di entrare in parlamento, devono averne aprioristicamente i numeri non solo elettorali; e ciò in aggiunta ad una fedina penale assolutamente pulita, oltre a doti di particolare cultura. Ad evitare che soggetti come A, B, C ecc. ecc., di vergognosa memoria, di cui non faccio il nome per opportunità, si mettano a disposizione del maggior offerente come è successo spesso in Italia.
Arnaldo De Porti
Belluno-Feltre