Corruzione nella “Repubblica Islamica dell’Iran” o piuttosto una “Repubblica di sultani”

Il sistema politico in Iran è unico in termini di teoria e organizzazione interna. In effetti, il termine “Repubblica Islamica” potrebbe essere sostituito con l’espressione “Repubblica dei sultani”, poiché, da qualsiasi aspetto guardiamo al regime dei mullah nella sua interezza, vediamo una serie di istituzioni che creano e aumentano la corruzione.

La corruzione è stata definita in vari modi, ma Transparency International la definisce come “l’abuso per un guadagno privato del potere conferito”. La corruzione è come una malattia nelle strutture e nelle istituzioni politiche, economiche e amministrative. I ricercatori hanno suddiviso la corruzione in diversi aspetti. Questi includono: corruzione politica, economica e amministrativa; corruzione strutturale e comportamentale; o corruzione unica e sistematica – nonché altre divisioni.

La corruzione strutturale del regime iraniano è attualmente la forma di corruzione più devastante. Se la struttura è una relazione quasi duratura tra i membri e le componenti di un tutto sotto una raccolta di valori, princìpi, regole ed etichetta, la struttura del regime iraniano, che è inseparabile dalla corruzione, ha rapito l’intero sistema sociale ed economico.

L’emergere di una vasta corruzione all’interno dei pilastri governativi del regime, la pubblicazione delle notizie in proposito anche da parte di media statali, la percezione pubblica della discriminazione, l’enorme divario tra le classi sociali e l’accumulo da parte di alcuni individui privilegiati mentre la maggior parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà sono verità innegabili. L’esercito di disoccupati e affamati potrebbe essere visto sia all’interno delle città che nei loro dintorni.

L’insufficienza dell’organo di governo e i problemi economici, come l’inflazione e la disoccupazione, la corruzione sistematica di tutte le istituzioni compresi governo, assemblea consultiva (‘parlamento’), magistratura e istituzioni militari, attuazione di regole severe e disumane sullo stile di vita che hanno limitato la libertà sociale, alta insoddisfazione sociale e violenza utilizzata contro di essa come durante le proteste in tutto l’Iran nel novembre scorso e nel gennaio di quest’anno, l’insabbiamento e l’inganno nel caso dell’abbattimento dell’aereo passeggeri ucraino e il disappunto di tutte le classi sociali sono i risultati minori dell’ingloriosa “Repubblica dei sultani”.

Chiaramente, tutti i teorici del regime a diversi livelli danno avvertimenti al riguardo.

Saied Hajarian, un teorico ‘riformista’ scampato a un tentativo di assassinio da parte di forze della Guardia Rivoluzionaria Islamica (IRGC) il 12 marzo 2000, che è attualmente uno dei principali teorici della cosiddetta fazione “riformista” del regime, in un articolo intitolato “Quaranta anni, l’inizio della fine o un nuovo inizio”, pubblicato il 26 gennaio 2019, ha scritto:

“Sembra che, se continueremo il nostro percorso in futuro con lo stesso metodo che abbiamo usato negli ultimi quarant’anni, cadremo nella valle del declino e del deterioramento. Pertanto, dovremmo avere un nuovo piano. Il principale indice di nobile vita umana in Iran ci mette in guardia. Rispettando la legge, il tasso di disoccupazione e di inflazione, il tasso di crescita economica, il PIL, la trasparenza, la democrazia, la corruzione, l’inquinamento ambientale, le disuguaglianze e i danni sociali, pile di cause giudiziarie eccetera non promettono una vita umana onorevole, e sappiamo che non possiamo fare affidamento sull’oppressione per gestire la situazione”.

Evidenziando gli indicatori di una “vita onorevole” della quale il popolo iraniano è stato privato, Hajarian ha confermato che la “Repubblica dei sultani” sta per crollare. Anche se questo elemento della sicurezza del regime non ha preoccupazioni per la libertà e la vita del popolo iraniano, e si preoccupa solo della sopravvivenza del regime stesso.

In una parte del suo articolo intitolato “La terza via: arricchire le istituzioni”, pubblicato il 2 marzo 2019, egli ha scritto:

“Indicatori e statistiche stanno predicendo una situazione indesiderabile per le generazioni future. Tale situazione comporterà una riduzione delle riserve, un aumento della migrazione e degli abitanti delle baraccopoli e infine danni sociali come coercizione, accattonaggio e depravazione. Come ho scritto in precedenza, il nostro governo affronta simultaneamente test di legittimità e di efficienza e se non risolve questi due problemi la situazione sarà la stessa; e corruzione amministrativa, distribuzione di rendite e clientelismo divoreranno il governo come termiti”.

Sebbene si sia rivolto all’attuale governo del regime, Hajarian ha visto chiaramente il cosiddetto attacco di “termiti” sull’intero regime marcio e ha dato l’allarme su questo.

Oltre all’ammissione da parte di elementi della sicurezza del regime, una rapida occhiata alle notizie e alla densità degli arresti da parte della magistratura del regime conferma come la corruzione si sia diffusa in questo sistema. Pertanto, le scoperte e le esecuzioni di vari “sultani” negli ultimi anni non sono state irrilevanti.

Il “sultano delle monete” e il “sultano del bitume” sono stati giustiziati; e i sultani di zucchero, petrolio, tappeti, gas, riso, ferro e persino pannolini e medicine sono stati esposti uno dopo l’altro su media statali.

Questi sultani pescano in acque agitate. L’esistenza, l’aumento e il livello del loro successo sono dovuti alla mancanza di trasparenza, alle rendite, alla situazione critica e alle regole inefficienti del regime, piene di tentennamenti politici ed economici. La sopravvivenza di questi sultani è condizionata all’esistenza di un ombrello di sicurezza, che è fornito dalle Guardie Rivoluzionarie.

Alcuni di questi sultani sono parenti diretti e stretti di politici del regime. La loro crescita senza il sostegno da parte di coloro che detengono il potere e la ricchezza nella società è un mito ed è irrealistica. La corruzione di alcune autorità del regime e quella dei loro figli, che hanno conquistato punti extragiudiziari negli ultimi anni, sono diventate un terreno di crescita e di vanto da parte di questi sultani.

Pertanto, l’uso dell’espressione “Repubblica dei sultani” non è irrilevante.

L’intervento militare del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie e il suo sostegno oppressivo a questi sultani e alle loro azioni hanno creato una situazione molto critica per il regime. Una situazione supercritica che aumenta mese dopo mese e diminuisce la ricchezza nazionale dell’Iran.

Quindi, impegnarsi nell’esporre parti di questo corpo in collasso potrebbe mostrare un’immagine chiara del futuro della “Repubblica dei sultani”.

Per trovare un’immagine completa in diverse parti, si è tentato di mettere in ordine l’ampia corruzione del regime. Sebbene il caos di questo sistema corrotto abbia reso difficile trovare un metodo preciso e dettagliato per indagarvi, si spera che questo farà luce sulla situazione per tutti.

Mahmoud Hakamian

@HakamianMahmoud

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