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IL PUNTO n. 771  del 19 giugno  2020 di MARCO ZACCHERA

Sommario: IL SUCCO – SENNO DI POI – COLAO COLATO (A PICCO) – STATI GENERALI E GHIGLIOTTINA – MONTANELLI – GIUSTIZIE – VERBANIA: CICLABILE GIA’ A PEZZI

IL SUCCO

E’ semplice quanto drammatico: la situazione sta diventando sempre più difficile, a settembre sarà un disastro,  I SOLDI PER RIPARTIRE NON CI SONO E VANNO TUTTI PRESI A PRESTITO quindi si tira in lungo sperando nel miracolo. Servirebbero chiarezza, velocità, coraggio, audacia, scelte impopolari e non solo sussidi ma il brodo si allunga perché Conte è deteriorato, così come l’opposizione.

 “Intanto ogni giorno che passa è un giorno guadagnato” ragiona il premier e – come un furbo capo-pompiere – reagisce a chi gli urla “Emergenza!!” con un “Ha proprio ragione…che ne dice di risentirci verso fine settembre?”

Dovremmo insomma sperare nell’Europa, pur divisi anche sul MES, che però anche lei marcia divisa. Potrebbe aiutarci la Francia a spingere su Bruxelles per avere più prestiti, ma in cambio bisogna chiudere gli occhi sui francesi che si stanno accaparrando il meglio delle aziende italiane.

DEL SENNO DI POI

…ne sono piene le fosse. Trovo surreale che i PM di Bergamo vadano alla ricerca di un capro espiatorio per scoprire chi dovesse o meno firmare per la “zona rossa” in Val Seriana ai primi di marzo, non attuata subito e poi inclusa nel blocco di tutta la Lombardia. Trovo ingiusto prendersela su questo aspetto con Conte o il governatore Fontana: nessuno in quei giorni aveva un’idea di che cosa fosse o poteva diventare il contagio e credo nessuno abbia volutamente minimizzare il rischio.

Ovviamente industrie ed operatori economici avranno fatto pressioni per aspettare a chiudere tutto, ma anche loro in buona fede ben sapendo i disastri che sarebbero arrivati (come infatti è stato) con una chiusura generalizzata. Oggi la scelta di tenere aperte quelle zone, così come quella di costruire in pochi giorni un ospedale in Fiera Milano, sembrano sbagliate ma vanno contestualizzate alla allora situazione.

In passato abbiamo visto annunciare tante epidemie poi mai arrivate (dalla mucca pazza ai polli) e tra  l’altro proprio l’OMS – su input cinese – ancora a marzo minimizzava il contagio. Piuttosto i PM insistano allora per un’indagine proprio sulle responsabilità dell’OMS visto quante decine di milioni paga ogni anno l’Italia a questa Organizzazione e sulle responsabilità dei politici (e non solo) per i disservizi che si sono registrati quasi ovunque nella gestione del Coronavirus.

MA UN PUNTO FONDAMENTALE RESTA L’ INDAGARE SUI FONDI RACCOLTI DALLA PROTEZIONE CIVILE. E’ troppo chiedere un rendiconto accurato di quanto è stato raccolto e come lo si sia speso? E’ troppo sapere dove siano finiti i milioni di euro spontaneamente offerti dagli italiani in aggiunta ai fondi disponibili già largamente concessi alle “tutine nere”? Perchè i soldi pubblici vanno sempre spesi bene anche nell’emergenza e l’impressione è che alla Protezione Civile – soprattutto da quando è diventata il baraccone che è – ci sia sempre stata opacità sulle spese e sui canali di comando, ma soprattutto sui successivi controlli.

Questa necessità di chiarezza sarà utile anche in futuro visto che tutte le nomine di questa struttura sono state politiche (e senza concorsi!) e “interne” al potere politico con legittimi dubbi sulle effettive capacità dei singoli. Appalti, gare, prezzi, acquisti: ecco un bel tema per solleciti Giudici alla ricerca della verità.

COLAO COLATO (A PICCO)

Triste destino per l’illustre dott. Prof. Vittorio Colao chiamato da Conte tra squilli di tromba al proprio capezzale in piena epidemia, ufficialmente per dare una mano “tecnica” al governo e a programmare il rilancio italiano. Alla fine mister Colao e la sua mega-commissione non se li sono filati nessuno, hanno prodotto 120 schede su idee assolutamente serie (anche se spesso assolutamente ovvie), solo che il loro allarme  non era in sintonia con i tempi lunghi di Conte  e le menate interministeriali che puntano a ben altre partite.

Così il professore – che doveva essere l’ospite d’onore agli “Stati Generali” – è stato liquidato in 40 minuti senza neppure presente tutto il governo e manco con un “grazie” finale. Forse perché aveva fatto capire a tutti la verità, ovvero che Conte non ha un piano, date, coperture, tempi.

Colao buttato giù dalla torre, avanti un altro per il nulla che avanza.

