La grande mostra sulla storia della Collezione Torlonia è rinviata sine die, o forse no, e, data la controversia sull’Atleta di Fano, non andrà al Getty Museum, o forse sì.

Questo il senso/non-senso della nebulosa risposta che il MiBACT ha dato il 24 giugno scorso alla seconda delle mie interrogazioni sulla mostra che avrebbe dovuto aprire ai Musei Capitolini il 4 aprile 2020. Paradossalmente, invece di chiarire i dubbi circa le due trasferte internazionali dell’esposizione dei 96 marmi già restaurati che, nelle intenzioni sbandierate ai media dal Ministro stesso, doveva poi essere trasferita temporaneamente a Parigi e Los Angeles, la risposta ministeriale è riuscita ad incrementare la confusione e moltiplicare le incertezze, negando implicitamente non solo le trasferte internazionali ma persino l’esposizione romana. Sono stata costretta a dichiararmi insoddisfatta già in “Commissione Cultura”, innanzi tutto perché la risposta minimizza la scabrosa vicenda dei 5 anni di trattative semi-segrete fra i Torlonia ed il Getty Museum per vendere e portare all’estero quella straordinaria collezione privata in barba ai vincoli in essere. Teste l’Ufficio Legislativo del Dicastero, all’accordo MiBACT-Fondazione Torlonia del marzo 2016 non sarebbero seguiti altri patti e il tavolo creato presso il Segretariato generale avrebbe interrotto i lavori fin da aprile 2018, a seguito dell’incarico dato dal Tribunale di Roma alla Soprintendenza di esaminare e inventariare l’intero compendio ereditario, atto prodromico alla dichiarazione dell’eccezionale interesse culturale della raccolta. Dopodiché, l’impugnazione del testamento di Alessandro Torlonia e il successivo sequestro delle proprietà di famiglia avrebbero congelato la situazione: “Con ciò interrompendo, per ora, i progetti espositivi”. Una ricostruzione del tutto inverosimile, tant’è che ho scritto una replica puntuale indirizzata a quell’Ufficio, al Segretariato generale e allo stesso Franceschini e chiesto espressamente che il MiBACT esplicitasse le proprie reali intenzioni entro il 10 luglio. Scaduto quel termine, rendo pubblico tutto il carteggio. Ho lamentato, nella nota, non solo la qualità della risposta e la sua intrinseca ambiguità, ma anche l’evidente tentativo di strumentalizzare il commento che ne avrei fatto, lasciando a me l’onere di informare la comunità nazionale dell’improvvisa cancellazione per ragioni niente affatto chiare – mi risulta, peraltro, che il compendio Torlonia sia stato dissequestrato – della mostra più pubblicizzata dell’anno e della limitazione dei contatti con il Getty Museum. In merito alle perplessità sul trasferimento dell’esposizione in California, a dir poco imprudente alla luce della controversia giudiziaria sul presunto bronzo di Lisippo, ragione per cui “il Ministero ha limitato i rapporti col museo americano ai soli progetti di collaborazione già avviati”, andrebbero di pari passo l’impegno per la rogatoria e l’azione diplomatica. Se ne deduce che anche il previsto trasferimento della mostra negli USA è al momento sospeso. Nulla si dice del Louvre. Insomma, una pseudo-risposta bisognosa della stessa disambiguazione che gioverebbe all’intera gestione del MiBACT in questa stagione a dir poco infelice.

Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)

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