Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Prevenzione incendi in aree limitrofe alla sede ferroviaria. Ordinanza del sindaco Fabrizio Quarto


Massafra. Il sindaco Fabrizio Quarto ricorda che è stata emanata una ordinanza (n.59 dell’11.6.2020) con la quale si dispone, ai fini della  sicurezza e pubblica incolumità, che tutti i proprietari dei terreni vicini alla sede ferroviaria ricadente nel territorio del Comune di Massafra, ciascuno per le particelle catastali di propria competenza, ancorché gestite da terzi, verifichino ed eliminino eventuali fattori di pericolo e di rischio per la “caduta di alberi e “di propagazione di incendio”.

Si richiama l’attenzione sulla esigenza di porre in essere ogni azione preventiva finalizzata alla riduzione del rischio di innesco e propagazione degli incendi nelle aree adiacenti ai tracciati delle reti viarie e delle linee ferroviarie.

Inoltre, con altra ordinanza sindacale (n. 53/2020), è previsto che sino al 15 settembre 2020 è in vigore lo stato di grave pericolosità di incendio per tutti i territori boscati, nei quali è tassativamente vietato:

a)     accendere fuochi d’ogni genere;

b)     usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli;

c)     usare motori, fornelli o inceneritori che provocano faville o brace;

d)     tenere in esercizio fornaci, forni a legna, discariche pubbliche e private incontrollate;

e)     esercitare attività pirotecnica, accendere fuochi d’artificio, lanciare razzi, liberare nell’aria le piccole lanterne volanti o mongolfiere di carta alimentate da fiammelle;

f)      fumare, gettare fiammiferi, sigari o sigarette accese e compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio;

g)     transitare e/o parcheggiare con autoveicoli su viabilità non asfaltata all’interno di aree boscate;

h)     abbandonare rifiuti nei boschi ed in discariche abusive.

Ricordiamo che ogni inosservanza alle suddette disposizioni sarà punita a norma di Legge.

 Nelle foto. Il sindaco Fabrizio Quarto; foto incendio d’archivio.

 Nino Bellinvia

Exit mobile version