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Dighe piene, serve più acqua dalle dighe di Monte Cotugno e San Giuliano

 

Taranto. «CIA Area Due Mari Taranto-Brindisi non mollerà la presa fino a quando, sulla questione idrica, agli agricoltori non sarà data la risposta positiva che meritano».

A dichiararlo attraverso una nota stampa sono Pietro De Padova e Vito Rubino, rispettivamente presidente e direttore della declinazione provinciale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.

Ancora una volta CIA Area Due Mari torna sulla fornitura d’acqua per la stagione irrigua 2020 e sull’annoso problema rappresentato dalla distribuzione idrica dalla Basilicata alla Puglia. L’organizzazione agricola ha inviato un’altra lettera ufficiale indirizzata al Prefetto di Taranto Martino Demetrio, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’Ente Irrigazione e al Commissario Unico Consorzi di Bonifica Ermenegildo Renna. La missiva, inoltre, è stata recapitata anche al Sub commissario del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara Paolo Ferrante e al direttore dello stesso ente Angelo D’Andria, oltre che al direttore del Servizio Agrario del medesimo Consorzio Pietro De Simone. Analoga richiesta era già stata fatta sia il 19 maggio che il 19 giugno 2020 senza sortire gli effetti sperati.

«Noi non ci arrendiamo, lo dobbiamo agli agricoltori pugliesi che stanno affrontando difficoltà crescenti anche per l’irrigazione – hanno aggiunto De Padova e Rubino – I volumi assegnati alla Puglia vanno aumentati, poiché le piogge cadute negli scorsi giorni hanno incrementato la dotazione idrica a disposizione delle dighe e a seguito delle piogge vi è stato un minor prelievo di acqua dagli invasi. Secondo l’ultimo rilevamento, le ultime precipitazioni hanno fatto sì che la diga di San Giuliano possa garantire, da ora e fino al 31 ottobre 2020, un prelievo di 1,38 metri cubi al secondo. Oggi, invece, quel prelievo arriva ad appena 1,20 metri cubi al secondo. Inoltre occorre evidenziare che dalla diga di San Giuliano l’acqua giunge nelle campagne fino a Palagianello (TA) dopo aver percorso, in un canale a cielo aperto, circa 32 chilometri. Puntualmente il venerdì pomeriggio prima della derivazione San Marco in zona Matera, l’acqua viene ridotta alla Puglia fino al lunedì mattina e indirizzata al riempimento delle vasche per alimentare la zona di Metaponto; per tali ragioni il canale adduttore si svuota, e per riprendere quota e far arrivare l’acqua a Palagianello, servono non meno di due giorni. Ovviamente tale situazione compromette la regolare turnazione nella parte terminale del canale. Per la diga di Monte Cotugno si evidenzia che dal 31 marzo 2020 ad oggi, pur avendo dato acqua sia per gli usi domestici e industriali che per l’irrigazione in tutte queste settimane, l’invaso contiene 4 milioni di metri cubi di acqua in più e pertanto non comprendiamo come mai si parli di riduzione di fornitura di acqua alla Puglia. Tale riduzione tende a penalizzare principalmente la Puglia, in quanto la Basilicata utilizza l’acqua delle dighe già nei mesi di gennaio/febbraio. L’irrigazione delle colture con turnazione oltre i dieci giorni, in piena stagione e con temperature fino a 40 gradi, determinerà stress idrici sulle piante e perdita delle produzioni, su piante che in alcune zone hanno già subito gli effetti devastanti delle calamità atmosferiche. Peraltro, tale situazione si innesta in un quadro negativo di crisi del settore agricolo e non è escluso che nelle prossime settimane potrebbero determinarsi problemi di ordine pubblico. Siamo pertanto fiduciosi in una nuova rideterminazione del volumi di acqua da assegnare alla Puglia per le prossime settimane dalla Diga di Monte Cotugno e dalla Diga di San Giuliano».

Franco Gigante

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