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Come funzionano i servizi cinesi

 

di Giancarlo Elia Valori

Dai tempi dell’imperatrice Wu Chao che crea, nel 625 d.C, il primo servizio di intelligence cinese, molto è cambiato ma si potrebbe dire anche che alcuni tratti non si sono del tutto trasformati, così come si potrebbe credere a prima vista. Poi, c’è l’avventura straordinaria della Cina nel mondo moderno, iniziata con la caduta dell’ultimo imperatore Pu Yi, che si macchierà anchedi collaborazionismo con i giapponesi del Manchukuo, e che finirà i suoi giorni a disegnare artisticamente la frase “oggi il popolo è sovrano” alla corte di Mao Zedong, ma già nel 1934 i Servizi britannici decifrano MASK, il codice utilizzato dal Komintern per codificare le informazioni da Mosca verso Shangai, allora il polo del PCC. Ma è comunque nel 1957 che gli Usa cominciano a far volare i loro U-2 sulla Cina, facendoli partire da Peshawar. Poi, ci sarà in Cina la grande purga, due anni dopo l’inizio della Grande Rivoluzione Culturale e Proletaria, nel 1966, dei Servizi cinesi, messa in atto dal potentissimo Kang Sheng. Che fu l’operatore della caduta di Liu Shaoqi, Deng Xiaoping e Lin Biao, ma poi fu accostato alla solita “banda dei quattro” e quindi subì la solita damnatio memoriae. Un uomo di Mao Zedong che sapeva troppo, ma è morto nel suo letto.

 Poi, nel 1971, Li Biao, è noto, viene ucciso mentre fugge verso l’URSS con il suo aereo. Ma è in questo stesso anno, non a caso, che Kissinger inizia a trattare segretamente con la Cina. La morte di Lin Biao è il sigillo sulla separazione strategica definitiva tra Pechino e Mosca. Che è quello che interessa agli Usa. Nel 1973 arriva la prima “stazione” della CIA nell’ufficio di collegamento USA di Pechino, mentre i cinesi si prendono le isole Paracelso e la CIA abbandona la sua principale stazione a Taiwan. Nel 1975 viene lanciato il primo satellite ELINT (Electronic Intelligence) cinese, ma l’anno dopo muore il vero maestro della politica estera cinese, l’amico di Kissinger, e colui che protegge Mao dai suoi errori, ovvero Zhou Enlai. Le FF.AA. ritornano ora al potere: Deng Xiaoping, con il sostegno di tutti i militari, mette rapidamente da parte Hua Guofeng e diviene segretario del PCC, ma le riforme sono ancora in fase di studio. E Deng non è, all’inizio, così riformista quanto si crede oggi in occidente. Nella fase, quindi, riformista di Deng, il riconoscimento diplomatico Usa viene trasferito da Taiwan alla Repubblica Popolare Cinese.  Ed è il vero obiettivo, in quel momento, di Pechino. Poco dopo, è anche la Cina ad aprire sedi diplomatiche negli Usa. Ma gli americani, proprio nel 1981, mettono a punto dei programmi di controllo per gli agenti cinesi operanti in Usa, mentre è proprio lo stesso Deng Xiaoping a dare inizio al riarmo nucleare cinese. Poi, nel 1988, sarà fondata la China National Nuclear Corporation. Dieci anni dopo, nel 1999, le FF.AA. cinesi costruiscono una base per l’intercettazione di segnali militari a Cuba ma, nel 2002 iniziano gli attacchi cyber cinesi, chiamati TITAN RAIN, diretti dalla Cina su alcune reti Usa, mentre il FBI apre perfino un ufficio di collegamento a Pechino, con incarichi estesi anche in Mongolia. Nel 2004, i cinesi mandano in orbita il Nanosatellite I, ma c’è anche un ulteriore attacco cyber, di probabile origine cinese, allo U.S. Army Information Systems Engineering Command, poi anche al Naval Ocean Systems Center, infine all’installazione spaziale e strategica di Huntsville, Alabama. Poi, nel 2010, Google subisce un attacco cyber di tipo AURORA. Un attacco lungo, potente, inizialmente incontrollabile. Ma forse sono stati colpiti da AURORA anche la Symantec, la Northrop Grumman, la Morgan Stanley, la Dow Chemical, questi ultimi dati non sono certi. Quindi, raccolta di dati, intelligence soprattutto economica e tecnologica, per i cinesi, ma anche un complesso rapporto con gli Usa, da penetrare informativamente ma da non danneggiare troppo. In ogni caso, le fila del Servizio cinese (o, meglio, dei Servizi) vengono tenute dal Ministero per la Sicurezza dello Stato. Notare la differenza giuridica: mentre il KGB era, appunto giuridicamente, un Dipartimento del Comitato Centrale, il Servizio della Cina comunista è un vero e proprio ministero. Per gli Interni, c’è il Ministero della Pubblica Sicurezza ma, in generale, i Servizi cinesi sono meno ossessivi, diversamente dai sovietici, nel rapporto con le possibili “fonti”, preferendo comunque persone etnicamente cinesi. Peraltro, il Servizio estero cinese sembra preferire fonti che, diversamente da quello che accadeva con i KGB sovietico, non hanno problemi di denaro o di crisi personali. Che diventano pericolosi o ambigui. Sempre diversamente dai sovietici, i Servizi di Pechino non pagano volentieri per le notizie, non ricattano, non estorcono. Anzi, non pagano proprio, semmai danno una mano ai cinesi etnici all’estero, per parenti o altro. Raramente, quindi, i Servizi di Pechino pagano per i dati che ricevono. Quindi, le Agenzie cinesi si interessano a persone che non entrano, se non raramente, nel raggio di attenzione dei Servizi nemici. Il che è una ottima scelta, sul piano operativo. I cinesi, poi, sempre diversamente dai sovietici, non organizzano all’estero rezidenture, raramente peraltro organizzano incontri clandestini, quasi mai utilizzano comunicazioni coperte.

