19.05.2020: E venne il “Rilancio” (seconda parte).

 Una misura che interessa migliaia di contribuenti, soprattutto privati, che il Decreto “Rilancio” non prevede è la proroga dell’IMU in scadenza il 16.06.2020. Nonostante le prime ipotesi ventilate di concedere una sospensione o un pagamento rateale nulla è apparso nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’IMU è una delle entrate essenziali del fisco locale. Era difficile prorogarla, ma se così stanno le cose, non si sarebbe dovuto promettere il contrario. In mancanza di una previsione legislativa la “palla” passa ai Comuni che nell’esercizio della propria autonomia regolamentare hanno la facoltà di disporre un differimento dei termini (possibilità espressamente concessa dal comma 777, lett. b), della legge di bilancio 2020). Quindi, se il Comune non procede a differire l’acconto IMU 2020 con apposita delibera consiliare, la scadenza rimane al 16.06.2020. Se le delibere saranno adottate, sui fabbricati dove si versa anche l’IMU statale, avremmo una situazione paradossale: l’IMU locale prorogata, l’IMU statale da pagare il 16.06.20. Ed ancora, ogni cittadino si dovrà districare in un ginepraio di siti comunali per verificare se il Comune che lo interessa ha concesso oppure no la proroga. Siamo all’assurdo. Niente si semplifica, tutto si complica.

Interessante è l’art. 177 del Decreto che prevede la sospensione della prima rata IMU per i proprietari di immobili di strutture turistico ricettive. Condividiamo. Non riusciamo però a spiegarci perché il personale dipendente di queste attività, magari in cassa integrazione, debba pagare il 16.06 l’acconto l’IMU su propri immobili non prima casa. La disparità di trattamento persiste.

Ed ancora. Malgrado le nostre richieste, la sospensione dei pignoramenti presso terzi (non presa in considerazione nei precedenti decreti) con l’art. 152 del Decreto è stata riconosciuta fino al 31.08.2020 ma solo su stipendi e pensioni, mentre continuano ad essere applicati i pignoramenti su altri redditi d’impresa o professionali. Siamo a conoscenza però di casi di pignoramenti su pensioni di competenza Maggio, pagate in Giugno. Ad onta dell’art. 152 nulla è cambiato.

In merito ai versamenti, la cui sospensione abbiamo più volte richiesto, rileviamo la concessione avvenuta con il “contagocce” sia con il D.L. “Cura Italia” che con il D.L. “Liquidità” (in entrambi i casi sospensione e pagamento in unica soluzione o in 5 rate). Con l’art. 126 il D.L. “Rilancio” rimanda tutto o quasi al 16.09.20 in unica soluzione o in 4 rate. A conti fatti, tra sospensione e rateazione ci sono circa 9 mesi di tempo in più. Avevamo proposto tutt’altro. Fin da Marzo avevamo detto che in caso di eventi eccezionali, si può concedere una rateazione fino ad un massimo di 18 rate mensili come prevede l’art. 9, comma 2-bis, della Legge 212/2000 (Statuto del Contribuente). Proposta caduta nel vuoto. Lo Statuto del Contribuente è stato disatteso così tante volte nel corso degli anni che se qualcuno lo abrogasse non se ne accorgerebbe nessuno.

L’art. 71 prevede ulteriori modifiche in tema di CIG. Tra la presentazione delle nuove domande e i dovuti controlli da parte dell’INPS, c’è il rischio che i cassaintegrati siano liquidati ben oltre il mese di giugno se il pagamento è diretto da parte dell’ente. Nel frattempo qualcuno inizia a ricevere in questi giorni il mese di aprile, altri ancora niente, e non è dato sapere quando potranno riscuotere maggio. Esperti consulenti del lavoro a marzo ci dicevano: “vedrete che la cassa integrazione sarà pagata se va bene a giugno/luglio”. Venivano presi per pazzi, ma avevamo ragione. Questione di “tempo” si direbbe, ma la “malefica” burocrazia ancora una volta “vince”.

Senz’altro positiva è l’abrogazione delle “mannaia” delle clausole di salvaguardia Iva; finalmente non saranno più applicate ed è scongiurato il rischio di un aumento delle aliquote.

