LO STATO E’ UNA NECESSITA’ IN CRISI

 

Lo Stato, come sovranità territoriale con possibilità di decisioni interne ed estere, parte storicamente con la concezione di Machiavelli (politica separata dall’etica e dalla religione), prosegue con l’assolutismo di Spinoza, il contrattualismo di Hobbes e il giurisdizionalismo di Grozio sino allo Stato dei diritti dell’Illuminismo, di Kant e di altri pensatori, per giungere allo Stato democratico di Kalsen, a quello di Rawls col compromesso di democrazia e capitalismo, al cosiddetto “sistema politico” dove lo Stato ha ruolo marginale limitandosi a dare regole comuni e condivise. Non mancano neppure oggi i nostalgici dello Stato/Nazione, i critici nei confronti della civiltà liberale, inoltre quelli volti al Diritto Internazionale per il quale poco conta l’esiguità del territorio e del popolo, né sono da tenere in conto problematiche (guerre civili, estrema povertà…) che potrebbero provocare la estinzione, mentre quel Diritto va, invece, incontro per una prosecuzione di esistenza.

E’fuor di dubbio che nel nostro tempo lo Stato manifesta, al pari del soggetto umano, la sua crisi in ogni parte del globo, visto che, nonostante il tanto interesse volto alla prosecuzione, continua a mostrare chiari segni di barcollamento, né le Unioni di Stati, dati i particolarismi all’interno degli stessi, possono risolvere.

Lo Stato è sì una necessità (l’anarchismo non sembra poter essere soluzione alternativa), ma non per questo può considerarsi sempre un bene, anche se nel tempo sono stati proposti tentativi perché potesse divenire necessità accettata attivamente.

Le stesse insurrezioni e rivoluzioni, da taluni considerate positive per una trasformazione di progresso, hanno prodotto poi male, sono sfociate in dittature e totalitarismi dove la politica non si è per niente adeguata al diritto.

Lo Stato, qualunque sia la forma, richiede dei reggitori ‘morali’, che abbiano inoltre una formazione specifica, il che non significa saper fare solo dei discorsi con quel linguaggio che dà parvenza di solidità all’aria, ma impegnarsi attivamente con onestà e competenza a che i provvedimenti siano volti esclusivamente al bene pubblico, non a quello personale o della cerchia di parenti, amici e accoliti. Pessimo esempio che dilaga, passa a tutti coloro che hanno un ruolo schiacciando quanti non fanno parte.

Tanti i secoli da Sant’Agostino (IV sec. d. C.), ma la sua riflessione è verità maggiormente nel nostro tempo: “Se non è rispettata la giustizia che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?”.

Anche Cicerone, nelle orazioni contro l’ex propretore Gaio Licinio Verre, accusato dai Siciliani di concussione, testimonia l’esistenza di ladri a danno del popolo.

Se si governa con correttezza e giustizia tutte le classi sociali traggono beneficio.

Taranto visse al tempo di Archita (V- IV sec. a. C) la sua età dell’oro, ma Archita era matematico e filosofo pitagorico di esemplare vita morale, studioso di proporzioni e progressioni, inventore, tra l’altro, della prima colomba meccanica capace di volare, secondo la NASA “uno dei primi dispositivi ad impiegare con successo i principi essenziali di volo del razzo” e, secondo Jimmy Stamp, primo drone della storia. Archita, menzionato da Platone (lo incontrò anche) e amico di altri filosofi, musico pure e stratego, dimostrò amore concreto verso Taranto che amministrò per ben sette mandati (diremmo noi oggi) dopo il lungo ritiro di studi e meditazioni a Metaponto, come riferisce Valerio Massimo. Sotto il suo governo i Tarantini, di qualsiasi classe sociale fossero, vissero in grande benessere e armonia.

Ma torniamo al nostro tempo, c’è altro ancora su cui meditare, lo rileva anche Luis Sepùlveda, scomparso di recente: “Ci troviamo – egli diceva qualche anno fa- davanti a un vero scontro frontale tra le grandi multinazionali e gli Stati. Questi subiscono gravi interferenze nelle loro fondamentali decisioni politiche, economiche e militari da parte di organizzazioni mondiali che non dipendono da nessuno Stato, non rispondono delle loro attività a nessun governo e non sono sottoposte al controllo di nessun parlamento e di nessuna istituzione che rappresenti l’interesse collettivo. In poche parole la struttura politica del mondo sta per essere sconvolta”.

E noi aggiungiamo che intanto il Covid 19, spada di Damocle, facendo la sua parte, sta mettendo in discussione i sistemi.

Antonietta Benagiano

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