Celano (CS): Jorge Glas Espinel, quando la malagiustizia si presta al fango politico neoliberista

 

di Maddalena Celano, responsabile esteri di Convergenza Socialista

Convergenza Socialista denuncia, alla stampa internazionale e alla società civile, l’ignobile caso di Jorge Glas, una vittima della manipolazione mediatica e della malagiustizia. Si tratta di un uomo che ha ricoperto, in passato, diversi incarichi durante i governi di Rafael Correa in Ecuador, tra cui quello di Ministro delle Telecomunicazioni, dall’agosto 2009 al marzo 2010, e di Ministro dei Settori Strategici, dal 2010 al 2012. Prima di diventare vicepresidente dell’Ecuador, dopo le elezioni presidenziali del 2013, vinte da Rafael Correa.

Viene riconfermato alle elezioni presidenziali del 2017, vinte da Lenín Moreno. Il 3 agosto 2017, il presidente Lenin Moreno, tramite il Decreto n°100, sospende le funzioni di Glas a causa di un sospetto caso di corruzione nell’appalto a una concessione petrolifera alla compagnia Odebrecht. Attualmente, il sistema giudiziario, in America centrale e Sud America, è diventato uno strumento di persecuzione politica basata su false accuse, da parte dei media atlantisti manipolatori che lasciano posto a processi legali imperfetti. Sebbene Rousseff, Lula, Cristina e Glas soffrissero dello stesso problema, nella situazione di Glas sono stati molto più crudeli e brutali. Lo hanno sequestrato e accusato di un crimine che non esiste, che fu abrogato anni fa. Ciò infrange gli standard minimi che dovrebbe garantire qualsiasi processo e lo stato di diritto. Il tutto è stato denunciato da due avvocati cileni, Rubén Jeréz Atenas e il deputato Hugo Gutierrez, che hanno redatto un verbale da cui risulta che Glas sia stato illegalmente rimosso dalla sua carica di vicepresidente, da Lenin Moreno, attraverso una semplice lettera inviata all’ Assemblea Nazionale priva di qualsiasi valore legale. Perciò, Jorge Glas è un prigioniero politico, vittima di un colpo di stato contro la vicepresidenza, guidato direttamente da Lenin Moreno, e arrestato senza aver commesso reato. Jorge Glas sta subendo ingiustizie, crudeltà e violazioni della legge.

Attualmente, si trova nel carcere comune di Latacunga, dove vive con pericolosi criminali. È stato vittima di torture, abusi, umiliazioni ed è ripetutamente minacciato di morte da pericolose bande di narcotrafficanti che lo usano per negoziare miglioramenti alla loro detenzione. Solo nell’ultimo mese, sono state uccise più di dieci persone, perché il governo di Lenin Moreno ha ceduto il controllo delle carceri a bande criminali. Jorge Glas, che ha la nazionalità tedesco-ecuadoriana, potrebbe essere ucciso in qualsiasi momento.

Lunedì 30 settembre 2019, alle nove del mattino, si è tenuta a Quito l’audizione del vicepresidente costituzionale Jorge Glas, detenuto da quasi due anni.

La detenzione riporta ogni genere di irregolarità, mostrando un totale pregiudizio e un’evidente manipolazione politica, di fronte allo stupore di numerosi giuristi ed esperti nazionali e internazionali.

È importante ricordare i retroscena che si sono verificati intorno al caso Odebrecht, che determina la detenzione del vice presidente costituzionale della Repubblica dell’Ecuador, Jorge Glas Espinel, nonché quella di altre figure politiche in America Latina.

Glas, è un ingegnere elettronico, faceva parte del governo dell’ex presidente Rafael Correa Delgado, dove ha ricoperto alcune posizioni all’interno dell’esecutivo, prima di diventare vicepresidente della Repubblica dell’Ecuador. Tra gli incarichi che ha ricoperto vi sono la Presidenza del Fondo di Solidarietà, il Ministero delle Telecomunicazioni e della Società dell’Informazione e il Ministero dei Settori Strategici di coordinamento. Allo stesso modo, è stato eletto vicepresidente formando un binomio con Correa per gli anni dal 2013 al 2017, lanciandosi per la rielezione con Lenin Moreno, nel 2017, e vincendo ancora una volta la vicepresidenza insieme al nuovo presidente.

