Come noto, Zermen (Bl) inserito nel Parco Nazionale delle Dolomiti-Unesco, è un “centrino storico-panoramico”, con caratteristiche tali da considerarlo un quasi tutt’uno con Feltre, sia perché lo lambisce dando la sensazione di vivere quasi al centro, sia perché è semplicemente bello. Tutti ricordano che fino a ieri Zermen era frequentato da villeggianti provenienti dalla “bassa”, alias Treviso-Venezia-Padova, nonché da altri, con forti radici locali, che negli anni passati si erano trasferiti altrove per lavoro, per studio ed altre ragioni, e che, sentimentalmente, sentivano e tuttora sentono il richiamo fortissimo delle loro origini e quindi vengono a trovare genitori e parenti anche per respirare l’aria che li ha “ossigenati” in passato.
Purtroppo, abbiamo notato da un po’ di anni che, sotto il cielo di una certa indifferenza da parte di chi avrebbe il dovere di dargli una certa ”reviviscenza”, come il paese si stia spogliando di tutto. Una volta c’erano due negozi di alimentari-bar, che da tempo ormai sono spariti, c’era un’osteria che fungeva da punto di riferimento anche sociale ove si poteva scambiare un saluto, magari con un aperitivo sul tavolo, fra paesani, ed infine è sparita in questi ultimi mesi la Pizzeria “Da Cecco” (v.foto) che indubbiamente dava vita al paese, non solo perché apprezzata per le ottime pizze che serviva, ma anche perché suggellava in qualche modo la vita “mondana” (si fa per dire) di questa realtà.
Oggi, nulla più di tutto questo e, quando si arriva in macchina da Feltre e si osserva l’ex “centrino” completamente vuoto nel quale insisteva detta pizzeria, si nota ancor di più che il paese sta morendo, malgrado le sue invidiabili caratteristiche.
Il problema, come sappiamo, ha già investito altre realtà come quella di Zermen, ma non penso che ci si debba sentir gratificati dal detto “mal comune mezzo gaudio”.
Detto questo brevemente, io penso che, al di là delle preoccupazione pandemiche di questo brutto momento, qualcuno debba attivarsi per ridare linfa al nostro bel paese che, come detto dianzi, da un po’ di tempo ad oggi, sembra spegnersi nel disinteresse di tutti.
L’unico segno di vita sono le campane della Chiesa di Zermen, (v.foto) dopo la recente impraticabilità-chiusura, purtroppo, della Chiesetta del Telva, anche per motivi riconducibili a varie questione irrisolte da anni, nonché…il suono anonimo (?) di una fisarmonica che ogni tanto, fra i boschi del Telva, tenta di emettere note musicali di vita…forse invano.
Ci sarebbe anche un asino che ogni tanto raglia, ma mi par poco per rompere il silenzio sociale !!!
Che facciamo ? Lasciamo morire il Paese ?
Arnaldo De Porti – Zermen (BL)