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Treia e “Le vie difuga” di Lucrezia Sarnari

Mercato coperto di Treia – La sera del 9 agosto 2020 Lucrezia Sarnari, treiese in fuga, evoca -parlando del suo ultimo libro con l’interlocutrice Emanuela Corvatta- le sue immaginarie vie di fuga sui sentimenti e sull’amore ai tempi di whats-app.

Per ascoltarla si è riunito sotto il mercato coperto il pubblico mondano delle grandi occasioni, con tutti quelli che contano seduti ai tavoli, come fossero al Café de Paris, mentre gli altri -quelli che contano meno- se ne stanno in piedi fuori dal portico ad occhieggiare. Però la diversa sistemazione non è dovuta a questioni di “classe” bensì dalla semplice tempestività (o meno) nella prenotazione dei posti.

Una linea immaginaria separa anche gli attori principali dagli ascoltatori. Sul “palcoscenico” Lucrezia (molto elegante in giallo a pois) affiancata dalla presentatrice (in mise degagée), più avanti -leggermente distaccato- staziona il duo musicale composto dal chitarrista Marco Poeta (di Recanati) e dalla solista Letizia Rossi (di Chiaravalle); all’altro lato è posizionato un piccolo stand (gestito dalla cartolibreria La Coccinella) con alcune copie del libro.

Mentre la presentazione è ancora in stand-by fra i tavoli del pubblico si aggira la responsabile della bouvette, Giovanna Bonelli, che consiglia bevande ed aperitivi, serviti poi da una graziosa e giovane cameriera in mascherina. Nel frattempo tra una rimembranza ed una romanza si affina l’atmosfera che non è certo quella del “gaudemus igitur” (in stile Carmina Burana) ma quella di un elegante simposio letterario “à la page”.

Il via al dialogo letterario vien dato dal sindaco di Treia, Franco Capponi, presente all’incontro in prima fila, che definisce Lucrezia Sarnari “una futura Dolores Prato”.  E qui l’autrice comincia a raccontarsi e si confessa “un po’ femminista, donna di mondo, osservatrice neutrale di una situazione sociale e sentimentale vissuta ai tempi della virtualizzazione (da internet e cellulari)”. Situazione vieppiù appesantita in seguito al distanziamento sociale di questi ultimi mesi (per restrizioni da coronavirus). Ma per recepire bene il messaggio intrinseco contenuto in “Vie di Fuga” (edizioni Rizzoli) occorrerà leggere il libro (ed anche noi ce ne siamo accaparrati una copia), mentre per godere degli stacchi melodici “di ‘500 in ‘500” offerti dai due virtuosi Poeta e Rossi (musiche di Jhon Dowland e Villanelle Napoletane) è stato sufficiente rimanere in silenzio, fermandoci dove siamo (cioè a Treia).

Paolo D’Arpini

Paolo D'Arpini nasce a Roma il 23 giugno 1944. Nel 1970/71 fonda a Verona il Circolo culturale "Ex" e scrive il suo primo libro Ten poems and ten reflections (Rummonds Editore). Nel 1976, a Calcata, fonda Annapurna la prima azienda italiana a occuparsi di alimentazione integrale e vegetariana. Nel 1984 fonda a Calcata il Circolo vegetariano VV.TT , e di lì a poco anche il Comitato per la Spiritualità Laica, pubblica i libri "Calcata. racconti dalla città invisibile" e "Incontri con i santi" (Edizione VV.TT.). Nel 1996, ad Acquapendente, partecipa alla fondazione della Rete Bioregionale Italiana, di cui diventa coordinatore nel 2009. Nel 2010 si trasferisce a Treia, nelle Marche, e pubblica "Vita senza tempo" assieme a Caterina Regazzi (Edizioni Vivere Altrimenti), "Riciclaggio della memoria, appunti su Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica", "Treia: storie di vita bioregionale" (Edizioni Tracce), "Compagni di viaggio" (Edizioni OM). Collabora regolarmente con la rivista laica "Non Credo" (Edizioni Religion Free) e con diversi blog ecologisti, tra cui Terra Nuova, Long Term Economy, Politicamente Corretto

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