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21° compleanno di ISBEM: non un’illusione, non una chimera, ma una realtà!

Mesagne, 25 Maggio 1999-2020

In tempi antichi a Mesagne, ai ventuno anni di un giovinotto (l’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo), i cittadini saggi avrebbero detto …s’è fattu cristianu… perchè dovevano essere proprio 21 gli anni per essere definito “maggiorenne”.

In verità, ISBEM è nato “maggiorenne” perché fondato il 25 Maggio 1999 per merito di due Università (Pisa e Lecce), di un Parco Scientifico-Tecnologico (quello della Cittadella della Ricerca), di una Banca (quella del Salento) e di un’ASL (quella di Brindisi) che in quegli anni coltivava ambizioni nobili e lungimiranti per portare nel territorio più innovazione, più ricerca, più efficienza in periferia e di certo anche più benefici agli stessi cittadini.

In 21 anni sono cambiate tante cose, sia perché i Soci ISBEM sono circa 40 (in gran parte espressione del mondo della Cittadinanza attiva), sia perchè dei 5 fondatori la Banca e il Parco Scientifico sono scomparsi in quanto i Soci pubblici hanno dovuto rinunciare alla loro “partecipazione” in virtù della legge Madia.

Ciò che non è cambiato è la determinazione fondante che era chiara come l’acqua cristallina alla sorgente: creare e consolidare un istituto scientifico biomedico nel territorio del Mezzogiorno che, ora come nel passato, ha più che mai bisogno di Ricerca e di Formazione per poter offrire Assistenza e Servizi di qualità. E si trovò già subito il cireneo e il dorso di mulo – o l’asino se volete – che si mise sulle spalle questo “piccolo” carico! Quindi, non ci fu bisogno del COVID-19 per capire che “Senza ricerca non c’è futuro” e per cercare di arginare l’esodo di laureati e diplomati che emigrano in cerca di innovazione e di coesione sociale, essenziali per generare lavoro e qualità della vita per sé e per gli altri.

Ruolo dei Cittadini

Ora spetta ai Cittadini responsabili prendere decisioni appropriate sul futuro dell’istituto che, pur con pochissime risorse economiche, gode di una reputazione a livello nazionale e internazionale, costruita con gli scambi di esperienze, con i lavori scritti dai ricercatori, con i progetti vinti e con gli introiti del 5×1000. Dato che si vive in Democrazia, una comunità di Cittadini come la nostra deve lavorare insieme alle Istituzioni per prendersi cura di un bene comune come un istituto scientifico. Infatti, è noto anche alle pietre che la ricerca aiuta a superare problemi cronici e persistenti della stessa comunità, oltre che a formare tanti giovani per un futuro al riparo dall’emarginazione e dalla disoccupazione.

Con caparbietà e passione, unendo le forze di tanti pur nella distrazione di molti, in ISBEM si guarda avanti e si continua a lavorare per produrre idee e risultati che hanno una ricaduta pubblica, cioè per tutti. Come spiegarsi altrimenti che molti cittadini, al cospetto di “problemi irrisolti”, si rivolgono agli istituti di ricerca fra cui ISBEM in cerca di competenze avanzate che diano la soluzione o almeno il percorso per trovarla?

All’ISBEM i cittadini non vengono a “comprare” un servizio ma a conoscere la via per risolvere un problema! Quindi, cittadini e Istituzioni hanno interesse a migliorare la comunità consolidando l’istituto di ricerca che esiste già, cresciuto in virtù del Paradigma del Dono ed anche legittimato a livello nazionale e internazionale, scientificamente.

Cosa è ISBEM, in sintesi?

Battezzato il 25 Maggio del 1999 per volontà multi-istituzionale ed interdisciplinare, ISBEM è stato nella Cittadella della Ricerca di Brindisi per 8 anni e poi a Mesagne negli ultimi 13 anni, nell’ex-convento dei Cappuccini, monumento del 1503, reso popolare dall’ISBEM non già come il carcere che fu ma come Monastero del 3° Millennio!

Attivando fruttuose collaborazioni, ISBEM persegue l’innovazione nel Pianeta Salute, proponendo IDEE e PROGETTI con MEDICI, BIOLOGI, GIURISTI, ECONOMISTI, GIORNALISTI, SOCIOLOGI, INGEGNERI, FARMACISTI, FISICI, MATEMATICI, EPIDEMIOLOGI, AMMINISTRATORI, etc. Questi attori, con queste competenze, interagiscono con il territorio, creano progresso, danno lavoro e migliorano la qualità della vita, ispirandosi alla triade RICERCA, FORMAZIONE e ASSISTENZA/SERVIZI, che consente ai giovani volenterosi di misurarsi globalmente su temi di frontiera.

Far conoscere gli aspetti innovativi dell’ISBEM non è facile, soprattutto se non si tiene conto dei problemi del Mezzogiorno oggi. ISBEM si adopera per portare qui, senza interessi commerciali, un mondo che altrove sembra funzionare. Anche nel Pianeta Salute i meccanismi ingranano ben bene se c’è una cultura che li organizzi secondo modelli che si esprimono con buone pratiche ed azioni mirate molteplici, anche sociali.

Non serve la teoria della Buona Sanità se non cresciamo come persone! Per questo ISBEM punta a fare cose sensate e prova ad essere l’aria (cioè la cultura) che regge le pareti del palloncino della innovazione, cioè la salute come bene comune.

