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Nissoli (FI): Il Governo taglia gli italiani all’estero dall’innovazione digitale nel rapporto con la Pubblica  Amministrazione  

 

 

(10 settembre 2020) – “Oggi sono intervenuta nell’Aula di Montecitorio, in occasione dell’esame degli Ordini del Giorno al Decreto semplificazioni. 

Nel mio intervento ho chiesto l’accoglimento del mio odg che chiedeva al Governo“di intervenire con successivi provvedimenti al fine di portare a conclusione il piano operativo che consente di estendere le procedure di realizzazione della carta di identità elettronica e del sistema SPID ai cittadini italiani residenti all’estero, con riferimento sia ai cittadini italiani residenti nei paesi Ue che a quelli residenti nei paesi extra Ue e iscritti all’AIRE”.

Ho chiesto che fosse data agli italiani all’estero la possibilità di accedere ai servizi SPID e di ottenere, in Consolato, la Carta di Identita’ elettronica. 

Infatti, l’accesso all’identita’ digitale semplificherebbe molte procedure anche per i nostri connazionali all’estero e se il nostro Paese è capace di innovazione occorre usare tale capacità anche per semplificare le procedure in favore degli italiani all’estero.

Tuttavia, il Governo non ha voluto ascoltare queste richieste ed ha ritenuto di dare parere contrario al mio odg determinandone la bocciatura. 

Un gesto poco lungimirante perché un Paese innovativo dovrebbe cogliere l’opportunità dell’innovazione per offrire servizi più snelli a chi vive all’estero facendo sentire più vicino la madrepatria!

 

Una contrarietà del Governo alla mia proposta che non ha spiegazione razionale anche in considerazione dell’approvazione della Risoluzione (7/00260), del 18 giugno 2019, a mia prima firma, svolta in I e III commissione, in cui si impegnava il Governo a velocizzare il cronoprogramma predisposto dai Ministeri compenti per il rilascio della CIE (carta di identità elettronica) all’estero, al fine di procedere all’integrazione dei sistemi informatici della rete consolare, per venire finalmente incontro alle richieste legittime tese a mettere su un piano di parità i cittadini italiani residenti all’estero e quelli residenti in Italia. 

Per questa ragione  ho votato contro il Decreto semplificazioni, assieme al mio partito”.

 

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