Contro il criminale BLOQUEO Convergenza Socialista invia la lettera aperta al Presidente Mattarella

 

Stamane Convergenza Socialista ha chiuso la raccolta delle adesioni e ha quindi inviato alla Presidenza della Repubblica, tramite raccomandata, la lettera aperta “Embargo Cuba: lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella” con tutte le adesioni raccolte.

Cuba è un arcipelago di quasi 12 milioni di abitanti, annidato in una complessa regione geopolitica. Durante l’attuale crisi causata dal Covid-19, il piccolo paese caraibico, spesso presentato banalmente come “Dittatura Castrista” – ha nuovamente mostrato il suo volto internazionalista, inviando medici e infermieri in varie parti del mondo.

 

Alcuni dei 53 membri del personale sanitario (operatori sanitari e personale amministrativo), arrivati in Lombardia questo 22 marzo 2020, avevano partecipato alla lotta contro il virus Ebola in Africa, nel 2014. All’epoca il continente africano aveva già beneficiato dell’aiuto logistico-militare cubano, sin dalla sua lotta per l’ indipendenza (pensate agli interventi in Angola o in Mozambico, o al sostegno all’Algeria), così come l’America Latina è stata teatro di numerose operazioni mediche e umanitarie avviate da Cuba (ad esempio, l’Operación Milagro).

Le missioni sostenute da Cuba, in tutto il mondo, continuano nel bel mezzo dell’attuale crisi sanitaria. Cuba può quindi “esportare” i suoi medici perché sono riconosciuti a livello internazionale. Il contributo di epidemiologi e virologi cubani è stato particolarmente decisivo, ad esempio nella lotta contro l’epidemia di colera ad Haiti, dopo il terremoto del 2010. Alcuni ricercatori cubani stanno attualmente collaborando, con le loro controparti cinesi, per sviluppare un trattamento contro il Covid-19, chiamato “Interferone alfa-2b” (che è stato usato a Cuba, per diversi anni, contro altre malattie). Diversi dipartimenti francesi d’oltremare, geograficamente vicini a Cuba, hanno già accettato di ricevere assistenza medica dall’Avana, così come vari altri paesi della regione, come Giamaica, Suriname, Grenada e Nicaragua. Cittadini e cuentapropisti  (cubani che lavorano in modo indipendente) stanno diventando sarti e fabbricano maschere di stoffa perché le scorte di maschere chirurgiche sono insufficienti a causa dell’ Embargo unilaterale, imposto dagli USA (e sostenuto anche da Israele e dal Brasile di Bolsonaro).

La popolazione cubana comprende la gravità della situazione, anche se i timori di una crisi alimentare sono forti (il fantasma del “Periodo Especial”, in tempo di pace, causato dalla caduta dell’URSS). I Comitati per la Difesa della Rivoluzione (CDR) aiutano a diffondere le istruzioni impartite dal governo e a monitorare la comparsa di sintomi, tra la popolazione .

Questa è una crisi senza precedenti che continua a colpire il popolo più generoso ed altruista del mondo.

I cubani sono abituati a vivere con sconvolgimenti violenti, causati dalle devastazioni degli uragani o dal blocco finanziario e politico imposto dagli Stati Uniti, che è stato ulteriormente rafforzato da Donald Trump.

Non vi è quindi alcun rischio di vederli combattere, nei supermercati, per alcuni rotoli di carta igienica, poiché vivono da decenni con il libro delle razioni (la “libreta”) e ogni giorno subiscono carenze di ogni genere a causa dei vari blocchi aerei e navali che impediscono il rifornimento delle merci.

Bisogna chiedere la fine del criminale BLOQUEO economico contro Cuba! 

I cubani possono studiare medicina gratuitamente (proprio come gli studenti stranieri all’ELAM, Scuola di Medicina Latinoamericana) e godere di un tasso di medici pro capite più che rispettabile, ma non sempre hanno accesso alle medicine di base a causa delle leggi extraterritoriali statunitensi.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, l’ex presidentessa cilena Michelle Bachelet, ha appena chiesto un allentamento delle restrizioni e delle sanzioni in vigore contro Cuba, al fine di aiutare l’isola a sviluppare i trattamenti contro il COVID-19.

La politica estera Cubana è spesso poco conosciuta (a parte il conflitto in corso con gli Stati Uniti) e i suoi rapporti con le maggiori potenze europee come l’U.K. o la Francia non sono noti, ed è spesso percepita solo attraverso stereotipi – l’inevitabile triade di “rum, sigari, Che”. Nell’attuale contesto, tuttavia, l’impegno nazionale e internazionale di Cuba potrebbe mettere in discussione le nozioni più diffuse sui paesi “sviluppati” e “in via di sviluppo”.

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