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Il nonno saggio allontanato dalla famiglia

 

Cera una volta una numerosa famiglia, i cui membri vivevano d’amore e d’accordo. Del resto, non avevano problemi economici e non avevano problemi di spazio. E poi erano persone che osservavano scrupolosamente quanto avevano letto nel Vangelo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, e ancora:  “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. E negli Atti degli Apostoli:: “La moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuore ed un’anima sola. Non v’era nessuno che ritenesse cosa propria alcunché di ciò che possedeva, ma tutto era fra loro comune…Non c’era infatti tra loro alcun bisognoso”. Una famiglia, insomma, che dava a tutti il buon esempio per la comprensione reciproca, l’amore reciproco, l’assoluta concordia. Questo perlomeno pensava le gente, della bella grande famiglia. Un giorno, però, accadde qualcosa di strano, d’inspiegabile: il nonno, uomo saggio, buono, intelligente, colto, il nonno che aveva fondato la grande famiglia, fu allontanato dalla grande famiglia. Com’era possibile? Allora non avevano un cuore e un’anima sola i suoi componenti? Non si amavano abbastanza? Erano gelosi l’uno dell’altro? Invidiosi? Ambiziosi? Non si sopportavano? Non erano umili? Erano prepotenti? Mille domande si poneva la gente, che si sentiva delusa, amareggiata, quasi tradita. Le ragioni vere, serie, dell’allontanamento non le seppe nessuno.

Renato Pierri

 

P.S. Il “nonno” è Enzo Bianchi, allontanato dalla Comunità di Bose, da lui stesso fondata nel 1965.

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