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Mi associo in toto all’articolo del collega giornalista Roberto Rinaldi – Ordine Trentino Alto Adige

 

 

 

Non è la prima volta che stigmatizzo con forza sulla stampa il comportamento “sui generis” del parlamentare Vittorio Sgarbi, reo secondo me di osare una dialettica che va oltre ogni concepibile accettazione da parte della società civile.

Mi fa specie il fatto che oggi, un collega giornalista ed anche sindacalista dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, il dott. Roberto Rinaldi si sia mosso nei confronti del predetto parlamentare depositando questa mattina alla segreteria generale del consiglio provinciale di Trento una petizione per chiedere le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalla presidenza del museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, motivando il mancato rispetto delle norme anti-covid emanate dal Governo.

Personalmente, a detta accusa da parte del giornalista Rinaldi della Stampa (oggi pubblicata anche dal Secolo XIX), io aggiungerei una colpa molto più grave. Sgarbi infatti, nella sua veste di rappresentante delle istituzioni, ha promosso una campagna suicida nei confronti del popolo italiano, irridendo alle istituzioni scientifico-sanitarie che, per quanto ancora con scarsi risultati, si stanno prodigando per la salute del paese sulla base di principi previsti anche dalla Costituzione .

Mi pare che quest’ultimo fatto, correlato al primo, costituisca titolo valido affinché la Presidenza della Repubblica che ne è custode della Costituzione, sia più che sufficiente per prendere seri provvedimenti nei confronti del sig. Vittorio Sgarbi che, oltretutto sta infangando con arroganza e maleducazione non solo le Istituzioni, ma anche i cittadini nei confronti dei quali egli esterna aggettivi inqualificabili che diseducano anche le nuove generazioni.

Concludo sperando che le circa 20.000 firme raccolte  sinora in tutta Italia attraverso l’opera meritoria del collega Rinaldi, abbiano a crescere in maniera esponenziale allo scopo di bandire dalla scena socio-politica il predetto signore che, a mio avviso, viene invitato dalle varie emittenti televisive non già per insegnare ma per fare spettacolo, spesso osceno.

 

Arnaldo De Porti – giornalista

Belluno-Feltre

 

 

 

Non è la prima volta che stigmatizzo con forza sulla stampa il comportamento “sui generis” del parlamentare Vittorio Sgarbi, reo secondo me di osare una dialettica che va oltre ogni concepibile accettazione da parte della società civile.

Mi fa specie il fatto che oggi, un collega giornalista ed anche sindacalista dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, il dott. Roberto Rinaldi si sia mosso nei confronti del predetto parlamentare depositando questa mattina alla segreteria generale del consiglio provinciale di Trento una petizione per chiedere le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalla presidenza del museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, motivando il mancato rispetto delle norme anti-covid emanate dal Governo.

Personalmente, a detta accusa da parte del giornalista Rinaldi della Stampa (oggi pubblicata anche dal Secolo XIX), io aggiungerei una colpa molto più grave. Sgarbi infatti, nella sua veste di rappresentante delle istituzioni, ha promosso una campagna suicida nei confronti del popolo italiano, irridendo alle istituzioni scientifico-sanitarie che, per quanto ancora con scarsi risultati, si stanno prodigando per la salute del paese sulla base di principi previsti anche dalla Costituzione .

Mi pare che quest’ultimo fatto, correlato al primo, costituisca titolo valido affinché la Presidenza della Repubblica che ne è custode della Costituzione, sia più che sufficiente per prendere seri provvedimenti nei confronti del sig. Vittorio Sgarbi che, oltretutto sta infangando con arroganza e maleducazione non solo le Istituzioni, ma anche i cittadini nei confronti dei quali egli esterna aggettivi inqualificabili che diseducano anche le nuove generazioni.

Concludo sperando che le circa 20.000 firme raccolte  sinora in tutta Italia attraverso l’opera meritoria del collega Rinaldi, abbiano a crescere in maniera esponenziale allo scopo di bandire dalla scena socio-politica il predetto signore che, a mio avviso, viene invitato dalle varie emittenti televisive non già per insegnare ma per fare spettacolo, spesso osceno.

 

Arnaldo De Porti – giornalista

Belluno-Feltre

 

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