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Ave Mary – E la Chiesa inventò la Madonna

 
“Ave Mary – E la Chiesa inventò la donna”, non è un libro su Maria, precisava Michela Murgia. Se avesse scritto un libro su Maria, avrebbe potuto benissimo intitolarlo: “Ave Mary – E la Chiesa inventò la Madonna”. Questo, infatti, è avvenuto. La Chiesa facendo della madre di Gesù una sorta di dea, ha inventato la Madonna.
Benedetto XVI, nell’Udienza Generale del 2 gennaio 2008, disse: “Dopo ampia discussione, nel Concilio di Efeso del 431… venne solennemente confermata, da una parte, l’unità delle due nature, quella divina e quella umana, nella persona del Figlio di Dio (cfr DS, n. 250) e, dall’altra, la legittimità dell’attribuzione alla Vergine del titolo di Theotokos, Madre di Dio (ibid., n. 251). Dopo questo Concilio si registrò una vera esplosione di devozione mariana e furono costruite numerose chiese dedicate alla Madre di Dio”. Non possiamo fare a meno di domandarci: “Come mai Gesù non fece sì che questa devozione cominciasse da subito? Perché insegnò ai discepoli a pregare il Padre nostro e non anche la Madre nostra? Come mai dai discorsi di Gesù non trapela assolutamente la posizione eccelsa di Maria, “Madre di Dio”? Eppure l’occasione ci sarebbe stata. Nel Vangelo, Gesù tratta la madre persino con un certo distacco, quasi a non volerla coinvolgere nella sua missione, unica e irripetibile. Quando la madre nell’episodio della Nozze di Cana, essendo lei incapace di provvedere ai bisogni dei commensali, si rivolge a Gesù, lui risponde: “Che vuoi da me, o donna?” (Gv 2,4). Quando dicono a Gesù: “Ecco: tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e chiedono di parlarti” (Mt 12, 48), egli risponde: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?… Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi mi è fratello, sorella e madre” (Mt 12, 49 – 50). E dire che proprio la madre aveva fatto la volontà del Padre, ma lui non dà agli apostoli l’impressione che si tratti di persona eccezionale. E’ una mamma, nient’altro che una mamma. A tal punto una semplice mamma da non capire neppure ciò che il figlio dodicenne diceva: “«Figlio, perché hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo!». Ma egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io mi devo occupare di quanto riguarda il Padre mio?». Essi però non compresero ciò che aveva detto loro” (Lc 3,48 – 50). Gesù parla di sé, parla del Padre, mai della madre: “Chi ha visto me, ha visto il Padre. Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me” (cf Gv 14). In Giovanni (solo in Giovanni) Gesù, sulla croce, ha un pensiero per la madre straziata dal dolore: “Gesù, dunque, visti la madre e presso di lei il discepolo che amava, dice alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Quindi dice al discepolo:«Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo la prese in casa sua”. (Gv 19, 26 – 27 ). E da quell’ora, per parecchio tempo, nessuno diede grande importanza a Maria.
Renato Pierri

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