Grazie a Papa Francesco la Chiesa non è più un fortilizio.

Habemus Papa. Uno solo, difatti Il conclave del 2013 fu convocato a seguito della rinuncia all’ufficio di romano pontefice, di papa Benedetto XVI, si svolse nella Cappella Sistina dal 12 al 13 marzo, e fu eletto papa il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, che assunse il nome di Francesco. Dopo di che Benedetto XVI è divenuto Papa emerito.

Quanti problemi il Papa rinunciatario lasciò su quelle che potevano sembrare le “esili spalle” di Jorge Bergoglio? Tuttavia, non lo erano: esili.

Ogni passo del suo pontificato, a cominciare da quel “Buonasera!” che pronunciò la sera in cui L’elezione fu annunciata dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran, ha dimostrato come quell’uomo, proveniente dall’ombra di una dittatura in Argentina, abbia deciso di rappresentare a Roma qualcuno che desidera immedesimarsi ed eliminare le motivazioni per cui la Chiesa si sta allontanando dai Cristiani o, anche, il contrario.

Guardiamo ai fatti. Secondo un rapporto Istat del 2012: – «Circa un milione di persone si è dichiarato omosessuale o bisessuale, più tra gli uomini, i giovani e nell’Italia centrale. Altri due milioni circa hanno dichiarato di aver sperimentato nella propria vita l’innamoramento o i rapporti sessuali o l’attrazione sessuale per persone dello stesso sesso». – Intanto, mentre la giunta regionale dell’Emilia-Romagna approva la legge anti–omofobia, una norma contro ogni discriminazione che sia determinata dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, nel mondo ci sono ancora settanta Paesi dove essere omosessuale, non è solo fonte di discriminazione. È addirittura illegale.

Cosa c’entra la Chiesa intesa come fortilizio? Semplice: che se io o chiunque altro, decide di andarsi a confessare per prendere la comunione e, volendo essere sincero, precisa di avere rapporti sessuali con un individuo dello stesso sesso, oppure -addirittura – che ci convive o, anche, che intende sposarlo, non penso che quel prete gli darà la sua Santa Benedizione, spingendolo verso la comunione. Specialmente se ad ascoltare la confessione sia un prete anziano.

Siamo nel 2016, il due di giugno, al Giubileo dei sacerdoti e Papa Francesco dice loro: – «Questo ritiro spirituale si incamminerà per il sentiero della “semplicità evangelica”, che comprende e compie tutte le cose in chiave di misericordia. E di una misericordia dinamica, (da intendere) come verbo: operare misericordia e ricevere misericordia, “misericordiare” ed “essere misericordiato”»-.

Andiamo indietro nel tempo: Marco 2,13-17 (…) =(Mt 9:10-13; Lu 5:29-32) Lu 15:1-10; Sl 25:8-9
15 Mentre Gesù era a tavola in casa di lui, molti pubblicani e peccatori erano anch’essi a tavola con lui e con i suoi discepoli; poiché ce n’erano molti che lo seguivano. 16 Gli scribi che erano tra i farisei, vedutolo mangiare con i pubblicani e con i peccatori, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangia con i pubblicani e i peccatori?» 17 Gesù, udito questo, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».

Ecco, dunque, a quale “semplicità evangelica” faceva riferimento il Papa.

Andiamo oltre. Parliamo delle tante donne che hanno un figlio e non un marito. Siamo nel maggio del 2013 quando il nuovo Papa chiarisce che la Chiesa non deve chiudere le porte a nessuno, neanche ad una ragazza madre che chiede il battesimo per il figlio. Lo dice di sua voce Il Pontefice, nell’omelia a Santa Marta. Fa di più: chiarisce che la Chiesa non deve diventare una specie di «dogana pastorale», laddove una specie di “bigliettai della fede”, occupino il posto di pastori. Bergoglio porta un concreto esempio: «Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa, in parrocchia e al segretario: «Voglio battezzare il bambino». E poi questo cristiano, questa cristiana le dice: «No, tu non puoi perché non sei sposata!». Ma guardi, che questa ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova? Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo! Allontana dal Signore! Non apre le porte! E così quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha istituito sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento della dogana pastorale!»

Noi abbiamo bisogno di questo Papa che ha aperto le porte del fortilizio.

Guardiamo ai divorzi: sono possibili in Italia dal 1970, in base alla legge 898/1970. Nel 2018 gli uomini divorziati erano poco più di 681 mila e le donne poco più di 990 mila. «l’introduzione del “divorzio breve” ha fatto registrare un compatto aumento del numero di divorzi, che ammontano a 82.469 (+57% sul 2014). Si confesseranno questi divorziati? Potranno comunicarsi o si allontaneranno dalla Chiesa a testa bassa?

Sui preti sposati, fu lo stesso Papa Ratzinger nel libro “Fede e Futuro” del 1970 a prevedere: La Chiesa conoscerà certamente anche nuove forme di ministero e consacrerà sacerdoti dei cristiani di provata esperienza: in molte comunità più piccole o nei gruppi socialmente uniti, si risponderà in questo modo alla pastorale normale. Ma continuerà ad essere indispensabile il sacerdote attuale a tempo pieno”. Ancora lo stesso Benedetto XVI, aveva codificato nella Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus, da lui firmata il 4 novembre 2009: – “L’Ordinario, in piena osservanza della disciplina sul celibato clericale nella Chiesa Latina, pro regula ammetterà all’ordine del presbiterato solo uomini celibi. Potrà rivolgere petizione al Romano Pontefice, in deroga al canone 277, comma 1, di ammettere caso per caso all’Ordine Sacro del presbiterato anche uomini coniugati, secondo i criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede”. –

Non può che stupirci come, invece, il 12 gennaio 2020, sul libro: – “Dal profondo del nostro cuore” scritto con il Cardinal Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino della Disciplina dei Sacramenti, sul celibato dei sacerdoti, Papa Ratzinger si pronunci in modo netto: “Non posso tacere, è indispensabile”. Frenando su qualunque tipo di riforma ed esprimendo la piena contrarietà alla possibilità di aprire ai preti sposati all’interno della Chiesa Cattolica. Mentre Papa Francesco, com’è sua santa abitudine, riflette in merito e spinge i cattolici alla riflessione. Ascoltiamolo, riflettiamo; in effetti, mi sembra di capire che abbiamo un solo Papa: Jorge Mario Bergoglio. L’uomo che abbatte il fortilizio.

Bianca Fasano.

22/08/2020.

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