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Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura) – Lavori al cimitero e alla Chiesa di S. Maria del Quarto di Netturno

A Nettuno (Roma), la Chiesa di Santa Maria del Quarto sarebbe sorta nel 1619, in luogo di una preesistente edicola mariana, come parte di un convento francescano che, dopo complessi avvicendamenti, fu adibito a cimitero comunale nel 1855. Si tratta di una sobria aula mononave priva, internamente, di rivestimenti pregiati, se si escludono alcuni interessanti lacerti di affreschi superstiti in corrispondenza di uno degli archi ciechi che, a coppie, movimentano i lati lunghi dell’edificio, impreziositi anche da epigrafi funerarie; altre sono murate nel piancito. Sul lato corto opposto all’ingresso, il muro rettilineo cui si addossa l’altare, sovrastato da un Crocifisso, è ornato da un’architettura neo-gotica dipinta, policroma, che sottolinea il gioco di aperture dalle due porticine laterali di accesso al vano retrostante. La Chiesa, ristrutturata più volte nel corso dei suoi 400 anni di vita, è ovviamente soggetta a tutela dello Stato ai sensi dell’art. 10, comma 1 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” e come tale non può essere distrutta, deteriorata o danneggiata; l’eventuale pregiudizio arrecatole ha riflessi penali ai sensi dell’art. 170 del medesimo Codice. Al riguardo, ho depositato in Senato, ed è stata pubblicata giovedì 18 giugno, una interrogazione con cui chiedo ai ministri dei Beni Culturali e dell’Interno se, stante la ‘leggerezza’ con cui l’Assessore al ramo e il Sindaco di Nettuno sembrano essersi rapportati con un affidamento di lavori pubblici nel Cimitero cittadino comprensivo di un intervento nella Chiesa di S. Maria del Quarto avviato senza preventiva richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza, perché valutato dagli stessi Amministratori di manutenzione ordinaria, e prima ancora che l’aggiudicazione della gara alla ditta vincitrice fosse stata formalizzata, non ritengano di attivare accurate verifiche sull’accaduto e un attento monitoraggio delle attività a venire. L’episodio, al netto delle preoccupazioni che un agire amministrativo non perfettamente regolare deve suscitare in contesti che non sfuggono al giogo della criminalità organizzata, è esemplare della ‘facilità’ con cui tuttora molti amministratori locali si rapportano con il patrimonio storico-artistico della comunità che rappresentano, prescindendo, cioè, dalla normativa in vigore sulla base delle proprie valutazioni, invece di riconoscere ai tecnici del settore la competenza e la responsabilità che la legge affida loro.

Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)

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