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2^giornata di lavori e Consegna del Premio Raoul Di Perri 2020

SPUNTI DI RIFLESSIONE E CONSEGNA PREMIO RAOUL DI PERRI 2020

 

Innumerevoli spunti di riflessione ha suscitato la seconda giornata di lavori congressuali a Mandanici . La tavola rotonda ha registrato gli interventi del micropsicoanalista dott. Luigi Baldari che ha posto l’accento sul pensiero scientifico e pensiero mistico tra corpo, anima e Mente. A seguire il pedagogista musicale dott. Nicola Schepis che ha parlato della coscienza e della musica, degli stati della mente nei processi di integrazione psicologica attraverso l’ascolto e l’empatia nei vissuti dell’anima.Interesse ha riscosso la prolusione di Angela Salafia Galatá  pittrice, poetessa e docente di lettere che ha affermato come la nostra epoca ha l’opportunità d’ integrare la comprensione scientifica dell’universo con le più antiche intuizioni sul senso e il destino dell’uomo. Un mutamento nella visione del cosmo richiede una rivoluzione interiore, una conversione del cuore, ove l’ego si apre alla luce del Se, per raggiungere l’armonia, scissa dalla visione cartesiana, tra corpo mente e spirito.A seguire l’antropologa Graziella Milazzo che ha sostenuto come l’influenza dell’astrologia sulle conoscenze e pratiche mediche dell’antichità (soprattutto nel Medioevo e nel Rinascimento) siano tutt’oggi un campo d’indagine poco conosciuto.  Gli antichi, ha aggiunto, consideravano l’essere umano come un microcosmo, la malattia concepita come la rottura di un equilibrio psichico/fisico. In un mondo in cui la cura è sempre più necessità di prevenzione, è plausibile immaginare una medicina che tenga conto degli aspetti emotivi (umorali) dell’uomo contemporaneo. L’uomo ha concluso, della complessità non ha ancora rinunciato all’intima necessità di un approccio meta-fisico e sacro anche con il proprio corpo.Il prof. Sergio Piraro docente di Lingua e Traduzione Francese presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina ha invece analizzato il percorso migratorio nel Canada francofono del secondo dopoguerra, seguendo il quale vengono esplorati i temi della memoria, dell’identità, dell’emigrazione e del nostos.A seguire il contributo del prof. Cesare Natoli docente di Filosofia e Storia presso il Liceo “Emilio Ainis” di Messina che ha affermato come cercare la rigenerazione e la prospettiva positiva in una situazione drammatica come la pandemia e il lockdown è una delle tante follie che per il filosofo francese Bernard-Henri Lévy hanno trovato spazio in questa situazione inedita di crisi. L’inferno non sono gli altri ma sei tu, ha detto, spiega ancora Lévy in Il virus che rende folli, e per questo nell’isolamento e nel distanziamento imposto dall’epidemia che ha colpito il mondo, e non è ancora arrivata alla sua fase finale, non c’è nulla di buono. Un mondo e una fase complessa nella quale, sottolinea il filosofo, ci siamo persi persino in definizioni bizantine, come quella di ”congiunti” o ”affetto stabile” in Italia, autocertificazioni e ricerca del senso più profondo dell’alterità. Un mondo in cui non erano stati fatti calcoli sulle conseguenze di quello che stava accadendo e tantomeno delle decisioni che via via sono state prese. Uno stato confusionale insomma, nel quale ricorda Lévy sono state chiamate in causa anche motivazioni apocalittiche, si è parlato persino di ”un avvertimento della natura’, mentre gli stessi medici con le loro versioni contraddittorie, spiega, hanno mostrato la loro fragilità.

Nella sessione pomeridiana, degni di nota gli interventi del prof. Maurizio Ballistreri docente di   diritto   del   lavoro   nel   Dipartimento   di   Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina che ha affermato come lo storico appello alla “lotta per il diritto” si declina, oggi, come lotta per “i diritti“: e dinanzi ai processi di integrazione globale del mercato e della comunicazione è riemersa la riflessione sui diritti fondamentali nelle democrazie pluraliste, tradizionale oggetto di studio per filosofi del diritto e costituzionalisti. Siamo in presenza, ha aggiunto,  di un progressivo abbandono del Welfare State e dell’intervento pubblico regolatore sul mercato come strumento di redistribuzione della ricchezza (e del potere), elementi costitutivi di quella democrazia sociale” teorizzata nella Costituzione di Weimar, con la promozione solo dei diritti civili, definendo così la disuguaglianza non in termini di classe, ma sulla basse di genere, etnia, orientamento sessuale, disabilità”. Interesse hanno suscitato inoltre gli interventi di Don Rocco Zappia, Roberto Motta, Padre Alessio e del dott. Giuseppe Turiano endocrinologo e Presidente dell’Associazione A. D. A. M. O. che ha posto l’accento sui diritti individuali e sui riti funebri in tempo di Covid che hanno inciso tragicamente sulla coscienza collettiva nazionale .

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