De Laurentiis: “Quest’anno lotteremo per il quarto posto”

La gestione ADL è arrivata ad un punto morto. Morto per i tifosi del Napoli, per le loro aspettative. Da quattro anni almeno la compagine con i suoi progressi tecnici avrebbe meritato, come da logica, uno scatto in avanti che avrebbe ridotto molte delle eventualità ad evenienze. Ci riferiamo a quegli investimenti che avrebbero potuto proiettare la squadra ad essere candidata a vincere il campionato. Ai tifosi questo interessa. La retorica della musichetta champion ed il boato del San Paolo, copre le falle e le disattenzioni “volute’’ di una gestione imbelle. Il presidente Aurelio De Laurentiis, sprezzante delle aspirazioni dei tifosi, ignora cosa significhi passione e, in una città come Napoli, se non si conosce il significato di “passione” sei fuori dall’analisi logica e grammaticale della storia di un popolo fantasmagorico. Le casse del Napoli sono piene, le tasche del Presidente e famiglia pure ma si resta sempre nell’alea di chi accantona e non investe, di chi non compra se non vende. Di chi lotta, dopo tutto questo, per il quarto posto. Per farla breve stazioniamo nello stallo del commerciale tout-court a sfregio del piglio imprenditoriale che la presidenza di una squadra di calcio blasonata meriterebbe. I gruppi social, in buona o cattiva fede, si affannano a dimenarsi in diatribe pseudo calcistiche su base tecnica. Gruppi anche ferrati che disquisiscono di moduli, pressing, difese più o meno alte o basse, dei piedi dei portieri se idonei a fare i registi dalla loro area di rigore e poi tante altre perdite di tempo che sollazzano i pomeriggi dei tifosi. Tutto ciò fa bene all’umanità delle gratinate del San Paolo anche tra offese, parolacce e disparate esternazioni  a condizione però che vi sia ironia. Una forte ironia per piangere sorridendo sulle proprie condizioni di mediocri condannati ad arricchire le altrui tasche piuttosto che vedere realizzati i propri desideri. Le casse del calcio Napoli sono piene dicevamo ma riempirle ancora di più e sempre di più senza aspirare, con questi soldi a proiettarsi in avanti, a cosa serve? Insomma se non serve a qualcosa servirà a qualcuno o no? Inutile anche dire che queste sono affermazioni elementari dettate dal buon senso e dalla passione calcistica per i colori con la quale l’estensore di questo pensiero si sforza, cinicamente, di inoculare la pace dei sensi agli sventolatori di bandiere ed ai fasciati da sciarpe azzurre. Senza nessuna proprietà immobiliare degna di questo nome, senza strutture adeguate per i vivai, senza neanche una sede consona ad una società che si rispetti, vediamo un presidente camminare con una fierezza che non gli appartiene neanche minimamente giustificata. Lo si vede ultimamente indossare occhiali scuri, tanto scuri che neanche Ray Charles,  Stevie Wonder o Andrea Bocelli hanno mai sfoggiato in vita loro pur avendone, loro malgrado, bisogno. Occhiali scuri, dicevamo, a sfregio dell’educazione e con il disprezzo del rispetto per giornalisti che, seppur prostrati ai suoi piedi a zerbino esibendosi in domande prive di ogni significato sportivo  devono pur sempre essere trattati dignitosamente. Per parlare con i tifosi napoletani il presidente deve farsi guardare negli occhi si tolga, per questo, gli occhiali neri. Siamo al cospetto di fatti spiegabili le cui ragioni si vogliono ad ogni costo celare. Se decidi di vendere KK ed Allan devi sapere che parliamo del miglior centrale e del miglior centrocampista in Europa forse nel mondo. Se lasci Mario Ruy non vuoi prendere proprio quel famoso terzino di fascia sinistro che servirebbe. Hai ingaggiato Osimhen col rischio di fargli fare la fine di Lozano se Gattuso non tira fuori dal cilindro un coniglio. Un coniglio grande però.

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