“l’Uccello che galleggia è esistenza, se si immerge è non-esistenza”. La mente è come la luna: si rispecchia nell’acqua a una rapidità che l’uomo non percepisce. La mente non va arrestata, ma lasciata libera di cogliere il vuoto, l’invisibile, il Nulla. I Servizi di Pechino organizzano comunque aree chiuse in cui una “fonte” si ritrova, con i suoi ritmi e le sue necessità, a fornire i materiali che servono al Governo cinese. Ma l’ampiezza della rete è tale, comunque, che il ritmo lento e non invasivo degli operativi cinesi è tale da raggiungere la stessa, o perfino di più, quantità di materiale sensibile raccolto di quella di un Servizio che non segue il Tao, la linea naturale degli eventi e delle persone. Il Servizio cinese, poi, opera spesso con veri accademici, veri studenti, veri giornalisti, verissimi uomini d’affari. La cover è spesso irrilevante, ma spesso verissima; e anzi è ritenuta una copertura che richiama un eccessivo interesse, come la gelosia che, come diceva Karl Kraus, “è un abbaiare di cani che richiama i ladri”. Naturalmente, qui i cinesi sono grandemente avvantaggiati, visto che possono legalmente utilizzare giornalisti veri e accademici veri; mentre in occidente, come accade anche in Italia, è proibito utilizzare come agenti “giornalisti, ministri del culto, parlamentari, consiglieri comunali”. La stupidità si è accanita contro i Servizi con una ferocia degna di miglior causa.Nessuno, quindi, che possa servire davvero, il che porta i servizi occidentali a costruire delle complicate “storie” inutili che, spesso, vengono scoperte facilmente dagli avversari. Per non parlare della diffamazione quarantennale del Servizio, come in Italia, che provoca altri danni. Per le società tecnologiche cinesi che operano in occidente, esse devono, per il Servizio, essere economicamente autonome e, anzi, produttrici di profitto, senza pesare sulle casse del Servizio o dello Stato.

 E’ permesso anche un profitto di tipo “occidentale”, spesso predatorio, almeno fino a quando questo non inficia le operazioni informative.

 Quindi, le imprese cinesi che assorbono tecnologie e dati, che sono il materiale primario dell’intelligence cinese attuale, devono essere le più evidenti e naturali imprese possibili, senza doppi fondi o operativi ambigui, che i Servizi del Paese ospite possano, magari anche non facilmente, scoprire.

 Altro problema, nel controllo delle operazioni cinesi in Occidente, è la difficoltà, diremmo quasi la malavoglia con le quali le nostre imprese, anche le PMI, segnalano le operazioni di attacco cyber, spesso duramente ricattatorie, o anche le crisi derivanti da truffe poste spesso in atto da dirigenti e dipendenti interni.

 La mania di andare sempre in Borsa rende le società, anche quelle piccole e medie, eccessivamente timorose per lo svelamento di simili operazioni avverse.

 Oggi, ha calcolato Leonardo-Finmeccanica, ci sono stati, in fase di Covid-19, ben 230.000 operazioni di malspam nel mondo, di cui ben il 6% in Italia.

 Il 51% delle società italiane, di ogni tipo, ha subito uno o più attacchi cyber significativi nel corso dell’ultimo anno, con una espansione del 125% medio per quel che riguarda i domini denominati “covid”.

 Ma, per la Cina, c’è stata di recente una trasformazione del sistema statuale.

