Vassallo e Frassà: La lunga estate aspettando il vaccino.

“Se non mi fido di nessuno, finirò per fidarmi solo di me stesso, coltivando oltremisura l’ego e un’eccessiva autostima, che mal si coniugano con la sete di colmare le proprie lacune e ignoranze, ovvero di migliorarsi”.

E’ luglio e non tutti possono concedersi una qualche vacanza. La globale pandemia pesa su un’economia già provata da decenni di guida economica demagogica e populista. Qual è la soluzione? Il vaccino, ma che forma di vaccino? Se il vaccino medico ci proteggerà – speriamo il prima possibile – dal virus, chi ci proteggerà dagli uomini di potere e dall’ignoranza?

E’ diventato così difficile capire anche per una persona “media” a quale punto siamo sul vaccino: quando arriverà e a chi arriverà. E poi nutro dubbi sul fatto che, se anche arrivasse, gli italiani lo vorrebbero. E’ di un mese fa il sondaggio-ricerca dell’Engage Minds Hub dell’Università Cattolica che mostra come oltre il 40% degli italiani dichiara che non si vaccinerà contro il covid, rischiando di rendere nullo l’effetto “gregge” e di mettere a rischio le fasce di popolazione più debole. Rischiamo perciò di vivere una lunga estate di attese.

I mass media e l’editoria sono stati severamente colpiti con il 70% del settore in cassa integrazione. Eppure la stampa sembra rispondere alla crisi puntando al ribasso, ovvero su temi sicuri da spiaggia. E se non si parla di calcio e di pettegolezzi, le notizie e i commenti vengono forniti in modo tale da confondere il lettore. A prevalere è una monotonia isterica, invasiva, urlata. Pochi giornali sembrano avere uno “stile” e una direzione editoriale, che non sia l’inseguire click-euro-pubblicità. Quando è giunto il Covid, lo si è quasi tutti preso (governo compreso) sottogamba, al pari di una simil-influenza, finché  i camion dell’esercito di Bergamo ci hanno mostrato l’orrore. Allora tutti abbiamo cambiato punto di vista, ma viste le raccapriccianti scene di ieri al Senato (Salvini e Bocelli ndr) sembra che si siamo già tutto dimenticato. Resta il fatto che è evidente come il lettore-spettatore sia alla fine disorientato, non riuscendo a considerare autorevoli né i giornalisti e né gli esperti – anche scientifici: pensiamo al caso della comunità scientifica che nelle settimane della quarantena si è fatta sempre più litigiosa e televisiva.

Unica certezza è la nostra debolezza, il fatto che qualcosa non continui a non funzionare al di là del virus: alcuni sono arrivati a vedere in questa pandemia una qualche forma di punizione divina, e, se in ciò hanno confidato, quel Dio malvagio, ipotizzato secoli fa da alcuni gnostici, Dio onnipotente, non avrebbe che potuto ammazzarci lentamente. Lo ha fatto e non si è ancora arrestato, e si narra che in Europa si sia assopito solo al fine di rinvigorire le proprie forze. Ormai dà una costante nascita a nuovi focolai e allora diventa complicato cercare di “combattere” un Dio onnipotente con un “misero” vaccino, che neppure tutti vorrebbero.

Religione versus scienza? Ormai da qualche tempo costante e spina irrisolta dell’essere umano. E, oggi come oggi, lo status ontologico-epistemico della scienza risulta di fatto ben superiore a quello della religione, non necessariamente cattolica.

Ma questo vaccino anti-covid, in fondo anti-superstizione divina, c’è o non c’è?

Di seguito i primi dati: negli Usa il 27 luglio entra nella fase dei trial su vasta scala il vaccino mRna-1273, messo a punto da una potente casa farmaceutica statunitense per passare poi al vaglio dell’Istituto statunitense di allergologia e malattie infettive. Il Colosso cinese economico, ove a dominare, rimane ferro il potere dittatoriale militare, e il vaccino ove pare abbiano identificato, dissimile da quello statunitense, verrà “coerentemente” distribuito, almeno per un anno alle sole forze armate (già le forze amate cinesi!). La potente Germania, pur supportata da fondi europei, al momento, si ritrova con un vaccino in fase di sperimentazione, mentre la piccola, colta, democratica Oxford dovrebbe, già questo settembre, immettere sul mercato un vaccino a milioni di dosi.

E in Italia? Arriviamo da decenni di tagli alla ricerca universitaria e con il minor tasso di laureati. Chi poi si laurea bene non resta in Italia e se resta senz’altro non si immola nel precariato poco meritocratico della ricerca pubblica. Perciò quale centro pubblico avrebbe avuto i mezzi per trovare il vaccino? Meno male a salvarci la “faccia” c’è un centro privato a Pomezia che partecipa alle ricerche a livello globale. In questa incertezza, coloro che se lo possono ancora permettere, si trovano già nella seconda loro casa, quella al mare o in montagna, mentre chi è costretto per carenza di denaro alla città si getta (non in mare) bensì in farmacia ad acquistare le mascherine, ma assurdamente è netta sulla porta di entrata la scritta qualcosa come “per entrare è obbligatoria la mascherina”: se per entrare in farmacia, la mascherina è necessaria, e tu devi invece acquistarla, si torna al solito “che fare?”.

Mare o montagna o casa, hacker di ogni genere sono la costante della nostra estate – al punto che gli States sono giunti a chiudere il consolato cinese – spiano ogni nostra mossa utile in relazione al vaccino. Almeno lo si sa. Ci sono, invece, coloro che ti dicono “mi sono distratta un po’”, fingendosi un mero stupido. In Allegro ma non troppo, il magnifico Cipolla enuncia le leggi della stupidità e i molti danni che lo stupido ci reca. Nel nostro caso da 007, dovremmo difenderci da tutti quelli stupidi, che ci vendono per intelligenti. E non vi è nulla da scherzare: non c’è nulla di più grave di minare la credibilità della comunicazione. Se non mi fido di nessuno, finirò per fidarmi solo di me stesso, coltivando oltremisura l’ego e un’eccessiva autostima, che mal si coniugano con la sete di colmare le proprie lacune e ignoranze, ovvero di migliorarsi.

Nicla Vassallo e Sabino Maria Frassà per Ama Nutri Cresci, 28 luglio 2020

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