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COVID-19 :  PROVE DI RIPRESA SI’, MA DA DOVE ?

Solo sillabare il sostantivo “ripresa”, indipendentemente dal sapere o meno da dove si riparte, costituisce già di per sé, una nota di apparente sollievo per tutti, tanto da alleggerire quell’ansia che ci ha accompagnato per oltre una ottantina di giorni ad oggi  e  dalla quale, molto verosimilmente, dovremo però ancora tenere la sua intollerabile compagnia che ha massacrato, in termini percentuali, più la mente che il corpo, eccezion fatta per coloro che, purtroppo, ci hanno rimesso la vita, sia pazienti che personale sanitario. Infatti, pur tenendo conto delle oltre 30.000 vittime  e delle centinaia di migliaia di coloro che sono tuttora malati, ma anche degli asintomatici,  c’è da ipotizzare che una fetta grandissima di italiani, quindi di gran lunga superiore  a quella dei malati e dei morti,  saranno costretti a portarsi appresso l’alone patologico del virus ancora per parecchi anni, realtà quest’ultima non facile, se non impossibile, da metabolizzare nel breve termine allo scopo di riprendere nuovamente i comportamenti esistenziali di appena alcune settimane fa…

Ora si dovrà necessariamente ripartire se non si vuol soccombere a 360 gradi ma, facile a capirsi, non è che ci si trovi in un punto fisso, o comunque preciso, di partenza in quanto, anche la scienza medica, finora non è stata in grado di stabilire il nastro preciso di partenza, demandando, in pratica, a noi cittadini   (sic !) di sostituirsi ad essa quanto a terapie: auto protezione attraverso i metodi tradizionali di cui era a conoscenza anche la buonanima di mio nonno… perché questa è la verità.

Ed allora ? A mio avviso, dovremo continuare a vivere per ancora molto tempo di… quarantena in quarantena (anche ovviamente gli asintomatici) fino a quando andrà scemando il pensiero di questa maledetta pandemia tuttora in essere. Non sarà certo una passeggiata dato che, alcuni episodi che contraddistinguono da sempre la natura umana, ci accompagnano normalmente fino…all’ultima dimora, a meno di favorevoli ed inaspettate imponderabilità..da etichettare con il nome “miracolo”.

Potrà anche essere che si scopra un vaccino, realtà che ci auguriamo tutti ovviamente, ma se le premesse sono quelle che abbiamo potuto sentire fin qui dai vari scienziati, tutto ciò mi riporta ad altre “premesse-promesse” di circa mezzo secolo fa quando un…premio Nobel, a Treviso,  mi assicurava che nell’arco di una decina d’anni si sarebbe creato un antigenere capace di sconfiggere il tumore. Ne sono passati ormai 50, ma il tumore è ancora lì, in quanto la sua eziologia, come il virus, traggono origine quasi sempre dal continuo susseguirsi delle mutazioni comportamentali dell’uomo.

Detto questo, per gli anziani detto virus sarà destinato a durare mentalmente anche dopo la sua eventuale scomparsa insieme con la… nostra effettiva, e ciò,  non  già ad opera della scienza ma della natura stessa, mentre per i giovani, stante i più anni da vivere rispetto agli attuali anziani, il tempo potrebbe attenuare gradualmente il ricordo di questa patologia… come noi ci siamo dimenticati di altre patologie dei secoli scorsi.

In conclusione, mi verrebbe da aggiungere, come recita un noto proverbio, che “tutto il male non vien per nuocere..”, per cui è sperabile che esso abbia contribuito, almeno in una minima parte, a far riflettere…, soprattutto nei contesti socio-politici, ma anche sanitari.

Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

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