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Memoria collettiva nella materia e nella psiche – Collective memory in matter and psyche

La verità non può essere parziale, come non può essere sminuzzata l’integrità della nostra esistenza corporea… Nel senso che non possiamo dire “questo organo o questa appendice non mi appartiene od è inutile…” o simili facezie. Infatti anche se usiamo quasi sempre la destra per il nostro agire abbiamo bisogno anche della sinistra, se diventiamo calvi lo consideriamo un difetto, se le unghie si spezzano anche le dita ne soffrono, etc. Insomma la verità storica dovrebbe corrispondere ad un’interezza e questa interezza viene data solo da quella memoria sottile che resta impressa nelle forme in continua mutazione fenomenica.

Questo “ricordo” a livello organico  viene definito DNA ed a livello psichico io lo chiamo “psicostoria”, ovvero la capacità di lettura attraverso la memorizzazione automatica,  presente nell’insieme dei processi vitali coinvolti negli eventi. E siccome non esiste separazione alcuna in qualsivoglia processo vitale, che si manifesti con il nostro diretto coinvolgimento oppure con uno indiretto, e qui faccio ancora l’esempio del corpo umano in cui se vengono ad esempio persi i denti questo fatto coinvolge anche tutti gli altri organi ed appendici, dalla testa ai piedi. Senza denti si deteriora l’alimentazione, l’individuo perde la capacità aggressivo-difensiva, etc. etc. insomma ogni aspetto corporale  viene influenzato.

Ciò logicamente succede anche per gli eventi sulla faccia del pianeta: una bomba atomica in Siberia influisce sulle condizioni ambientali dell’Antartide….

Infine se vogliamo conoscere la storia, quella vera, è necessario intromettersi nel magazzino della funzione mnemonica, che è presente comunque in chiave olistica ed olografica in ognuno di noi.

In India questo magazzino si chiama Akasha, Jung lo chiamò Inconscio collettivo, gli esoteristi lo chiamano Aura della Terra.

Come fare ad attingere a questo archivio misterioso e sempre presente?

La risposta sta nella domanda stessa… Come fa l’acqua a conoscere l’acqua? Come fa il fuoco a conoscere il fuoco? Come fai a conoscere te stesso?

Essendolo…!  Non come un osservatore che guarda bensì come sostanza costituente dell’andamento energetico in corso. Spogliandosi quindi del senso di separazione che ci impedisce di percepire l’insieme di cui siamo parte integrante. E questo è anche il sentire bioregionale e dell’ecologia profonda.

Paolo D’Arpini

Fonte: https://bioregionalismo.blogspot.com/2020/07/collective-memory-in-matter-and-psyche.html

Testo Inglese:

The truth cannot be partial, just as the integrity of our bodily existence cannot be reduced … In the sense that we cannot say “this organ or appendix does not belong to me or is useless …” or similar jokes. In fact, even if we almost always use the right for our actions we also need the left, if we become bald we consider it a defect, if the nails break, the fingers also suffer, etc. In short, the historical truth should correspond to a wholeness and this wholeness is given only by that subtle memory that remains etched in the forms in continuous phenomenal mutation.

This “memory” on an organic level is called DNA and on a psychic level I call it “psychohistory”, that is, the ability to read through automatic memorization, present in all the vital processes involved in events. And since there is no separation in any vital process, which manifests itself with our direct involvement or with an indirect one, and here I still make the example of the human body in which if for example teeth are lost this fact also involves all the others organs and appendages, from head to toe. Without teeth the diet deteriorates, the individual loses his aggressive-defensive ability, etc. etc. in short, every bodily aspect is influenced.


This logically also happens for the events on the face of the planet: an atomic bomb in Siberia affects the environmental conditions of Antarctica…


Finally, if we want to know the history, the real one, it is necessary to intrude in the warehouse of the mnemonic function, which is however present in a holistic and holographic key in each of us.


In India this warehouse is called Akasha, Jung called it Collective Unconscious, esotericists call it Earth Aura.


How can we draw on this mysterious and ever-present archive?


The answer lies in the question itself … How does water get to know water? How does fire know fire? How do you know yourself?


Being It …! Not as an observer who looks but as a constituent substance of the current energy trend. Thus stripping of the sense of separation that prevents us from perceiving the whole of which we are an integral part. And this is also the bioregional feeling and the profound ecology.


Paolo D’Arpini

Paolo D'Arpini nasce a Roma il 23 giugno 1944. Nel 1970/71 fonda a Verona il Circolo culturale "Ex" e scrive il suo primo libro Ten poems and ten reflections (Rummonds Editore). Nel 1976, a Calcata, fonda Annapurna la prima azienda italiana a occuparsi di alimentazione integrale e vegetariana. Nel 1984 fonda a Calcata il Circolo vegetariano VV.TT , e di lì a poco anche il Comitato per la Spiritualità Laica, pubblica i libri "Calcata. racconti dalla città invisibile" e "Incontri con i santi" (Edizione VV.TT.). Nel 1996, ad Acquapendente, partecipa alla fondazione della Rete Bioregionale Italiana, di cui diventa coordinatore nel 2009. Nel 2010 si trasferisce a Treia, nelle Marche, e pubblica "Vita senza tempo" assieme a Caterina Regazzi (Edizioni Vivere Altrimenti), "Riciclaggio della memoria, appunti su Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica", "Treia: storie di vita bioregionale" (Edizioni Tracce), "Compagni di viaggio" (Edizioni OM). Collabora regolarmente con la rivista laica "Non Credo" (Edizioni Religion Free) e con diversi blog ecologisti, tra cui Terra Nuova, Long Term Economy, Politicamente Corretto

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