CORONAVIRUS. CHIARETTI (GEMELLI): PER BIMBI MENO GRAVE MA AUMENTO MALATTIE CORONARICHE
Roma. – Passata la fase acuta dell’emergenza
sanitaria del Covid-19, gli accessi ai pronto soccorso pediatrici
tornano a crescere dopo la battuta d’arresto registrata nel
periodo del lockdown. A raccontare la riorganizzazione di questo
reparto all’agenzia di stampa Dire e’ Antonio Chiaretti,
associato di Pediatria all’Universita’ Cattolica Campus di Roma e
direttore del Pronto Soccorso Pediatrico della Fondazione
Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
– L’emergenza sta rientrando e la fase 2 e’ partita. Quali
saranno le misure da seguire ancora per accedere al Pronto
Soccorso Pediatrico?
“Non ci sono misure particolari oltre a quelle ministeriali.
Tutti i bambini che devono accedere al Pronto Soccorso Pediatrico
se necessario come nel caso di una patologia acuta che deve
essere valutata da un pediatra. E’ chiaro che con la fase 2
abbiamo constatato un incremento degli accessi rispetto al
periodo del lockdown. Il nostro Pronto Soccorso, cosi’ come
quelli delle altre strutture, e’ sicuro poiche’ sono previsti dei
percorsi separati riservati ai bambini sospetti Covid differenti
da quelli disposti per i bambini Non Covid. Tutti i pazienti che
presentano una sintomatologia vengono isolati e sottoposti a
tampone ora anche salivare, che e’ piu’ semplice. Fino alla
risposta del tampone il bambino viene isolato per scongiurare
qualsiasi rischio di contagio. Nei bambini e’ difficile eseguire
un tampone naso-faringeo perche’ non e’ facile da far accettare
al bambino. Per questo nel nostro Pronto Soccorso stiamo
attivando il tampone salivare che e’ piu’ facile nell’esecuzione
e sembra dare le medesime risposte”.
– Il virus si e’ dimostrato meno letale fortunatamente nei
piccoli questo vuol dire che anche la gestione e il decorso della
malattia e’ meno complicato? Ci sono stati casi pero’ da voi di
pazienti pediatrici con polmonite severa che hanno richiesto il
ricorso alla terapia intensiva?
“Sappiamo che l’incidenza del Covid nei bambini, sia
dall’esperienze cinesi che europee, si attesta al 2% e anche
questa bassa incidenza sembra accompagnarsi ad una bassa gravita’
della malattia. Stiamo osservando fenomeni di vasculite che
interessano gli arti inferiori ed e’ stato segnato anche
l’incremento della malattia di Kawasaki, condizione morbosa che
colpisce le coronarie. Da noi negli ultimi due mesi abbiamo visto
4 casi di malattia di Kawasaki che sembra associata al Covid e
noi solitamente in un anno ne vediamo dai 4 o ai 5 casi.
Sembrerebbe percio’ che il Covid sia responsabile di patologie
che interessano i vasi sanguigni e le coronarie. Rispetto agli
adulti i bambini hanno una morbilita’ e letalita’ assolutamente
inferiore. Una recente indagine italiana ha dimostrato inoltre
testando 100 bambini italiani Covid positivi che nessuno di loro
e’ deceduto e soltanto 4 sono stati assistiti in Terapia
Intensiva pediatrica in virtu’ della polmonite interstiziale.
Anche al Gemelli abbiamo individuato 8 bambini su 150 che abbiamo
testato e soltanto una bambina e’ stata ricoverata in Tin per
polmonite interstiziale. Questa paziente non e’ stata intubata ma
e’ stata sottoposta ad ossigenoterapia con modalita’ non invasiva
ed ha avuto un decorso molto favorevole”.
– Avete registrato lo stesso numero di accessi a Pronto Soccorso
oppure la paura del contagio ha frenato l’accesso dei genitori?
Quando si fara’ un bilancio di questi due mesi e piu’ si
evidenzieranno sicuramente diagnosi tardive. Questo quali danni
puo’ provocare sulla salute del paziente?
“I dati del nostro Pronto Soccorso Pediatrico nel mese di marzo e
aprile del 2019 abbiamo ammontavano a 1.500 accessi. Quest’anno,
negli stessi mesi, si e’ ridotto a 350/400 visite cioe’ 1.000
bambini al mese di meno. Sicuramente due sono le cause sottese a
questi numeri: uno che i bambini stando a casa e non frequentando
le comunita’ scolastiche si ammalano meno e l’altro dato che ha
portato un calo e’ stato sicuramente la paura dei genitori a
venire in ospedale. Sicuramente le urgenze si sono recate e sono
state trattate in Pronto Soccorso mentre per tutte le altre
patologie che possono essere definite croniche come ad esempio le
malattie allergiche, neurologiche, comportamentali e problemi di
epilessia c’e’ stata la ritrosia a portare i bambini in Pronto
Soccorso. Sappiamo di casi di bambini affetti da epilessia che
sono stati gestiti dai genitori a casa nonostante le crisi
convulsive per la paura del contagio in ospedale. Tutto questo
potrebbe avere dei risvolti negativi nel decorso di queste
malattie croniche perche’ gli eventuali danni registrati a casa,
per adesso, non li possiamo ancora valutare. Il Policlinico
Gemelli si e’ attrezzato con la telemedicina e l’assistenza
telefonica per mantenere un contatto continuo tra i genitori e i
pediatri della nostra struttura che gia’ li avevano magari in
cura prima dell’emergenza Covid”.