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PENSO SPESSO A MASSIMO OTTOLENGHI E A PIERO CALAMANDREI, ANCHE DI NOTTE…

 

Massimo Ottolenghi, magistrato, avvocato civilista, politico puro,  classe 1915, morto di recente a 100 anni nella sua casa torinese, mi ha fatto un regalo dal valore inestimabile: un liberculo di appena un centinaio di pagine, scritto su carta di pessima qualità, e quindi non  certamente rilegato con copertine da ..Messali Vaticani,  ma dal contenuto aureo sul quale medito ogni giorno osservando la indecente classe politica italiana (fatte salve le rare eccezioni), liberculo che,  per quest’ultima ragione e con gli opportuni aggiornamenti, considero la mia Bibbia quanto ad etica ed onestà  socio-politica.

Dovrei dire qualcosa anche su Piero Calamandrei, morto nel 1956, pure lui avvocato, accademico italiano, fondatore del Partito d’Azione a cui faceva parte anche Ottolenghi, ma preferisco soprassedere per questa volta, non per mancanza di riguardo,  limitandomi a ricordare solo una  sua citazione in appresso.  Motivo ?  Semplicemente perché  Massimo Ottolenghi  è quasi un mio….coetaneo essendo nato  …solo una ventina d’anni prima di chi scrive.

Oggi, e mi riferisco per un attimo a Piero Calamandrei, e lo faccio  mutuando il suo pensiero, stiamo vivendo in un momento di completa sfiducia nella libertà degna di questo nome, c’è un desiderio di appartarsi e di lasciare la politica ai politicanti, sentimento insito nel nostro stato d’animo che deve essere sorvegliato e combattuto in noi stessi prima ancora che verso gli altri…”, realtà che, a mio avviso, appare piuttosto ardua.

Proprio ieri, in un commento fatto ad un mio articolo su “Politicamentecorretto”, il commentatore, forse avvocato pure lui, Luigi Rapisarda, che ho conosciuto solo in questa occasione attraverso il giornale e che spero di conoscere più a fondo stante la sua cultura, ha detto, senza citarlo, le stesse mie cose di Calamandrei sia pur  con altre parole che, anch’io, non potevo non condividere. Direi che, proprio per questo, mi è venuta la voglia di rispolverare i predetti due personaggi le cui parole sono, senza ombra di dubbio, un Vangelo civile.

Quante volte, anche in questo giornale, ho espresso amarezza e rammarico per i cervelli che ambiscono governarci e quante volte sono stato costretto a ritirami civilmente in preda a disgusto e malessere addirittura psico-fisico osservando l’andazzo socio-politico italiano che, secondo me, avrebbe bisogno di un potente elettroschok per “ritornare in qua”,  come si dice dalle mie parti.   Ma siccome le  generazioni precedenti o in linea con la mia, composte anche da molte persone per bene seppur impotenti di fronte a questa politica solo di potere e non di servizio, hanno fallito e, purtroppo, anche a causa delle forze che soprattutto in noi anziani vanno scemando,  ora non si può più prescindere dalla necessità assoluta di rimettere in moto il Paese togliendo il potere dalle mani di faccendieri, impreparati, a volte pregiudicati, ad evitare il pericolo di una deriva antidemocratica come quella che, ogni tanto, viene paventata da qualcuno… guardate che anche una pandemia potrebbe portare a questo !

Ora, per ripartire ex-novo, direi che  gli strumenti stanno nella mani dei giovani, della scuola intesa come unica palestra di democrazia:  è necessario ridisegnare il futuro in base alla nuova era che si è delineata, dato che i vecchi, ed in questi mi ci metto pure io differenziandomi però  da certi inetti,  non sono stati capaci di andare oltre non certo per mancanza di voglia e di intelletto, ma semplicemente perché schiacciati dal fango politico di coloro che, negli ultimi decenni (fatte salve sempre le eccezioni) hanno potuto fare l’alto ed il basso attraverso la forza del denaro e non della ragione.

Vorrei chiudere con un’esortazione che rubo a Massimo Ottolenghi: “Cari giovani, rivendicate la vostra carriera, che deve essere riservata solo al merito e non  alle grazie delle….escort, ai favori mercenari di ruffiani e servi corrotti”

Ed infine, ricordiamoci che la dittatura che ha preceduto questa povera democrazia, non rappresentava una disgrazia non voluta, alias un coronavirus politico,  evento tragico che ha flagellato allora una moltitudine di povera gente innocente, ma essa è stata un fenomeno spirituale lungamente maturato all’interno di una società incapace, in quanto esausta ed impotente per  reagire contro la virulenza dell’infezione e di indignarsi, e quindi insorgere contro questa masnada di trafficanti della politica che va dai sovranisti a qualcosa di ancora peggio, il che è tutto dire !

Esattamente come sta succedendo, più o meno,  nella nostra società di oggi !

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