- – La riduzione dei parlamentari eletti all’estero avviene in un contesto di grande crescita delle nostre collettività emigrate: in 15 anni si è passati dai 3 milioni ai 6,2 milioni di italiani all’estero (dati Anagrafe Consolare), mentre la popolazione residente in Italia continua a diminuire, come confermato dall’ultimo rapporto demografico dell’Istat 2019. A fronte del raddoppio della presenza all’estero, la riforma costituzionale ha ridotto di un terzo la componente parlamentare dell’estero. Ciò costituisce un vulnus al principio costituzionale della parità di voto tra cittadini a prescindere dalla loro residenza: i 5,4 milioni all’estero (dati AIRE) avranno 4 senatori; il Trentino-Alto Adige, con un milione di residenti, ne avrà 6.
- – La decisione di non rinviare la scadenza referendaria nel contesto di pandemia che affligge ancora molti paesi comporterà gravi difficoltà nell’organizzazione del voto di oltre un milione e mezzo di elettori nelle Americhe, in Africa e Australia. Si tratta di un ulteriore infrazione al più importante dei diritti costituzionali.
- – La campagna di informazione verso tutte le nostre comunità all’estero è insufficiente o del tutto assente; ciò contravviene al principio di un voto consapevole e informato.
Alleghiamo a questa e-mail i link ad alcuni articoli, interventi e webinar VIDEO da Emigrazione Notizie per dare un contributo alla conoscenza del quesito e alle conseguenze del voto referendario di settembre 2020, in particolare per quanto riguarda la rappresentanza parlamentare delle collettività italiane emigrate.
Referendum/Voto all’estero: Plenaria in teleconferenza del CGIE (VIDEO)
Referendum costituzionale: milioni di italiani all’estero non potranno votare
Carlo Smuraglia (ANPI): Perché votare NO al Referendum Costituzionale del 20 settembre (VIDEO)
Intervento di Michele Schiavone (CGIE) sul Referendum Costituzionale (AUDIO)
TAGLIO PARLAMENTARI: PERCHE’ NO. Le ragioni del referendum costituzionale sono quasi ignote.