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I mullah, mentre mandano il popolo iraniano nel campo minato del COVID-19, cercano di non contrarre il virus essi stessi

 

Il Mojahedin del Popolo Iraniano ( MEK ) ha annunciato lunedi 17 agosto 2020 che il bilancio delle vittime del COVID-19 in 392 città dell’Iran era arrivato a 90.100

Uno sguardo all’approccio del regime iraniano verso la popolazione durante l’epidemia di COVID-19 mostra chiaramente come i mullah stiano usando questo virus per raggiungere i loro sinistri obiettivi. Nel frattempo, i mullah stanno attenti a non essere infettati dal virus.

Il presidente del regime iraniano Hassan Rouhani ha rifiutato di andare in parlamento e ha accettato il rischio di non poter raccogliere abbastanza voti per il ministro dell’Industria e delle Miniere da lui proposto. L’Assemblea degli Esperti del regime ha rinviato la sua sessione la scorsa settimana a causa dell’epidemia di coronavirus. Tuttavia, Rouhani e altri dirigenti insistono perché si svolgano gli esami di ammissione alle università e le cerimonie di lutto in commemorazione del terzo imam dell’Islam sciita, Hossain-ibn-Ali. Questo nonostante i numerosi avvertimenti da parte degli stessi funzionari sanitari del regime che hanno previsto che tenere le cerimonie di lutto di Muharram o gli esami di ammissione aumenterà ulteriormente il numero di infezioni da COVID-19 e il tasso di mortalità.

“Quando si discute dell’esame di ammissione, ancora una volta alcune persone chiedono se deve essere svolto o no. Ebbene, com’è che oggi usciamo per le città? Com’è che gestiamo uffici, negozi e centri commerciali? Tenere gli esami di ammissione all’università non è diverso” – ha detto Rouhani sabato scorso.

Ha anche incolpato la popolazione di non aver preso sul serio i protocolli sanitari e ha detto che questa malattia avrà “una durata molto breve”. Lo ha affermato falsamente, così come a febbraio aveva detto che tutto sarebbe tornato alla normalità entro il 29 di quel mese.

L’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI, Mujahedin-e Khalq o MEK) ha annunciato domenica che quasi 90.000 persone sono morte a causa dell’epidemia di coronavirus. La popolazione è alle prese con difficoltà economiche, sia a causa delle politiche economiche ed estere sbagliate del regime che dell’epidemia. Tuttavia, invece di aiutare la popolazione, gli alti dirigenti del regime, in particolare il suo Leader Supremo Ali Khamenei e Rouhani, incolpano la gente per la diffusione del virus e parlano mentendo di “mancanza di cooperazione da parte delle persone”, o di fallimento nel “rispetto del protocollo sanitario”. Intanto mandano il popolo nel campo minato del coronavirus.

Khamenei ha persino descritto questa pandemia, con il suo crescente numero di morti, come una “benedizione” per il regime piuttosto che un disastro per la gente. La catena di eventi mostra che il regime ha davvero considerato questo virus come un dono del cielo e un alleato per sedare l’irrequieta società iraniana, in particolare dopo le proteste nazionali in Iran nel novembre 2019 e nel gennaio 2020, che hanno scosso le fondamenta del regime.

Le politiche sociali ed economiche sbagliate del regime iraniano, così come i suoi quarant’anni di oppressione, hanno trasformato la società iraniana in una polveriera. Dopo le proteste nazionali in Iran in novembre e in gennaio, con la gente che cantava “morte al dittatore”, i mullah hanno capito che un’altra rivolta era inevitabile. Il boicottaggio pubblico delle false elezioni parlamentari del regime ha mostrato che il vero voto del popolo iraniano è per il cambio di regime.

Per prolungare la propria esistenza, il regime iraniano ha negato l’esistenza del virus per quasi un mese. Ha tenuto le elezioni anche se i suoi dirigenti sapevano che queste elezioni sarebbero state in gran parte boicottate dalla popolazione. Quando i mullah sono stati costretti ad annunciare l’esistenza del virus, hanno iniziato a minimizzarlo. Hanno detto alla popolazione di restare a casa durante le vacanze, ma hanno aperto tutte le autostrade e non hanno imposto e controllato i necessari protocolli sanitari. La quarantena in Iran è stata diversa da quella di altri Paesi. Il popolo non era sostenuto dal governo e questo stava aumentando l’odio sociale verso il regime. Quindi, Khamenei e Rouhani hanno costretto la gente a tornare a lavorare.

 

Il risultato

La cattiva gestione dell’epidemia di coronavirus ha aumentato l’odio della popolazione verso il regime. Il regime intende prevenire qualsiasi rivolta utilizzando questo virus e uccidendo. Tuttavia, queste azioni trasformeranno presto la tristezza per avere perso i propri cari in maggiore rabbia verso il regime.

A questo proposito, il 13 luglio il quotidiano statale Mostaghel ha scritto: “Questa nazione non dimenticherà come è stata abbandonata in questi giorni amari. Questo influenzerà i prossimi incidenti. Il governo non ha contenuto e controllato il coronavirus per controllare in modo rilevante la rabbia della popolazione ribelle. Ma vorrei che la sofferenza e la malattia della gente non fossero usate come cura per la propria incapacità e come mezzo di vendetta degli eventi di novembre e dicembre. Perché presto la gente quando si avvicinerà alla tavola per mangiare la troverà vuota, e la disperazione porterà a protestare scendendo in strada”.

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