Capitolo 600 euro: ancora la questione “tempo”. L’attesa logora i destinatari, la burocrazia è imbattibile! Ancora oggi, contribuenti armati di infinita pazienza compongono il numero verde per richiedere lumi su pratiche accolte ma senza erogazione dell’indennità di marzo e di aprile. Citiamo due casi eclatanti. Mario Rossi, commerciante, titolare di ditta individuale “XXX di Mario Rossi”, non ha ricevuto alcun bonifico sul suo conto corrente perché l’IBAN segnalato all’INPS non era Mario Rossi, ma XXX di Mario Rossi. La denominazione XXX dava fastidio al sistema. Questa la disarmante risposta! Altro caso, Mario Rossi, artigiano, non ha ricevuto alcun bonifico nonostante l’IBAN corretto e la domanda accolta. In questo caso il call center ha semplicemente suggerito di modificare la domanda e mettere bonifico domiciliato con riscossione alle poste, altrimenti Mario Rossi riceverà alcun bonifico. Fantastico!

L’art. 147 del decreto finalmente accoglie la nostra proposta, caduta nel vuoto in fase emendativa al DDL Bilancio 2020 (Legge n. 160/20). Il limite annuo per le compensazioni passa da 700 mila euro ad un milione. Peccato però la misura sia valida solo per l’anno 2020. Si richiede la modifica affinché diventi a regime.

Nel successivo art. 148 viene previsto che i termini per l’approvazione/integrazione degli ISA/2021 relativi all’anno 2020 sono differiti rispettivamente al 31.03 e al 30.04.2021. Ciò vuol dire che il software ISA necessario per verificare i risultati/voti non sarà disponibile almeno fino a giugno (senza considerare eventuali/consuete) modifiche. Pertanto indipendentemente dall’applicazione o meno degli ISA per l’anno 2020 (causa Covid-19), le scadenze delle imposte di tal periodo dichiarativo devono essere già prorogate adesso.

Per quanto riguarda le compensazioni, le nostre proposte sono cadute nel vuoto, poiché non è stata emanata alcuna modifica normativa che permetta di compensare un credito d’imposta senza dover presentare preventivamente la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che nello scorso mese di Febbraio il Ministro dell’Economia Dott. Gualtieri, in audizione presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha sostenuto che “già a partire dal mese di maggio è possibile trasmettere le dichiarazioni dei redditi e pertanto sarà possibile utilizzare in compensazione, a partire da Giugno, i crediti relativi alle imposte dirette”. Siamo a Giugno ed a maggio nessuno ha potuto presentare le dichiarazione dei redditi per poter compensare in Giugno eventuali crediti d’imposta. Un valido motivo per abrogare la norma.

Il 10.04 scrivemmo sperando che il Decreto Liquidità disponesse l’accesso immediato al credito fino a 25 mila euro e che i tempi di erogazione non avrebbero dovuto superare i 30 giorni. Non solo non abbiamo letto niente del genere, non solo i 30 giorni sono stati un miraggio, ma abbiamo appurato che tra la norma, le circolari interne degli istituti bancari e i comunicati stampa ABI, il caos regnava e regna sovrano.

Ogni banca ha chiesto quello che voleva: bilanci 2017, bilanci 2018, bilanci provvisori 2019, dichiarativi 2017 e 2018, addirittura situazioni contabili dei primi 3 mesi dell’anno 2020, oltre a moduli aggiuntivi a quello previsto da fidi di garanzia. Ed i tempi? Disperatamente lunghi tanto ad oggi solo circa il 30% delle richieste inizia ad essere evasa e nel frattempo il richiedente chiude definitivamente la propria attività per l’irresponsabilità e le false illusioni di chi ha promesso e di chi non ha accelerato l’istruttoria delle pratiche. Vedremo cosa succederà dopo la conversione in legge.

I tempi saranno altrettanto lunghi anche per l’ecobonus ed il sismabonus al 110 per cento. Sicuramente una norma valida per fare riprendere il settore edile ma che si scontrerà con la lunga attesa dell’approvazione delle assemblee condominiali, le attestazioni dei tecnici abilitati, i provvedimenti attuativi e le circolari esplicative, i quali, tutti assieme potrebbero far slittare i primi lavori all’anno 2021, ovvero la stessa fine che sta facendo il “bonus facciate” arenato dal Covid-19.

Concludendo, nel linguaggio economico e politico il “rilanciare” potrebbe essere definito come una riproposta di linee programmatiche e di iniziative accompagnate da modificazioni e miglioramenti intesi a rivalutarne e ad assicurarne l’attuazione (dizionario Treccani). Forse prima di ripartire (Rilancio), avremo dovuto veramente partire (Cura Italia) e ottenere (Liquidità).

 

Livorno, 11.06.2020

                                                                                              FONDAZIONE COMMERCIALISTITALIANI

                                                                                    Michele Cinini

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