Nel 2017, pochi mesi dopo aver vinto le elezioni, Glas ha iniziato a ricevere attacchi da parte dei media atlantisti in Ecuador. È iniziata così una persecuzione e un linciaggio mediatico contro Jorge Glas, a causa del rifiuto del vicepresidente costituzionale di sostenere le decisioni anti-progressiste e anti-sociali prese da Moreno. Di fronte a tutto ciò, Glas ha pubblicato una lettera indirizzata al presidente Moreno e al Paese, denunciando questa distorsione, pubblicata su Twitter. Dopo la pubblicazione di detta lettera, Glas ha iniziato a subire ulteriori molestie da parte dei media privati dell’Ecuador, da parte del governo, della magistratura e di alcuni attori politici dell’Alleanza PAIS, nonché dell’opposizione.

Nell’ambito del processo investigativo, la sua persona e la sua famiglia sono stati sottoposti a verifiche di ogni genere, senza poter trovare nulla di illegale. In definitiva: risulta innocente da ogni accusa.

Durante il breve periodo dell’indagine, Moreno revoca i suoi doveri di vicepresidente costituzionale dell’Ecuador, e i media avviano un linciaggio mediatico nel contesto del ritiro delle funzioni, ignorando o trascurando che l’articolo 149 della Costituzione ecuadoriana stabilisce quanto segue:

“Il Vicepresidente della Repubblica, quando non sostituisce il presidente, eserciterà le funzioni da lui assegnate. La sostituzione è possibile in caso di assenza temporanea del presidente – per malattia o altre situazioni di forza maggiore – o definitiva, in caso di dimissioni, invalidità fisica o mentale dichiarata dall’Assemblea Nazionale, abbandono dalla carica o revoca del mandato” Costituzione dell’Ecuador, Montecristi, 2007. Approvata con referendum popolare.

Infine, Glas viene portato in prigione il 2 ottobre 2017. C’è un video, pubblicato la stessa notte della sua prigionia, in cui afferma:

“Non so quando potrò rivolgermi di nuovo a te, sono a pochi minuti dall’arrendermi alla giustizia, come ho sempre detto: “gli innocenti non devono scappare”. Non l’ho fatto, non lo farò. Mi impegno a protestare contro una risoluzione del sistema di giustizia incostituzionale, illegale, in un processo pieno di falsità che non possono essere nascoste”. Jorge Glas.

Ulteriormente, l’allora procuratore generale, Carlos Baca Mancheño, in una delle sue numerose interviste, ha confermato che nei conti bancari di Glas non sono stati trovati denari illeciti.

Durante tutto questo tempo, in cui Jorge Glas è stato in prigione, si sono trovate prove della violazione dei suoi diritti umani. Ad esempio, il suo irregolare trasferimento dal carcere 4, situato a Quito, al carcere di Latacunga, situato nella provincia di Cotopaxi, a circa due ore dalla capitale dell’Ecuador.

Detto trasferimento venne effettuato senza alcuna procedura o motivazione personale. Nel nuovo penitenziario, Glas subisce attacchi psicologici e umiliazioni di ogni genere. Questo lo porta a prendere la decisione di iniziare uno sciopero della fame di 52 giorni, mettendo a rischio la sua vita.

Nel contesto di questo sciopero, Glas scrive una dichiarazione che viene pubblicata sui social network, che racconta tutte le mutevoli circostanze che lo hanno portato a prendere questa decisione che ha messo in pericolo la sua vita. In quella dichiarazione, Glas descrive le umiliazioni che sia lui che la sua famiglia hanno subito.

Riceve anche minacce di morte da altri detenuti, mettendo in pericolo la sua integrità fisica e la sua vita. In effetti, c’è almeno una minaccia pubblicata sull’account di Glas.

Con tutti questi precedenti, afflitto da umiliazioni, minacce e irregolarità, nessun ente legato ai Diritti Umani, nazionali o internazionali, ha messo gli occhi su questo caso. Un caso che evidenzia, in tutte le sue forme, una colossale frode commessa dalla giustizia ecuadoriana e da altri attori politici dell’Ecuador.

Dovremmo esortare l’opinione pubblica, in generale, e le organizzazioni per i diritti umani, in particolare, a rivedere e analizzare il caso Glas. Bisognerebbe correggere questa ingiustizia nei confronti di un uomo onesto che parlava, quando tutti tacevano, e che rimase fermo, quando gli altri tradirono i suoi ideali.

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