E l’aria che porta ISBEM in Puglia non può essere derubricata a “vuoto, rumore o richieste economiche” per sopravvivere. Basta pensare alle decine di giovani formati ed ai 120 progetti di ricerca scritti e realizzati con risultati che hanno portato benefici e soldi alla Regione, alle Università, al CNR alle imprese, alle ASL ed anche alla imprese regionali.

Cosa ha fatto l’ISBEM in 21 anni qui nel Salento?

In 21 anni, ISBEM ha introdotto una visione che invece di proporre il rapporto duale e strumentale (medico-paziente o ricercatore-politico o scienziato-industriale) ha fatto guardare alla salute come ad un bene comune, cioè qualcosa che il cittadino vede con le regole della comunità. Quando i cittadini vengono all’ISBEM per ascoltare una conferenza, fare qualcosa, eseguire un esame, fare un convegno, chiedere un consulto, è chiaro che si informano, si aggiornano, si documentano sulla loro salute, ecc.

Ma essi fondamentalmente, stanno con gli altri cioè partecipano, vedono cose nuove rispetto alle proprie, condividono idee e di fatto costruiscono legami.

Il tema SALUTE diventa il luogo dove si fa esperienza del legame sociale.

ISBEM ha generato un processo educativo che va al di là della salute stessa, arricchendolo di significati in quanto l’aspetto strumentale si somma e si potenzia con tutte le idee ed i valori da mettere in campo.

ISBEM è un luogo dove si incontrano altre persone, per imparare e per fecondare al contempo, cioè per insegnare agli altri quel che si ha da trasferire. In questo modo si è creata la cultura della convivenza, cioè un altro modello di relazione umana, in cui si generano nuovi significati di cui abbiamo tutti bisogno.

La democrazia allo stato attuale di disgregazione profonda non ha solo bisogno di risolvere i problemi a settori (alimentazione, obesità, ipertensione, depressione, scompenso, diabete, ecc.) ma ha soprattutto bisogno di trovare il senso profondo e concreto delle cose.

In ISBEM si parla di SALUTE ma quello che si comunica alle persone è qualcosa che ha a che fare con la vita e con i modelli più in generale, con la realtà presente e quella futura.

ISBEM, di fatto, è un modello di convivenza, un modo per entrare in rapporto con l’altro.  E questo modo di fare non ha effetti solo sulla SALUTE ma anche sul modo con cui tratta il cittadino, l’immigrato, il malato, lo studente, l’educazione, le tasse, etc.

ISBEM è un modello di relazione sociale più ampio dove c’è una partecipazione. E ciò che passa all’esterno è un modello di sviluppo del territorio, non un modello di sviluppo della sanità e basta: si potrebbe dire che è un modello che si realizza attraverso la SALUTE.

La stessa Europa ha impostato il suo futuro sulla cultura della rappresentazione dell’altro che non è un nemico ma un simile con cui si può produrre, positivamente. In sintesi, se non si vuole usare ISBEM come modello – cioè se non si vuole aiutarlo a crescere – almeno non lo si renda vittima della sua stessa missione che, invece, dovrebbe essere perseguita e supportata da tutti, perché ne abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo per vivere!

ISBEM, oggi, è un’Impresa Sociale che non persegue scopi di lucro bensì percorsi innovativi tesi al Bene Comune. I seguenti link aiutano a conoscerlo un po’ di più. Grazie!

1.    sFOGLIArE LA RIVISTA “ISBEM CON TE”: www.isbem.it/isbemconte/

2.    GUARDARE IL VIDEO M3M: www.youtube.com/watch?v=1jORvkKeXMI

3.    GuardaRE l’Intervista sul M3M:

4.    PRogetto NEW AGORA’: www.youtube.com/watch?v=_7ybJbZdM3o

5.    SINTESI DI ALCUNI PROGETTI: www.isbem.it/m3m/docs/Progetti_M3M.pdf

Uno modo semplice ed attuale per AIUTARE ISBEM: il 5×1000

E volere bene alla propria comunità e (in)formarsi per renderla migliore è uno dei presupposti che muovono il contributo del 5×1000, grazie al quale l’Istituto finanzia ogni anno dottorati e assegni di ricerca, aumentando così il tasso di ricerca che rappresenta una delle mission fondanti.

A fronte dei risultati ottenuti nello scorso anno, si comprende quanto ognuno di noi sia fondamentale per fare la differenza. Il 5×1000 da intendersi come denaro di inseminazione, strumento per innescare percorsi virtuosi per i giovani, perché esso è nelle mani del singolo cittadino.

ISBEM è fra gli enti del territorio che seleziona i talenti. Infatti, il 5×1000 può essere destinato liberamente, senza per questo perdere la possibilità di utilizzare altre opportunità che lo Stato ha deciso di offrire tra cui 8 x 1000 e 2 x 1000 che non sono in conflitto fra loro.

Tutto ciò serve per invertire la tendenza utilizzando le strutture a fini formativi ed educativi per il singolo e per la collettività: quanti sanno che in circa 20 anni più di 300.000 giovani laureati hanno abbandonato le nostre terre del Mezzogiorno? Proprio quelle terre che hanno bisogno di rafforzare il settore biomedico con professionisti e tecnologi che attraverso la Ricerca e la Formazione miglioreranno l’Assistenza ed i Servizi,

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