Quasi intimidito Giovanni Floris, al cospetto di Virginia Raggi, durante la trasmissione “Di martedì” (La7), non ha osato fare domande alla sindaca sullo stato d’abbandono in cui si trova la città. Non ha proprio parlato di Roma, come se non si trovasse davanti a colei che l’amministra. Evidentemente Floris non abita in certi quartieri abbandonati di Roma, altrimenti qualche domanda gli sarebbe venuta in mente. Se abitasse a Colli Aniene, ad esempio, magari avrebbe chiesto alla sindaca sempre sorridente perché gli abitanti del quartiere debbano essere condannati a respirare le esalazioni tossiche dei roghi quasi giornalieri, che si vanno ad aggiungere a quelle del depuratore di Via degli Alberini. Avrebbe chiesto perché gli abitanti non possono camminare sui marciapiedi, giacché impraticabili a causa del selciato sconnesso e delle erbacce che vi crescono rigogliose. Se abitasse (e come potrebbe?) nelle case d’edilizia popolare di Via A. Mammucari, gli sarebbe venuto in mente di chiedere alla sindaca perché gli abitanti debbano vivere con i liquami nei sotterranei delle palazzine, a causa delle fogne ormai al collasso. Evidentemente a Floris non capita di vedere topi e cornacchie e gabbiani sulla spazzatura che fuoriesce dai cassonetti. Ma dico, dottor Floris, mezza domanda sul degrado della città, non poteva farla alla gioiosa sindaca? Giovanni Floris al cospetto di Virginia Raggi, mi ha fatto tornare alla mente Giovanni Floris al cospetto di Renata Polverini.
Carmelo Dini