 Se, prima, prima della globalizzazione, grazie anche a una psicologia “imperiale”, il Servizio doveva, soprattutto, difendere i confini e, per certi aspetti, anche la “purezza” dell’equilibrio etnico cinese, oggi invece, visto il ruolo economico globale di Pechino, il Servizio deve occuparsi della: 1) la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime dall’estero e 2) la stabilità del sistema produttivo in una fase di grandi trasformazioni sociali.

 Ecco, quindi, la necessaria complessità attuale del sistema decisionale del Partito e dello Stato cinese: il top level è il National Security Leading Small Group, NSLSG, che ospita anche molti meccanismi informali di decisione strategica all’interno della più ristretta classe politica di Pechino.  Un’ élite che è sempre stata più informale di quanto non si creda.

 Certo, a livello istituzionale c’è anche lo Standing Commitee del Politburo, ma qui c’è ancora Hu Jintao, uomo ancora essenziale per l’architettura del potere di Xi Jinping, che lo ascolta attentamente.

 Poi c’è anche il Foreign Affairs Leading Small Group, che si occupa meno di rapporti con gli Usa, come il suddetto National Security, ma controlla soprattutto l’operato delle Agenzie e lo mette in collegamento.

 Ruolo fondamentale è, oltre a quello dei Servizi, anche quello dei vari e spesso ottimi think tanks, accademici e non.

 Anche i risultati di queste strutture vengono computati dagli Small Groups.

 Ma come si decide la politica estera in Cina?

 In primo luogo c’è il PCC ma, più esattamente, il “Comitato Centrale del Politburo”, oltre al già citato Standing Commitee dello stesso Politburo.

 Il Comitato Centrale, con i suoi 204 membri e i 167 membri “alternati”, si riunisce una volta l’anno.

 Mentre il “Comitato Centrale del Politburo” è composto da 25 membri, eletti dallo stesso Comitato Centrale, si riunisce una volta al mese e cinque membri non risiedono, solitamente, a Pechino.

 Il PBSC, lo Standing Group per gli Affari Esteri del CC, si riunisce una volta alla settimana e ha nove membri.

 La Riunione è spesso coordinata dall’Ufficio Affari Esteri del Comitato Centrale.

 All’interno dello standing committee, l’Ufficio Affari Esteri ha una specifica responsabilità di area, ma non bisogna pensare che il comunismo cinese sia autoritario, almeno nel senso infantile del termine.

 Più è grande il tema, più è ampia e libera la discussione. La linea del leader è sempre e comunque la costruzione del consenso, il più vasto, tra i suoi consiglieri.

 Il leader spesso designa, per le questioni più spinose, un “primo collaboratore” ma, di solito, le riunioni del “centro” sono di routine per quel che riguarda le questioni secondarie, anche geopoliticamente, mentre il Capo parla e decide per le questioni essenziali: i rapporti con gli Usa, ossessione, ancora e sempre, del Servizio cinese, oppure con il Giappone, Taiwan o, molto probabilmente, la Federazione Russa.

 La linea, ai vertici del sistema decisionale, e questo piace molto anche a Xi Jinping, è ancora quella vecchia e stabile definita da Jang Zemin, che fu codificata nel 1999: “leadership collettiva, centralismo democratico, preparazione individuale, e le decisioni che promanano sempre dalle riunioni”.

 In questo modo, lo Standing Commitee e l’Ufficio Affari Esteri del CC preparano i briefings e li distribuiscono tra gli uffici del Comitato Centrale.

 Spesso, non si va a votazione, ma si discute fino a che non si arriva al consenso.

 Si è votato, per esempio, caso raro, quando la Corea del Nord ha condotto un test nucleare nel 2009 e la Cina doveva decidere se abbandonare il suo sostegno a Pyongyang o meno. Ci furono sette voti negativi al sostegno alla Corea del Nord.

 La costituzione del NSLSG, poi, il già citato National Security Leading Small Group, è seguita soprattutto al bombardamento, da parte degli Usa, della ambasciata cinese di Belgrado.

 Un atto che ha segnato la recente storia politica cinese.

 Hu Jintao, definito come “figura principale” dal PSBC, muove un ufficio complesso, allora: otto ministri del Consiglio di Stato, due dal ministero degli Esteri, il ministro della sicurezza nazionale, il ministro del commercio, l’ufficio degli affari riguardanti Taiwan, quello che si occupa di Hong Kong e Macao, poi l’ufficio degli Affari Cinesi Oltremare, infine l’Ufficio per le Informazioni.

 Poi, ci sono due organi di Partito: il Dipartimento della Propaganda e quello Internazionale.

 Senza dimenticare i militari: il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore.

 Quindi, uno stile completamente diverso, quello dei cinesi, dalle pratiche di intelligence degli occidentali, poi una organizzazione complessa e tecnicamente raffinata di controllo politico delle operazioni dei Servizi, infine una diversa finalizzazione, almeno per ora, delle operazioni delle Agenzia cinesi in Occidente.

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