GLI STATI GENERALI

Un premier alla quotidiana ricerca di visibilità aveva convocato a sorpresa l’altisonante summit degli “Stati Generali” facendo storcere il naso perfino al PD. La conferma – e siamo solo a metà strada –  è che si tratti proprio solo di una sfilata “Ad usum Conti”. Il menu – diluito in 10 giorni – prevede infatti chiacchiere quotidiane d’apertura, incontri istituzionali (anche se i big fanno solo una comparsata in video) poi conferenza-stampa pomeridiana con il premier che chiacchiera nuovamente in giardino e sua comparsata con show serale a reti unificate.

Concretezza? Nessuna. Piani strategici “Ne parleremo a settembre” perché mentre l’Italia affonda la strategia è il rinvio. Se qualcuno protesta – magari Bonomi di Confindustria – il commento del premier è “Non ci hanno capito, non siamo contro le imprese” ovvero altre chiacchiere che non significano nulla. “Stati Generali” inutili visto che il Parlamento non conta più niente e i DPCM sono il nuovo Vangelo e quindi Giusepi, l’ “avvocato dei poveri”, può galleggia intanto sulle liti interne e grazie alle nomine, ai veti su Autostrade, alle divisioni M5S, a Renzi che minaccia ma non morde anche lui terrorizzato dal possibile voto popolare. Ovviamente Conte chiede “coesione”, ma poi continua con i suoi decreti esattamente come al solito.

Lo scenario comunque è ben scelto: Villa Pamphili a Roma con i suoi splendidi giardini assomigliano in piccolo alla reggia di  Versailles dove nel 1789 Luigi XVI convocò gli “Stati Generali” della Francia squassata dalla crisi, come l’Italia di oggi. Finirono con l’avvio della Rivoluzione Francese e la decapitazione del re.

Chissà se Conte ci ha fatto un pensierino, magari facendosi una toccatina di striscio.

MONTANELLI

Gli idioti che hanno deturpato la statua di Indro Montanelli a Milano sono soprattutto degli ignoranti visto che hanno giustificato il loro atto vandalico come protesta antirazzista. Nelle loro zucche vuote è probabile che non riescano neppure a concepire la freschezza e l’onestà intellettuale di un giornalista che è stato per tanti anni una libera alternativa di pensiero e sempre una schiena diritta.

Idioti che non sanno nulla delle sue cronache, dall’Africa al fronte finlandese, o della sua detenzione a San Vittore con i nazisti che lo volevano morto. Tanto meno della sua uscita dal “Corriere” per fondare nel 1974 “Il Giornale” e ancora le sue successivi liti con Berlusconi che pur l’aveva finanziato… Chissà se almeno sapevano che il monumento imbrattato sorge proprio là dove Montanelli fu “gambizzato” dalle Brigate Rosse. Idioti che non hanno ovviamente mai letto i suoi libri e il suo graffiante, quotidiano  “Controcorrente” espressione di uno spirito libero che i “valorosi” dallo spray rosso non possono neppure immaginare.

PS: ma possibile che neppure visionando i video dei mascalzoni all’opera si sia riusciti ad identificarli?

GIUSTIZIE

Giusto 40 anni fa cominciava il calvario di Enzo Tortora. L’allora notissimo presentatore televisivo fu arrestato, processato, messo alla gogna, condannato pur essendo del tutto innocente.

Nessun Magistrato ha pagato per quella ignominia e per la sua morte avvenuta di fatto di crepacuore. Come credere poi ai vari governi e ministri della giustizia che si sono succeduti quando il sistema sembra non cambiare mai? Alla delicatissima procura di Perugia (inchiesta Palamara & politici) tre giorni fa è stato eletto da un CSM spaccato e “politico” – con 12 voti contro 8 e 5 astenuti – proprio Raffaele Cantone che pure rapporti con la politica ne ha avuti eccome e anche di recente.

Ecco perché fa sorridere Bonafede che dopo aver scarcerato boss e viceboss per il virus “manda gli ispettori” per la scarcerazione di Massimo Carminati, il “nero” che – dopo 5 anni passati al 41 bis – viene rilasciato per scadenza dei termini. Se è colpevole è assurdo rilasciarlo, se fosse innocente è stata una ingiustizia avergli fatto trascorrere cinque anni di vita come un boss mafioso. Capite perché quando poi Colao sottolinea nelle sue schede che “In Italia occorre riformare la Giustizia” il minimo è sorridere? Anche perché Mattarella al massimo interviene con i suoi fulgidi discorsi come quello di ieri (si riferiva a Perugia?)…e tutto continua esattamente come prima

VERBANIA: CICLABILE GIA’ A PEZZI

Da anni è in corso a Verbania la costruzione della pista ciclabile tra Suna e Fondotoce tra ritardi, liti sull’appalto, sospensioni dei lavori. A parte gli attuali lavori di sterro degni delle fondamenta del Duomo di Milano basta passare in auto per notare il degrado che a meno di un anno dall’inaugurazione ha già colpito il primo lotto. Parapetti arrugginiti (no, non è corten, è proprio ruggine), pavimentazione di legno già traballante e malmessa (usando il legno vicino al lago…), segnaletica cancellata e sbocco in una curva cieca pericolosissima….vedere per credere.

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      BUONA SETTIMANA  A   TUTTI                                       MARCO ZACCHERA

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